L’incidente al North Stream

SCOPERTA NUOVA FALLA NEL GASDOTTO NORTH STREAM, ADESSO SONO QUATTRO  

 

Le perdite di gas metano nel Mar Baltico dopo il sabotaggio dei gasdotti North Stream 1 e 2 potrebbero causare un disastro ambientale senza precedenti.

Le perdite di metano dei gasdotti russi Nord Stream nel Mar Baltico comporteranno danni climatici significativi, ha avvertito mercoledì l’Agenzia federale per l’ambiente (UBA) della Germania.

Secondo le stime dell’agenzia, circa 300.000 tonnellate di metano, un potente gas serra che contribuisce al riscaldamento globale, saranno rilasciate nell’atmosfera, causando emissioni equivalenti a circa 7,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Questo corrisponde all’1% delle emissioni annuali di anidride carbonica emesse dall’economia tedesca in un anno.

Il gas metano ha un potere di riscaldamento 84 volte maggiore che l’anidride carbonica durante i suoi primi 20 anni  di presenza nell’atmosfera ma successivamente si degrada rapidamente. Secondo il Ministero dell’Ambiente tedesco queste emissioni sono molto gravi per l’atmosfera ma relativamente poco preoccupanti per il mare.

Non essendoci valvole di contenimento nei nei gasdotti che misurano 1200 chilometri è probabile che tutto il gas presente nei tubi venga rilasciato nell’atmosfera.

Le perdite di gas equivalgono, secondo il governo danese, all’intera quantità di emissioni di metano che la Danimarca registra in un intero anno oppure all’1 per cento delle emissioni  della  Germania. Secondo i calcoli preliminari svolti da Greenpeace queste perdite corrispondono all’impatto ambientale che causano 20 milioni di auto in un anno nel territorio europeo.

Intanto si apprende che le falle nei due gasdotti sono quattro e non tre come in un primo momento stimato. Inizialmente era stata segnalata una falla su uno dei tratti del Nord Stream 2 e due su entrambi i rami del Nord Stream 1, ma la Guardia Costiera svedese ha poi chiarito che c’è stata un’altra falla.

Due delle quattro fughe di gas si trovano nella zona economica della Svezia, le altre due si trovano nelle acque della zona economica danese.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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