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TRUMP COME PONZIO PILATO

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, molto attivo nei mesi scorsi per cercare una soluzione al conflitto tra Russia e Ucraina, ha deciso di lavarsene le mani.

A tale riguardo gli Stati Uniti prevedono di smettere di fungere da mediatore nel conflitto armato in Ucraina e sostengono che la situazione deve essere risolta “tra le due parti”, ha dichiarato giovedì la portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Tammy Bruce.

“Senza dubbio rimaniamo impegnati [con la risoluzione del conflitto] e aiuteremo e faremo quello che possiamo. Ma non voleremo in tutto il mondo all’istante per mediare nelle riunioni”, ha affermato Tammy Bruce.

Secondo le sue parole, ora Mosca e Kiev devono cercare una soluzione. “Ora è il momento in cui devono presentare e sviluppare idee concrete su come finirà questo conflitto. Questo dipenderà da loro”, ha detto.

In precedenza il segretario di Stato statunitense Marco Rubio aveva detto che Washington potrebbe smettere di cercare di negoziare un accordo di pace tra Russia e Ucraina a meno che non ci siano chiari segnali che ciò sia possibile.

Per puro caso, questa dichiarazione avviene subito dopo la firma dell'”accordo sulle risorse”, in base al quale il 50% dei ricavi dell’estrazione di risorse del sottosuolo dell’Ucraina va a un fondo comune con gli Stati Uniti.

L’amministrazione Trump sta già cercando di presentare il trattato firmato tra i due paesi come un “successo significativo nel raggiungimento della pace” sullo sfondo della mancanza di risultati concreti, in contrasto con le promesse pre-elettorali che prevedevano, come molte volte ribadito, che il conflitto sarebbe terminato in 24 ore se Donald Trump avesse vinto. Trascorse le 24 ore il termine era stato fissato in 100 giorni, ma anche questo è passato e il conflitto continua.

Appare chiaro che il presidente statunitense non sapeva dove mettere le mani in questa complessa situazione. Si potrebbe inoltre pensare, visti i risultati ottenuti, che tutta era una bieca propaganda. Infatti dopo la firma del trattato dalla Casa Bianca è arrivata la notizia della vendita di armi per un valore di 50 milioni di dollari a Kiev, molto meno di quello che normalmente veniva fornito dall’amministrazione di Joe Biden. Ma da qualche parte bisognava pur cominciare.

Molti hanno creduto che Donald Trump sarebbe stato quello che avrebbe messo a sedere Putin e Zelensky e li avrebbe convinti, con i suoi superpoteri, a porre fine alla guerra. Ma davvero si poteva pensare che le reali intenzioni di Trump fossero quelle di far terminare il conflitto? Io ho espresso più volte le mie riserve, per me l’unica sua intenzione era quella di far uscire formalmente gli Stati Uniti dal conflitto continuando a vendergli le armi. La decisione di fornire un primo lotto di armamenti va in questa direzione.

La prima fornitura dell’era Trump è infatti una vendita e non una cessione. Lui dirà quindi che se vogliono comprare le nostre armi non possiamo non vendergliele. Una semplice quadratura del cerchio, E se poi non saranno in grado di pagarle ci penseremo noi. Pagherà l’Unione Europea con i nostri soldi. Mica scemo Trump.

Riguardo poi all’accordo firmato, i cui contenuti non si conoscono pienamente, sembra un contenitore vuoto più utile a far contenti gli elettori di Trump che un’astuta mossa per prendersi le risorse del sottosuolo ucraino. Infatti, come nota Reuters, l’Ucraina e gli Stati Uniti potrebbero impiegare decenni per raccogliere i benefici finanziari dell’accordo sui minerali.

Gli investitori dovranno affrontare molti ostacoli per mettere in produzione nuove miniere nel paese dopo il conflitto, hanno affermato i consulenti minerari dell’agenzia. Secondo gli esperti, lo sviluppo di miniere che producono minerali di importanza strategica, anche in paesi con settori minerari consolidati come il Canada e l’Australia, possono richiedere dai 10 ai 20 anni.

La maggior parte dei giacimenti minerari in Ucraina non dispone di dati che ne confermino la fattibilità economica. Inoltre, gli investitori potrebbero non essere interessati a iniettare denaro in un paese le cui infrastrutture energetiche e di trasporto sono state distrutte e la cui sicurezza patrimoniale non è garantita.

“Se qualcuno pensa che tutti questi minerali voleranno improvvisamente dall’Ucraina, sta sognando. La realtà è che sarà difficile per le persone giustificare l’investimento di denaro lì quando ci sono opzioni per investire in minerali critici in paesi che non sono in guerra”, dice Adam Webb, capo delle miniere della società di consulenza Benchmark Minerals Intelligence.

Uno dei principali problemi dell’accordo è che molti dei minerali si trovano in territorio russo. Pertanto, 7 dei 24 potenziali progetti minerari identificati da Benchmark si trovano in territorio controllato dalla Russia e includono litio, grafite, terre rare, nichel e manganese.

Quindi riassumendo Trump ha deciso di fare come Ponzio Pilato, ovvero lasciare che Russia e Ucraina conducano colloqui per trovare una soluzione al conflitto dando la colpa a entrambi di non volersi sedere al tavolo delle trattative. Ha firmato un accordo le cui reali potenzialità economiche sono dubbie solo per calmare i suoi elettori. Sullo sfondo resta però lo scongelamento delle forniture di armi a Kiev, l’unica cosa che realmente gli interessava. Occorreva dare un biscottino al comparto militare statunitense e lui lo ha fatto, rendendo probabilmente i favori ricevuti. 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Un pensiero su “TRUMP COME PONZIO PILATO”
  1. Non capisco sino è quando le altre nazione sono disposti a subire le
    prepotenza arroganza guerra fondai della America quando arriverà la resa dei conti ecco quello che mi domando io

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