BOMBARDATO L’OSPEDALE BATISTA A GAZABOMBARDATO L’OSPEDALE BATISTA A GAZA

GLI STATI UNITI DIFENDONO LE RESTRIZIONI ALL’INGRESSO AGLI AIUTI A GAZA 

 

Il governo degli Stati Uniti ha difeso le restrizioni di “Israele” all’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza se percepisce minacce alla sua sicurezza, ha dichiarato  il rappresentante di Washington presso la Corte internazionale di giustizia Joshua B. Simmons.

Ha inoltre negato l’esistenza di obblighi assoluti per costringere “Tel Aviv” a facilitare l’ingresso di assistenza nella striscia di Gaza, dimostrando un’altra volta l’appoggio incondizionato dell’amministrazione di Donald Trump alle azioni genocide compiute da Israele.

Secondo il funzionario il diritto internazionale, addomesticato alla bisogna,  non richiede a una potenza occupante di consentire l’accesso a organismi come l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi del Medio Oriente (UNRWA), anche se hanno carattere umanitario e neutrale.

La Quarta Convenzione di Ginevra conferisce a “Israele” il potere di respingere gli attori internazionali se influenzano le sue priorità strategiche, ha aggiunto.

Simmons ha anche negato i poteri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di imporre impegni giuridicamente vincolanti su “Israele” in relazione alla sua cooperazione con le agenzie umanitarie.

La potenza occupante mantiene il diritto di gestire i territori sotto il suo controllo secondo i suoi interessi militari, ha sottolineato, anche quando tali azioni comportano la morte per fame del popolo occupante, aggiungo io.

Il diplomatico ha insistito sul fatto che nessuna norma obbliga ad autorizzare l’ingresso di un’organizzazione specifica. Tuttavia, ha riconosciuto la necessità di assistere la popolazione civile, senza però specificare come ciò possa avvenire se viene impedito sistematicamente l’ingresso degli aiuti umanitari, forse crede che ci debba pensare il Padre Eterno.

Per giustificare la posizione dell’amministrazione statunitense ha  ribadito che gli eventi successivi all’attacco del 7 ottobre 2023 hanno segnato il contesto in cui “Israele” prende decisioni sulla sicurezza e l’accesso umanitario.  

La Corte internazionale di giustizia ha iniziato questa settimana un ciclo di deliberazioni incentrato sulle politiche di “Israele” sul blocco umanitario di Gaza. Alle audizioni hanno partecipato 40 paesi e rappresentanti di quattro organizzazioni internazionali e regionali.

Le sessioni, convocate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, hanno cercato di emettere un parere consultivo sulla legalità delle azioni israeliane nei territori occupati. Il dibattito è avvenuto nel mezzo di una crisi umanitaria aggravata e di crescenti accuse contro Tel Aviv.

Nel 2022 l’ONU ha chiesto alla corte un parere sulle implicazioni legali della prolungata occupazione israeliana, compresa la situazione a Gaza. L’attuale udienza esamina il blocco imposto, la sospensione del lavoro dell’UNRWA e le restrizioni alle forniture di base nella Striscia, in un ambiente segnato da migliaia di vittime e avvertimenti internazionali su possibili crimini di guerra. (Al Mayadeen)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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