MA ALLORA ‘NON HA STATO PUTIN?’
di Antonio Evangelista
Un anno fa ho pubblicato con Santelli editore il mio libro ‘MEDITERRANEO STESSO SANGUE STESSO FANGO’: una disamina di conflitti, guerre civili, crisi economiche, omicidi, terrorismo, invasioni e bombardamenti… verificatisi nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, proposti come ‘eventi criminali’ rispetto ai quali il Mare Nostrum è la scena del crimine. Un modus operandi che invocando la ‘esportazione della democrazia’ strumentale all’invasione di altri paesi sottraeva risorse energetiche e sottometteva le economie ostacolandone le strategie energetiche che puntavano al Mediterraneo e alla sua rete di gasdotti dove l’Italia è hub naturale dell’Europa. E trattando di tale e tanta rete di trasferimento del gas verso l’Italia e quindi il vecchio continente, non poteva essere taciuto il sabotaggio del Nord Stream uno/due la cui esplosione, senza se e senza ma, era subito attribuita al presidente della Russia che secondo gli ‘illuminati’ del mainstream informativo aveva distrutto il terminale tedesco della sua rete di gasdotti per fare un dispetto all’occidente.
Alla luce di una serie di esperienze personali maturate sul campo, nei Balcani e in Medio Oriente, confortate da documenti ufficiali, confessioni, testimonianze di funzionari pubblici ‘democratici’ di cui si fa cenno nel mio libro concludevo come segue:
“ … Abbiamo visto come criminalità organizzata e terrorismo confessionale siano espressioni di fenomeni spesso contigui e conniventi. Un’Idra a più teste i cui discepoli ammazzano per ragioni che vanno oltre la loro comprensione. Così un giovane miliziano dell’ISIS, interrogato l’istruttore di tiro su come riconoscere gli infedeli per ucciderli si sentì dire: ‘Spara a tutti… se sono infedeli vanno all’Inferno e se sono musulmani vanno in Paradiso.’ Così muoiono i giovani miliziani strumenti di una trappola destinata a ingannare ‘chi ignora’ lo scenario sullo sfondo. E sullo sfondo di tale e tanto terrore ‘menti raffinate’ e governi sciagurati anelano ‘il potere’ governando miserie e tragedie prodotte dai loro esperimenti geopolitici… nei Balcani, in Medio Oriente e nel Nord Africa. Ecco come l’avidità e il controllo del mercato energetico e altre risorse fanno sì che la Realpolitik strizzi l’occhio all’industria militare, alle operazioni sotto falsa bandiera, ai colpi di stato e ai ‘bombardamenti democratici’. Il tutto in una miscellanea di dichiarazioni o silenzi che fanno da cornice a un quadro in cui forme e colori mutano sotto gli occhi, e i nemici di ieri diventano gli amici di oggi, gli indispensabili diventano sacrificabili, e il sacrificio di innocenti diviene inevitabile e accettabile. Questo dichiarò Madeleine Albright nel 1996, Segretario di Stato degli U.S.A., a proposito della morte di circa mezzo milione di bambini nella guerra in Iraq anche a causa delle sanzioni contro l’Iraq.
Ecco come sull’altare della geopolitica energetica i ‘nuovi crociati’ offrono ancora ‘sacrifici umani’ vestendo il saio misericordioso per portare ‘democrazia’! Ecco come il Mare Nostrum diviene scena del crimine nei cui paesi frontalieri i delitti sono anticipati da artificiosi movimenti di opposizione ai governi locali, da crisi economiche avviate da generosi piani di finanziamento di organismi internazionali, tanto grandi da essere preludio delle bancarotte dei paesi debitori. Debt-trap diplomacy è la sua definizione, letteralmente ‘diplomazia del debito trappola’. Una strategia diplomatica che porta alla guerra civile, etnica o religiosa. Ecco, quindi, il collasso della ex Jugoslavia, con le guerre che ne sono derivate, la crisi libica con l’omicidio del suo dittatore in diretta tv, le ‘primavere arabe’ nel nord Africa e in Siria, dove una cultura millenaria è stata ridotta in macerie, ironia della sorte, con il contributo determinante del ‘paese’ con la storia più breve e sanguinaria del mondo, sorto dalle ceneri del genocidio dei nativi americani e sviluppatosi con il mercato degli schiavi.
La brama di potere e ricchezza ha reso ‘il figlio di Dio’ più abile e crudele del demonio e suddito di ‘multinazionali’ paludose e nauseabonde.
Eccola la nuova ‘Arte della guerra’ anzi ‘L’arte della Demokrazia’.
