Il Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez ParrillaIl Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez Parrilla

CUBA RIFIUTA IL MEMORANDUM PRESIDENZIALE DEGLI STATI UNITI CHE INASPRISCE IL BLOCCO ECONOMICO

 

 

Mentre da un lato l’amministrazione statunitense elimina la Siria dei terroristi in giacca e cravatta dalla lista dei paesi sponsor del terrorismo, dall’altro emana un nuovo memorandum presidenziale che inasprisce il blocco economico, commerciale e finanziario nei confronti di Cuba.

Fin dal trionfo della rivoluzione Cuba è nel mirino degli Stati Uniti che non hanno mai accettato la sua legittima scelta di essere un paese socialista e per questo hanno tentato, per il momento senza successo, di cambiare il governo adottando ogni sorta di sanzione per strozzare l’economia dell’isola.

Con l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump e con la nomina di Marco Rubio alla carica di segretario di stato l’amministrazione statunitense continua nella sua lotta contro Cuba a suon di sanzioni e ingerenze nella vita politica e sociale dell’isola. Il 30 giugno il governo statunitense ha pubblicato un nuovo memorandum per la sicurezza nazionale con lo scopo di inasprire ulteriormente la pressione sul governo cubano.

Il documento anticubano pubblicato dal governo degli Stati Uniti il 30 giugno 2025 consiste in una riedizione emendata del memorandum presidenziale di sicurezza nazionale n. 5 che lo stesso governo degli Stati Uniti aveva emesso il 16 giugno 2017, all’inizio del primo mandato di Donald Trump. Cuba denuncia e respinge categoricamente entrambe le versioni del famigerato documento, commenta il ministero degli esteri cubano in una nota.

Come chiara espressione della condotta aggressiva e degli scopi egemonici di quel paese, il testo originale e la sua attuale riedizione contemplano un corpo di misure volte a rafforzare ulteriormente l’assedio economico e provocare maggiori carenze al popolo cubano, nel tentativo fallito di impadronirsi del paese e governare il suo destino, in conformità con le disposizioni della legge Helms-Burton del 1996.

Già dal 2017 e sotto la protezione del memorandum allora emesso, il governo degli Stati Uniti ha iniziato ad applicare misure di rafforzamento estremo del blocco economico che lo hanno portato a una dimensione qualitativamente più dannosa. Queste misure sono state mantenute per otto anni, incluso il periodo di governo di Joseph Biden, e spiegano in gran parte le attuali carenze e le grandi sfide che l’economia cubana deve affrontare per la sua ripresa, crescita e sviluppo.

Il memorandum originale del 2017 è stata la piattaforma politica che ha promosso, tra le altre misure, il divieto quasi assoluto agli statunitensi di recarsi a Cuba. È quello che ha indotto alla persecuzione delle forniture di carburante, all’ostacolo delle rimesse e alle misure contro i governi di paesi terzi che hanno deciso di avvalersi dei servizi medici cubani per assistere le rispettive popolazioni.

È anche quello che ha promosso le pressioni su entità commerciali e finanziarie di qualsiasi parte del mondo per impedire le loro relazioni con Cuba, quello che porta a cause legali nei tribunali degli Stati Uniti contro gli investitori nel nostro paese, quello che ha disposto l’inclusione calunniosa dell’isola nella lista degli Stati presumibilmente sponsor del terrorismo, con le sue nefaste conseguenze per l’economia nazionale, continua la nota.

La politica ostile così definita viola il diritto internazionale e numerose risoluzioni delle Nazioni Unite lo confermano . Intende fondare l’uso della coercizione economica come arma di aggressione contro un paese sovrano, con l’intento di rompere la volontà politica di tutta la nazione e sottoporla alla dittatura egemone degli Stati Uniti. Non è per piacere o per caso che, dal 1992, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite chiede quasi all’unanimità la fine del blocco economico, commerciale e finanziario.

Per giustificare la sua azione, sia il memorandum presidenziale originale che quello ora modificato fanno riferimento a termini come democrazia, diritti umani, libertà religiosa e altri. Sono tutti concetti incompatibili con la condotta storica abusiva e trasgressiva del governo degli Stati Uniti. Si riferisce anche espressamente all’impegno a distruggere il socialismo e a convertire l’economia cubana al capitalismo.

I governanti e i politici degli Stati Uniti hanno la sfacciataggine di dichiarare che agiscono così per il bene del popolo cubano.

Le sfide che Cuba deve affrontare sono grandi e impegnative, soprattutto per l’impegno degli Stati Uniti di distruggere il progetto nazionale che noi cubani abbiamo costruito in pieno esercizio dei nostri diritti sovrani, tra cui quello dell’autodeterminazione.

Al governo degli Stati Uniti non importa che Cuba sia un paese pacifico, stabile, solidale e con relazioni amichevoli con praticamente il mondo intero. La politica che applica risponde agli interessi stretti di una cricca anticubana e corrotta che ha fatto dell’aggressione al vicino uno stile di vita e un business molto redditizio, termina la nota diramata dal ministero degli esteri di Cuba.

Un documento quindi che preannuncia ulteriori sanzioni e provvedimenti da parte del paese detentore delle libertà e della democrazia mondiale che colpiranno ulteriormente l’isla grande. 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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