Il presidente Vladimir ZelenskyIl presidente Vladimir Zelensky

MEDVEDEV: SE KIEV ATTACA IL 9 MAGGIO MOSCA NESSUNO GARANTIRA’ CHE CI SARA’ UN 10 MAGGIO PER LORO 

 

Il presidente ucraino Zelensky ha, in modo poco velato, minacciato tutte le persone che il 9 maggio assisteranno alle celebrazioni della vittoria nella seconda guerra mondiale che si terranno a Mosca, compresi la ventina di capi di stato che vi prenderanno parte.

“Per tutte le  persone che hanno viaggiato o che viaggeranno  per il 9 maggio, la nostra posizione è molto semplice: non possiamo essere responsabili di ciò che accadrà nel territorio della Federazione Russa. Forniscono loro sicurezza e, quindi, non daremo loro alcuna garanzia”, ha affermato Zelensky.

Ha poi aggiunto che come presidente si sente di non consigliare a nessuno di visitare la Federazione Russa quel giorno e se qualcuno decide di farlo lo fa seguendo una sua personale decisione. 

In precedenza, Kiev aveva accennato alla possibilità di attaccare la parata di Mosca, alla quale si prevede la partecipazione di una ventina di leader mondiali. “In questo momento sono preoccupati di poter celebrare la loro parata militare, ed è giusto”to, ha dichiarato lo stesso Zelenski.

Le dichiarazioni di Zelensky sono state sostenute dal segretario del comitato per gli affari di sicurezza, difesa e intelligence del parlamento ucraino, Román Kostenko, che ha affermato che l’Ucraina ha “capacità” di attaccare la Piazza Rossa di Mosca quando ospiterà la parata militare.

A tali minacce non potevano mancare le repliche del Cremlino, la prima a commentarle è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha scritto sul suo canale Telegram che le minacce del leader del regime ucraino Vladimir Zelensky ai leader internazionali che arriveranno a Mosca per commemorare la vittoria sul nazismo rappresentano una “classica minaccia terroristica su scala internazionale“. 

“Dopo ogni attacco terroristico in territorio russo, il regime di Kiev, i suoi servizi di sicurezza e Zelensky si vantano personalmente che è opera loro e che continuerà ad esserlo. Pertanto, la frase che ‘non garantisce la sicurezza il 9 maggio sul territorio russo’, poiché non è la sua area di responsabilità, è ovviamente una minaccia diretta”, ha scritto.

Zakharova ha ricordato che le autorità ucraine hanno condotto una serie di azioni estremiste in Mali e Niger, il che dimostra che hanno già “esperienza terroristica all’estero”. “Abbiamo già previsto molto tempo fa che il malvagio narco-genio sarebbe finalmente uscito dalla bottiglia e avrebbe iniziato a minacciare i leader dei paesi, e, purtroppo, non ci sbagliavamo. Permettetemi di ricordarvi che ha esteso la sua esperienza terroristica all’estero ad altri continenti quando ha condotto una serie di azioni estremiste in Mali e Niger”, ha affermato.

Secondo la portavoce, si sa da tempo che Zelensky “non è un santo”, ma, con le sue “minacce esplicite” all’integrità fisica dei leader mondiali e dei veterani che parteciperanno agli eventi commemorativi, il leader del regime ucraino “ha toccato il fondo”. In questo contesto, ha osservato che le affermazioni di Zelensky di questo sabato “dimostrano ancora una volta la natura neonazista del regime di Kiev, che è diventato una cellula terroristica”.

Allo stesso tempo, Zakharova ha indicato che il 9 maggio Zelensky “non onorerà la memoria di suo nonno che era al fronte”, ma che, “come un codardo traditore collaboratore, farà il saluto nazista ai fascisti”. 

Ben più diretta è stata la risposta del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, tipica del suo stile, che ha scritto sul suo canale Telegram che Zelensky “capisce che, se c’è una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno garantisce che Kiev arrivi il 10 maggio”, aggiungendo poi che “Il bastardo vestito di verde e non rasato ha detto che rifiuta l’offerta di Putin di un cessate il fuoco di tre giorni per il 9 maggio e che non può garantire la sicurezza dei leader mondiali a Mosca”, riferendosi alla proposta di Putin di un cessate il fuoco per tre giorni in concomitanza con le celebrazioni del 9 maggio.

Poco prima, il presidente ucraino aveva respinto l’iniziativa del presidente russo Vladimir Putin di dichiarare un cessate il fuoco durante le celebrazioni dell’80º anniversario del Giorno della Vittoria, dalle 00:00 del 7 all’8 maggio alle 00:00 del 10-11 maggio. Il leader del regime di Kiev ha insistito sul fatto che vuole una tregua “incondizionata” che duri almeno 30 giorni. (RT)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Un pensiero su “MEDVEDEV: SE KIEV ATTACA IL 9 MAGGIO MOSCA NESSUNO GARANTIRA’ CHE CI SARA’ UN 10 MAGGIO PER LORO”
  1. Prevenire e meglio che curare io non capisco perché la Russia con tutte le potenzialità che ha non prende quell insetto di Zelensky e lo espone in una bara alla parata del nove maggio

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