ROMANIA: TENTATIVO DI CENSURA SU TELEGRAM
Paavel Durov, proprietario della piattaforma di messaggistica Telegram, denuncia che il governo di un paese europeo aveva chiesto alla piattaforma di “silenziare” i conservatori in Romania alla vigilia delle elezioni presidenziali.
In un post condiviso ieri sul suo account in X, il proprietario e cofondatore della piattaforma di messaggistica Telegram, Pavel Dúrov, si è scagliato contro l’intelligence francese.
“L’intelligence francese ha confermato di avermi incontrato, presumibilmente per combattere il terrorismo e la pornografia infantile. In realtà, non hanno mai menzionato la pornografia infantile. Volevano gli indirizzi IP dei sospetti di terrorismo in Francia, ma il loro obiettivo principale è sempre stata la geopolitica: Romania, Moldavia, Ucraina”, si legge nel testo.
In X, l’imprenditore assicura che, dal 2018, la piattaforma che dirige ha combattuto contro gli abusi sui minori in molti modi. “Insinuare falsamente che Telegram non abbia fatto nulla per rimuovere la pornografia infantile è una tattica di manipolazione”, conclude.
Durov ha affermato che il governo di un paese dell’Europa occidentale aveva chiesto a Telegram di “silenziare i conservatori in Romania alla vigilia delle elezioni presidenziali, e ha affermato di aver categoricamente rifiutato. Anche se non ha specificato di quale nazione si trattasse, ha messo l’emoticon di una ‘baguette’.
Allo stesso modo, ha sottolineato che la sua piattaforma non imporrà restrizioni alle libertà degli utenti rumeni né chiuderà i loro canali politici, sostenendo che “non si può ‘difendere la democrazia’ distruggendo la democrazia”. “Non si può ‘combattere l’interferenza elettorale’ interferendo con le elezioni. O c’è libertà di espressione e scelte giuste, o non ce ne sono. E il popolo rumeno merita entrambe le cose”, ha ribadito. (RT)
Il problema però è che in Europa, ma non solo, si cerca di preservare questa discutibile democrazia attentando proprio con i principi fondamentali della democrazia stessa. L’intrusione costante nella piattaforma Telegram, forse l’unica rimasta dove si trovano notizie normalmente censurate sulle altre piattaforme social, è un chiaro tentativo di silenziarla. La narrativa che deve arrivare al pubblico è una sola e una sola deve restare, ogni tentativo di uscire da questa gabbia mediatica viene ostacolato in ogni modo da coloro che sventolano la bandiera della libera informazione e delle libertà.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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