Danni al gasdotto North StreamDanni al gasdotto North Stream

ATTENTATO AL NORTH STREAM COMPIUTO DA UN GRUPPO DI RUSSI ED UCRAINI 

 

La telenovela che ha per argomento il sabotaggio dei gasdotti North Stream 1 e 2 si arricchisce di un nuovo capitolo dopo che casualmente il Cancelliere tedesco Scholz ha visitato la Casa Bianca.

Di cosa abbiano parlato nelle riunioni a porte chiuse i due capi di stato non è dato sapere ma, tanto per non perdere la sana abitudine di costruire complotti, risulta abbastanza strano che proprio a pochi giorni dal loro colloquio esca l’ennesima notizia su chi starebbe dietro gli attentati ai gasdotti North Stream.

A far trapelare la nuova ipotesi targata Stati Uniti sui presunti responsabili degli attentati ci pensa il New York Times che in un articolo ipotizza che il sabotaggio sia stato eseguito da un gruppo pro ucraino e da cittadini russi oppositori di Putin di cui però si ignorano le generalità. Secondo i funzionari citati dal giornale non si è conoscenza chi faccia parte del gruppo.

Nell’articolo non vengono nominati né i membri di questo fantomatico gruppo, né chi sarebbe il finanziatore mentre viene affermato che gli esplosivi sono stati piazzati da sommozzatori professionisti, citando anonimi funzionari i quali non rivelano le fonti o eventuali prove a sostegno delle loro affermazioni. 

Le  fonti citate dal New York Times  hanno sottolineato che non hanno prove che il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelenski o alti militari del paese “siano stati coinvolti nell’operazione o che gli autori stassero agendo sotto la guida di qualsiasi funzionario del governo ucraino”.

Insomma ignoti sommozzatori avrebbero messo degli esplosivi sotto i tubi dei gasdotti tanto per fare un macabro scherzo oppure potrebbero essere stati diretti e finanziati dal Padre Eterno mentre i funzionari hanno lasciato aperta “la possibilità che l’operazione avrebbe potuto essere effettuata ufficiosamente da una forza con connessioni con il governo ucraino o i suoi servizi di sicurezza.

I funzionari hanno indicato che non ci sono prove che le autorità russe siano state coinvolte nell’attacco ma non ci voleva una grande scienza per affermarlo visto che il principale paese a subirne le conseguenze era proprio Mosca.

“Alcune speculazioni iniziali statunitensi ed europee erano incentrate sulla possibile colpevolezza russa, soprattutto data la sua abilità nelle operazioni sottomarine, anche se non è chiaro quale motivazione avrebbe il Cremlino nel sabotare i gasdotti dato che sono stati un’importante fonte di entrate e un mezzo per Mosca per esercitare influenza sull’Europa”, si legge nell’articolo. 

Come era ovvio hanno sottolineato che nessun cittadino americano o britannico ha partecipato al sabotaggio dei gasdotti. “I funzionari che hanno esaminato il rapporto hanno detto di credere che i sabotatori fossero molto probabilmente cittadini ucraini o russi, o una combinazione dei due. I funzionari statunitensi hanno affermato che non erano coinvolti cittadini americani o britannici”. 

Continuano affermando  che Biden e i suoi principali consiglieri non hanno autorizzato alcuna missione per distruggere le condutture dei gasdotti Nord Stream”, nota l’articolo.

Vale la pena ricordare che il giornalista Seymour Hersh, vincitore del premio Pulitzer nel 1970, ha pubblicato l’8 febbraio un articolo in cui sostiene che i subacquei della Marina degli Stati Uniti hanno messo gli esplosivi sotto i gasdotti Nord Stream nel giugno 2022. Secondo una fonte che ha familiarità con la questione, l’operazione è stata condotta sotto la copertura delle esercitazioni BALTOPS 22 della NATO.

Secondo il giornalista, la Norvegia ha aiutato i subacquei americani a mettere le cariche esplosive sotto i tubi. Tre mesi dopo, i dispositivi sono stati attivati in remoto per distruggere i gasdotti.

Interrogato da RIA Novosti sul nuovo articolo del New York Times, Hersh ha riso e ha rifiutato di commentare. Ha anche detto a Izvestia che pubblicherà una nuova indagine sull’esplosione dei gasdotti la prossima settimana.

Le fonti citate dal giornale statunitense hanno poi affermato che ci sono ancora molte lacune nell’indagine ma questo potrebbe essere il primo tassello  che potrebbe portare a importanti sviluppi in futuro. Come dire che non abbiamo nulla in mano ma occorre iniziare una campagna di disinformazione che porti alla totale esclusione di ogni responsabilità degli Stati Uniti e di Joe Biden negli attentati.

A tale proposito il New York Times scrive che “I funzionari statunitensi hanno affermato che il nuovo rapporto di intelligence ha aumentato il loro ottimismo sul fatto che le agenzie di spionaggio americane e i loro partner in Europa possano trovare maggiori informazioni, il che potrebbe consentire loro di raggiungere una conclusione ferma sugli autori. Non è chiaro quanto tempo richiederà questo processo. I funzionari statunitensi hanno recentemente discusso il rapporto con le loro controparti europee, che hanno accettato  di indagare sull’attacco”.

Prepariamoci quindi ad una campagna stampa che metta fuori discussione quanto affermato nel suo articolo da Seymour Hersh e che invece punti il dito contro il fantomatico gruppo composto da ucraini in combutta con gli oppositori di Putin, tutti ovviamente ottimi nuotatori. Anche il tedesco Die Zeit propone una sua versione dei fatti (leggi qui). .

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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