COLLOQUI TRA FUNZIONARI IRANIANI MINIMIZZANO GLI EFFETTI DEI BOMBARDAMENTI SUI SITI NUCLEARI
Il mistero sugli effetti causati agli impianti nucleari iraniani dopo i bombardamenti statunitensi si infittisce, ai rapporti contraddittori dell’intelligence degli Stati Uniti si uniscono alcune conversazioni tra alti funzionari di Teheran.
Il Washington Post, citando quattro persone statunitensi informate sui fatti, rivela che in alcune conversazioni intercorse tra funzionari iraniani viene affermato che gli effetti dei bombardamenti sulle strutture nucleari da parte degli Stati Uniti non sono state così distruttive come dichiarato dallo stesso Donald Trump. Si tratta quindi di un nuovo rapporto che contraddice le dichiarazioni iniziali del presidente degli Stati Uniti, in cui ha affermato che l’operazione è stata un successo.
L’amministrazione Trump non ha messo in dubbio l’esistenza del nuovo rapporto, ma non è d’accordo con le conclusioni osservate e ha messo in dubbio la capacità di Teheran di valutare i danni agli impianti di Natanz, Isfahan e Fordo.
“È vergognoso che il Washington Post aiuti le persone a commettere crimini pubblicando fughe di notizie fuori contesto”, ha dichiarato l’addetto stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt. “L’idea che funzionari iraniani anonimi sappiano cosa è successo sotto centinaia di metri di macerie è assurda. Il loro programma di armi nucleari è finito”, ha aggiunto.
Da parte sua, un funzionario dell’intelligence statunitense ha affermato: “Una singola telefonata tra iraniani anonimi non è la stessa cosa di una valutazione dell’intelligence, che tiene conto di una serie di test, con più fonti e metodi”.
Tuttavia, il giornale osserva che le telefonate, le e-mail e altre comunicazioni elettroniche intercettate, note come “intelligence di segnale”, sono considerate tra gli strumenti più potenti e affidabili a disposizione dello spionaggio statunitense e spesso costituiscono la maggior parte delle informazioni usate per redigere il rapporto quotidiano di intelligence per Trump.
Ai rapporti contraddittori forniti dalle autorità statunitensi nei quali prima vengono messi in dubbio i risultati dei bombardamenti, poi si afferma che tutti i siti sono stati distrutti, confermando le dichiarazioni iniziali di Donald Trump, si aggiungono quindi anche questi colloqui che smentiscono la distruzione totale dei siti di Fordo, Natanz e Isfahan allontanando la verità sui reali effetti dell’attacco.
E’ chiaro che l’amministrazione Trump cerchi in ogni modo di far passare per buona la tesi che tutti i siti siano stati distrutti, come appare evidente che da Teheran si cerchi di minimizzare gli effetti dei bombardamenti. Washington deve convincere la propria opinione pubblica che quando la potente macchina da guerra statunitense si muove nessuno può resisterle, Teheran invece ha tutto l’interesse a distruggere la credibilità bellica degli Stati Uniti. Visioni opposte usate dai due paesi per ovvi motivi interni.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info