‘Arte’ che abbiamo sperimentato in Italia con la ‘neutralizzazione’ dell’ingegnere italiano Enrico Mattei, riferita alle strategie energetiche di paesi che non hanno esitato a reclutare i propri servizi segreti dapprima per controllare, poi per minacciare, infangare e infine per ‘neutralizzare’. Così le ‘sette sorelle’, compagnie petrolifere dominanti che rispondevano a USA, UK e Francia ripresero a dormire sonni tranquilli.
Nulla è cambiato e oggi secondo la geopolitica occidentale e la politica estera U.S.A. siamo obbligati, parrebbe, ad acquistare gas statunitense a cinque volte il prezzo che pagavamo ai russi. Sono passati quasi dieci anni e oggi stiamo mandando armi in Ucraina, ridotto al minimo l’acquisto di gas russo e forse ripetendo errori già commessi in passato quando in Italia furono approvate le ‘leggi razziali’ e ci alleammo con i sostenitori della ‘razza ariana’.
Errori illustrati dallo storico Francis Richard Conolly – che hanno preparato e governato le due grandi guerre mascherando retroscena che non si trovano sui libri di storia – nel suo documentario, oggi libro, “JFK to 9/11: Everything is a Rich Man’s Trick.” – Da John Fitzgerald Kennedy al 11 Settembre: sono tutti trucchi degli uomini ricchi. Conolly ha ricostruito e svelato, segreti e retroscena di paesi, banche centrali, capitani d’industria, finanza, nobili e politici che si sono arricchiti col nazismo, Adolf Hitler e i campi di sterminio… Tutti soggetti che avevano capito come e quanto ‘la guerra fa bene agli affari’.
Conolly spiega come i “Thissen magnati dell’acciaio in Germania, insieme a Prescott Bush e al suocero di questo George Herbert Walker finanziarono il partito nazista.” Come “… Tutto il denaro era consegnato ai finanzieri americani che si apprestavano a rovesciare il presidente americano Franklin Delano Roosevelt. Scelsero per guidare il colpo di stato il Generale Smedley Darlington Butler che stette al gioco quanto bastò per scoprire i promotori del complotto e informare il presidente americano. … Solo con l’attacco giapponese a Pearl Harbour Roosevelt si determinò a sequestrare la Union Bank che Bush, Walker e Harriman avevano usato per finanziare i Thyssen. Intanto l’occupazione nazista della Francia era iniziata ma nessuno sapeva che i camion tedeschi montavano motori Ford costruiti col permesso di Henry Ford decorato con la gran croce dell’aquila, la più alta onorificenza nazista conferita a un civile. Anche i Panzer tedeschi erano prodotti da I.G. Farben che faceva parte di un cartello con la Standard Oil dei Rockefeller. … Ancora la Standard Oil/I.G. Farben era la produttrice del Zyklon B il veleno usato per ‘gasare’ milioni di ebrei, genocidio per il quale due ebrei, scoperto il fatto, citarono in giudizio il governo USA: Kurt Julius Goldstein e Peter Gingold. Tutto questo passò in silenzio mentre il giornale The Times celebrava Hitler tra gli anni Trenta e Quaranta come il genio del miracolo economico tedesco …”
Insomma, la guerra fa bene agli affari… ieri come oggi, questa è la triste verità e il 25 settembre 2004 il giornale The Guardian con il titolo ‘How Bush’s grandfather helped Hitler’s rise to power – Come il nonno di Bush aiutò l’ascesa al potere di Hitler’ ne ha fornito una rappresentazione terrificante, al di là della vicenda giudiziaria in se stessa, che comunque non vide luce. I giornalisti Ben Aris in Berlino e Duncan Campbell nel loro articolo spiegavano i legami [indiretti ndr] tra la famiglia americana dei Bush e la macchina da guerra del nazismo. La causa, comunque, per dovere di cronaca, fu rigettata dal Giudice Judge Rosemary Collier sulla base del fatto che “il governo non può essere ritenuto responsabile in base al principio della “sovranità statale””. Jan Lissmann, [avvocato dei due ebrei sopravvissuti, ndr] “… sostiene che i casi relativi al genocidio sono coperti dal diritto internazionale, che ritiene i governi responsabili delle loro azioni. Sostiene che la sentenza non era valida in quanto non si è svolta alcuna udienza.”
È proprio vero caro Eschilo “In guerra la verità è la prima vittima” e spesso la mano assassina è la stessa che dovrebbe difenderla o forse, come Winston Churchill sostenne durante la Seconda guerra Mondiale, 1948/54, la verità è così preziosa che bisogna proteggerla sempre con una cortina di bugie.
