ATTACCATA DA ISRAELE NAVE CHE TRASPORTA AIUTI A GAZA
Israele ha colpito con droni una nave appartenente alla Freedom Flotilia mentre si recava a Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese rinchiusa nella striscia.
La Global Conscience è stata attaccata intorno alla mezzanotte dopo che è stata intercettata da un drone in acque internazionali, letteralmente alle porte dell’Europa, a sole 17 miglia nautiche da Malta. L’attacco ha causato due esplosioni mettendo fuori uso il generatore provocando un incendio sul ponte. Tutti i membri dell’equipaggio e i passeggeri si sono salvati mentre la nave è stata rimorchiata in un porto maltese.
Prendere deliberatamente di mira una nave umanitaria civile è una violazione della Carta delle Nazioni Unite e dello Statuto di Roma. Le norme del diritto del mare proibiscono gli attacchi contro obiettivi umanitari, ma sicuramente, siccome l’attacco è stato condotto da Israele che ha tutto il diritto di difendersi, secondo i nostri servili governi, non succederà nulla. Mi domando cosa sarebbe successo e cosa sarebbe stato detto se questo fosse accaduto a una nave nel Mar Nero che stava trasportando aiuti per l’Ucraina.
Questo attacco segue uno schema ben noto e documentato, consistente nell’uso della forza per bloccare le navi umanitarie dirette a Gaza molto prima che raggiungano le sue coste. Non è la prima volta nella storia che gli aiuti navali vengono attaccati da Israele. Nel 2010 Israele aveva attaccato la nave Mavi Marmara che trasportava aiuti per i palestinesi dove morirono diversi volontari.
In una dichiarazione Hezbollah ha definito l’azione “un assalto codardo contro una nave civile pacifica” e ha denunciato una flagrante violazione del diritto e dei principi umanitari affermando che “l’entità sionista agisce con impunità, arroganza e disprezzo per la legalità”.
La dichiarazione ha anche incolpato gli Stati Uniti per il loro assoluto sostegno alle azioni israeliane e ha criticato la complicità della comunità internazionale e il silenzio dei governi arabi, che consentono la continuazione della guerra di sterminio contro il popolo palestinese.
La situazione nella striscia di Gaza è drammatica, infatti l’occupazione israeliana tiene chiusi i valichi di frontiera e impedisce l’ingresso di cibo, medicine e carburante e quando arrivano dal mare attacca le navi che li trasportano.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info