“AMERICA LATINA & CARAIBI: “ALBA E CUORE” DEL NUOVO MONDO MULTIPOLARE” DI ALESSANDRO FANETTI
Nel suo ultimo libro intitolato “America Latina & Caraibi: “Alba e Cuore” del Nuovo Mondo multipolare”, edito da Edizioni eiffel, Alessandro Fanetti descrive l’importante, e poco dibattuto, ruolo che l’America Latina ha avuto nel passato e che avrà nel prossimo futuro del nostro mondo in rapido cambiamento.
La multipolarità si è definitivamente affacciata, e con la sua forza sta travolgendo quell’ordine costituito che sembrava inattaccabile. É così che l’America Latina e i Caraibi sono passati da essere il cortile di casa degli Stati Uniti a campo di battaglia destinato a cambiare gli equilibri tra Washington, Beijing e Mosca, le tre grandi potenze mondiali in competizione serrata per imporre la propria visione del mondo nella lotta dicotomica unipolarismo – multipolarismo.
Andrea Puccio: Perché hai deciso di scrivere un libro su “America Latina & Caraibi”?
Alessandro Fanetti: Questo è un territorio del quale parliamo troppo poco rispetto all’importanza che invece ricopre nel contesto globale. Importanza, in primis geopolitica, che risale alla sua “scoperta” targata Colombo e che continua fino ai giorni nostri con crescente rilevanza. Ecco dunque perché l’idea di raccogliere in un testo un’analisi che inquadri tale “Continente”. Un’analisi che parte quindi dalla colonizzazione europea e dalle prime lotte indipendentiste, passando poi allo “snodo USA” targato Dottrina Monroe (1823) e ai Libertadores, arrivando al XX secolo e infine tuffandosi nel III Millennio (caratterizzato dallo scontro fra Unipolarismo e Multipolarismo). III Millennio che ha nell’America Latina & Caraibi un territorio decisivo e imprescindibile.
A.P.: A proposito di scontro Unipolarismo vs Multipolarismo, qual è il ruolo di questo territorio?
A.F.: Come accennavo prima, il ruolo è assolutamente primario. Se pensiamo infatti allo scontro fra grandi potenze, con gli USA che aspirano a mantenere il posto di unica superpotenza (avuto nel lontano 1991 grazie alla dissoluzione dell’URSS) e con Russia e Cina (insieme ad altre potenze più regionali) che invece lottano per la costruzione di un mondo con vari centri di potere, la posizione geografica e l’importanza strategica dell’area a sud del Rìo Bravo non sono seconde a nessuno.
Pensate per un attimo se dal Messico all’Argentina tutti e 33 i Paesi del centro – sud America fossero pienamente uniti e indipendenti. Con le risorse che hanno a 360°, essi costituirebbero un polo geopolitico che riuscirebbe a sfidare le altre Grandi Potenze del globo (in primis quella che da sempre li ha considerati il proprio “Cortile di casa”, cioè gli USA), ad esempio obbligando Washington a fare i conti con un vicino alla sua altezza (“distraendo” dunque la Casa Bianca dalla piena capacità di “proiezione unipolare” sull’intero globo).
La Dottrina Monroe si sfalderebbe e la visione del “Libertador” Simón Bolívar prenderebbe vita, mandando nella soffitta della Storia la fase iniziata con lo sfaldamento dell’Unione Sovietica e proiettando il mondo in una dimensione multipolare ben analizzata dal filosofo russo Dugin.
A.P.: A proposito di unità e indipendenza dell’area: a che punto siamo?
A.F.: L’unità e l’indipendenza dell’area è stata sempre osteggiata da Washington, in primis per i motivi sopra descritti, e fino ad ora l’intento è stato sempre raggiunto. Se però il ‘900 ha visto la nascita di significative novità “materiali e immateriali” verso l’emancipazione dell’area (marxismo latinoamericano e caraibico, Teologia della Liberazione, Rivoluzione Cubana, etc.), i primi anni del Terzo Millennio hanno seguito questa via con la nascita della CELAC e ALBA – TCP. Due organizzazioni regionali mai viste in precedenza e che segnano un prima e un dopo nel tortuoso cammino dell’unità e della piena indipendenza dell’area:
•CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici): per la prima volta nella storia tutti gli stati del Continente (ad eccezione di USA e Canada) si uniscono. Per ora in un foro di dialogo, in quanto le visioni interne ai singoli stati troppo spesso divergono.
•ALBA – TCP (Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America – Trattato di Commercio dei Popoli): unione dei Paesi e dei popoli con una certa affinità politica, in primis critici delle politiche di Washington.
A.P.: Nel libro parli anche del ruolo dell’Italia. Che partita gioca il nostro Paese?
A.F.: Il nostro Paese è una media potenza che però, nonostante la distanza geografica, trova in quest’area terreno fertile per avere scambi proficui e giocare il ruolo di ponte fra culture. Basti pensare, fra le tante altre cose, alla comunità italiana in Argentina, così come al rifiuto del nostro Governo di riconoscere Guaidò quando si autoproclamò Presidente del Venezuela anche se senza poteri effettivi. Un ruolo che sottostà certamente ai lacci delle nostre alleanze internazionali (in primis quella politico – militare della NATO e all’Unione Europea) ma che è visto e vissuto positivamente da entrambi i lati dell’Atlantico, con vantaggi reciproci da approfondire e sviluppare ulteriormente.
A.P.: Un ultimo pensiero che vuoi condividere con tutti noi?
A.F.: Io credo che, come ho messo nel titolo, l’America Latina e i Caraibi siano l’Alba e il Cuore del Nuovo Mondo Multipolare. Un mondo che fatica ad emergere per resistenze ovvie di chi si vede scivolare il potere dalle mani. Uno scontro dunque che si manifesta in varie parti del mondo ma che potrebbe davvero trovare una via definitiva se l’area a sud del Rìo Bravo trovasse un’unità e una sovranità ancora non arrivate. I secoli di lotte per l’emancipazione, insieme alle esperienze concrete raggiunte, lasciano comunque una porta più che aperta per raggiungere tali traguardi. Traguardi che solo le aspirazioni dei popoli e il loro incrollabile impegno possono rendere completi e irreversibili.
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Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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