E a ben vedere si potrebbe interpretare la cd. ‘proxy war’ degli U.S.A. contro la Russia – ora presente anche in Mediterraneo – come una guerra contro l’Europa! Infatti, il conflitto in Ucraina ha in sé quanto serve a dividere il Vecchio continente più di quanto già lo sia. La de-industrializzazione, anche in Italia, causa la delocalizza negli Stati Uniti importanti settori produttivi per evitare i costi energetici schizzati alle stelle con le politiche di ‘rifiuto’ del gas russo. L’opinione pubblica contro la guerra è ignorata dai governi che a dispetto dell’interesse europeo/nazionale ‘obbediscono’ a ‘pupari’ misteriosi anziché ragionare e capire, pessimo segnale! E va da sé che tali condizioni, in Mediterraneo, complice anche l’Unione Europea, rischiano di ‘uccidere’ l’Italia, la nostra economia, e non solo. Qualcuno potrebbe obiettare che i nostri ‘alleati’ oltre oceano e fuori dal Mare Nostrum, lavorano per facilitare condizioni di pace e democrazia sulle coste mediterranee ma la storia ci dice il contrario. Ma U.S.A. e Gran Bretagna non erano nostri ‘amici’?! Gli stessi ‘amiconi’ che non hanno esitato a dare prova della loro ‘vicinanza’ a Enrico Mattei e Aldo Moro. Sì, dei cari, grandi amici!
Insomma, tutti gli elementi per una nuova scena del crimine sono pronti, mentre si indaga ancora sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream che ha ‘neutralizzato’ le politiche energetiche dei paesi dell’Europa meridionale mentre la Norvegia aumenta le sue esportazioni di gas.
Il sospettato, annunciato dal tintinnio degli speroni stretti sugli stivali insanguinati e silenziosamente sostenuto dalla perfida Albione, avanza prepotente. Si tratta dello stesso gringo che ha sterminato gli indiani d’America e incatenato i neri d’Africa, capobranco famelico in cerca di risorse energetiche e tesori. Ma in Europa non ci sono indigeni dalla pelle rossa facili da raggirare e derubare e allora quella teppaglia, con la verità in tasca, deve creare/ingigantire la ‘minaccia’ allo scopo di proporre la sua ‘protezione’.
Allora, chiunque sia dietro al sabotaggio del gasdotto russo, è innegabile che l’evento in se stesso ha una valenza intimidatrice trasversale e mafiosa. L’Europa tutta è stata ‘ammonita’ e ciò sta già provocando fratture profonde tra i diversi stati al di là delle dichiarazioni di circostanza. La stessa politica russofoba di U.S.A. e Unione Europea, con la Germania in recessione, potrebbe essere riveduta e corretta. Come si diceva prima forse il vero obiettivo, economicamente parlando, non è la Russia ma l’Europa! Insomma, chiediamoci se siamo dinanzi alla ‘gangsterizzazione’ della geopolitica e cerchiamo almeno di avere qualche dubbio su chi si proclama nostro ‘amico’ o chi viene celebrato come ‘difensore dei nostri valori/libertà’.
Infatti, ultimamente si sostiene, dopo le rivelazioni del premio Pulitzer Seymour Hersh che accusano gli U.S.A. del sabotaggio dei gasdotti russi, che i responsabili dell’attentato siano gli ucraini… e parrebbe che gli Yankee sapessero. Ma come è possibile?
Eppure, negli Stati Uniti la notizia è stata diffusa dal The Washington Post pubblicato il 6 Giugno 2023 il cui sottotitolo recita ‘GLI STATI UNITI AVEVANO INFORMAZIONI SU UN PIANO DETTAGLIATO DELL’UCRAINA PER ATTACCARE IL GASDOTTO NORD STREAM” specificando di seguito che ‘La CIA ha appreso lo scorso giugno, tramite un’agenzia di spionaggio europea, che una squadra di sei persone delle forze speciali ucraine intendeva sabotare il progetto di trasporto del gas naturale dalla Russia alla Germania’. I dettagli sul piano sarebbero stati raccolti dal servizio di intelligence europeo e condivisi con la CIA nel giugno 2022.’
Ancora il WP ci ricorda che ‘Alcuni funzionari dell’amministrazione Biden inizialmente suggerirono che la Russia era da incolpare per quello che il presidente Biden aveva definito “un atto deliberato di sabotaggio”, promettendo che gli Stati Uniti avrebbero lavorato con i loro alleati “per andare a fondo di ciò che … è successo.”’
Ma abbiamo visto che allora CIA e Servizi Segreti europei erano informati del possibile piano di sabotaggio ucraino! Ciò nonostante, si sostenne che ‘… il Cremlino avesse intenzione di soffocare il flusso di energia, un atto di “ricatto” dissero alcuni leader, progettato per intimidire i paesi europei affinché ritirassero il loro sostegno finanziario e militare all’Ucraina e astenendosi da ulteriori sanzioni.’
Ed è bene ricordare ancora che ‘… se è vero che Gazprom, la società russa del gas, possiede il 51% di Nord Stream, il resto appartiene a Germania, Francia e Paesi Bassi che sono partner in società. … ’
Insomma, sono molti a mentire e ai massimi livelli… sapevano del dettagliato piano di attacco al Nord Stream 1 e 2 che avviene il 26 settembre 2022 e comunque puntano il dito verso la Russia. Oggi invece, riferisce il WP, la Casa Bianca tace e con lei la CIA.
E allora altri dubbi sorgono: l’Italia, ammesso che non sia stato il nostro paese a informare gli altri, fu informata del piano ucraino di attaccare i gasdotti russi alle porte della Germania?
Il governo di allora, quello di Mario Draghi, se informato, cosa ha fatto?
Ha ignorato quel piano scellerato a dispetto dei danni che ne sarebbero derivati sotto il profilo energetico all’Europa e all’Italia? E se lo ha fatto… perché?
Secondo il giornale americano ‘ … nessuno avrebbe incolpato ufficialmente Kiev per evitare fratture dell’alleanza contro la Russia. E parrebbe che il presidente Volodymyr Zelensky, non fosse stato informato dell’operazione per consentirgli di negare ogni coinvolgimento, che avrebbe potuto pregiudicare il sostegno occidentale all’Ucraina, in particolare in Germania.’
Quindi secondo l’articolo del Washington Post l’intelligence sapeva dei progetti di sabotaggio dei gasdotti ma non avrebbe fatto nulla per impedirlo… né i francesi, né i tedeschi e neanche gli olandesi… tutti soci della Gazprom e quindi ‘comproprietari’ dei gasdotti sabotati.
Ovvio l’interesse statunitense che laddove l’attentato si fosse verificato avrebbe potuto vendere il suo gas! Ambizione peraltro annunciata nel 2014 da Condoleezza Rice “Non si tratta solo dell’Ucraina ma dell’indipendenza energetica dell’Europa. Ѐ ora che l’Europa rompa i legami con la Russia e i gasdotti russi e si approvvigioni da noi”.
Ma a noi italiani ed europei è convenuto? E… corriamo il rischio di insanguinare ancora una volta il nostro Mediterraneo?
Qualcuno comincia a parlare di truppe europee, anche italiane, in Ucraina… quindi a favore di quel paese ‘non NATO’ che avrebbe attaccato una struttura strategica di un ‘paese NATO’ con la verosimile ‘connivenza’ USA che sostiene l’alleanza contro la Russia che ci forniva il gas a prezzi decisamente migliori di quelli U.S.A.!?
E allora mi tornano in mente le parole del Generale americano Smedley Butler che ci ha ricordato come l’Esercito U.S.A., oggi la NATO, sia al servizio della ‘Finanza’ e dei grandi banchieri al punto da autodefinirsi un ‘camorrista/gangster del capitalismo’ incaricato di assicurare gli interessi degli Stati Uniti. E tutto questo perché, come lui stesso ha denunciato, ‘la guerra è un racket!’ tanto che a confronto dei suoi generali i peggiori mafiosi appaiono come dilettanti.
Ma il nostro ’Super Mario’ non ha dubbi: Ucraina o morte!
Altro sangue, altro fango… all’orizzonte!”
Così concludevo circa un anno fa e in questi giorni, come detto sopra, scopro che ‘il russo’ secondo le ultime evidenze forensi parrebbe essere estraneo all’attacco terroristico contro il gasdotto. Ergo a maggior ragione mi corre l’obbligo di ricordare alla ‘baronessa’ presidente della Commissione europea, le sue dichiarazioni, peraltro confortate anche dal presidente degli Stati Uniti d’America, era il 27 settembre 2022 –
“Paramount to now investigate the incidents, get full clarity on events & why.
Any deliberate disruption of active European energy infrastructure is unacceptable & will lead to the strongest possible response.”
““È fondamentale indagare ora sugli incidenti, ottenere piena chiarezza sugli eventi e sul perché.
Qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più forte possibile”.
Ottimi propositi senza dubbio… che sono rimasti tali ma ora alla luce delle nuove rivelazioni secondo cui gli autori materiali del piano ‘terroristico’ contro una struttura strategica europea sarebbero militari e sub ucraini, piano di cui erano a conoscenza CIA e presidente, allora, dell’Ucraina… bene ora ci aspettiamo il dovuto impegno nel senso annunciato quando si puntava il dito contro i russi bruciando i loro libri e boicottando i loro artisti e atleti financo la loro bandiera esclusa alle ultime Olimpiadi.
E’ doveroso da parte di tutti e ancor di più da parte di chi svolge funzioni importanti perché anche da questo dipende la qualità del mondo che lasceremo ai nostri figli e nipoti.
Antonio Evangelista
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