Unione europeaBandiere dei paesi dell’Unione Europea

UNIONE EUROPEA: SANZIONI A SALVE CONTRO ISRAELE 

 

Nel mezzo delle azioni militari israeliane nella striscia di Gaza l’Unione Europea prova a emanare sanzioni contro Tel Aviv, sanzioni che arrivano fuori tempo massimo e dagli effetti irrisori, se approvate.

Sembra più un azione dimostrativa per l’opinione pubblica europea che manifesta ogni giorno di più la propria indignazione per quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza che un provvedimento che spinga il governo d Tel Aviv a interrompere la sua vendetta contro i palestinesi.

Ieri Bruxelles ha presentato le prime sanzioni economiche e politiche contro Israele. A quasi due anni dall’inizio dei bombardamenti e dell’uccisione di oltre 63 mila palestinesi da parte delle forze di difesa israeliane  l’Unione Europea prova a uscire dall’indifferenza che ha caratterizzato la sua azione politica con la proposta di sanzioni contro Tel Aviv.

Le sanzioni riguardano. il congelamento immediato di circa 20 milioni di fondi previsti per Israele, l’applicazioni di dazi a merci per un valore di circa 6 miliardi di euro e misure restrittive nei confronti dei ministri più estremisti del governo di Tel aviv.

“Voglio essere molto chiara: l’obiettivo non è punire Israele. L’obiettivo è migliorare la situazione umanitaria a Gaza”, ha affermato l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, presentando il pacchetto.

Ma se le sanzioni non devono colpire lo stato di Israele per convincerlo ad abbandonare le sue politiche vendicatrici nei confronti dei palestinesi, perché vengono proposte? Se non ricordo male le sanzioni contro la Russia dovevano servire per piegare l’economia russa e convincere Mosca a desistere dalle sue ambizioni territoriali. Quindi pensare che siano solo uno specchietto per le allodole non credo sia del tutto sbagliato. Dimenticavo però che il nostro nemico abita a Mosca e non a Tel Aviv.

Anche perché per la completa applicazione di quanto proposto occorre passare dalle capitali dei paesi europei con tutte le difficoltà che ne conseguono. Ricordo che il commercio tra Israele e l’unione Europea  rappresenta per il paese ebreo il 33 per cento del commercio estero, quindi sanzioni serie e mirate potrebbero far male a Tel Aviv.

In ogni caso si parla di sanzioni che sospendono le agevolazioni commerciali previste dall’accordo di associazione per lo scambio di merci, per la partecipazione agli appalti pubblici, per le norme sulle proprietà intellettuali. Mentre non verrebbero toccate le disposizioni sul flusso di capitali e doganali. Negando l’accesso preferenziale al mercato dell’Ue, alle merci israeliane sarebbero applicate gli stessi dazi doganali che l’Ue applica a Paesi terzi con cui non ha un accordo di libero scambio.

L’effetto, sarebbe dunque l’imposizione di dazi aggiuntivi su merci israeliani per il valore di 5,8 miliardi di euro. Secondo i calcoli della Commissione europea, ciò si tradurrebbe – se il commercio rimarrà allo stesso livello del 2024 – in 227 milioni di euro di dazi doganali nell’arco di un anno. Viceversa, se Israele dovesse rispondere alzando barriere analoghe, i dazi colpirebbero merci europee per il valore di circa 8 miliardi. Bruxelles è rimasta sorda agli appelli – e alle decisioni unilaterali di alcuni Paesi membri – per imporre restrizioni specifiche al commercio di armi e materiale a doppio uso civile-militare. Anzi, secondo il regime MFN  Favored Nation, dell’Organizzazione mondiale del commercio), rimarranno in gran parte esenti da dazi.

Per l’applicazione delle sanzioni contro i ministri della Sicurezza nazionale e delle Finanze, gli estremisti religiosi Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, occorre l’unanimità dei paesi dell’unione, cosa non scontata. Il cammino comunque è  molto tortuoso anche per l’applicazione delle altre misure, infatti, anche se per la loro approvazione occorre la maggioranza qualificata., il nostro paese e la Germania hanno già dichiarato di non volerle sostenere.

Quindi sembra proprio che niente, come era scontato, accadrà, l’Unione Europea continuerà a voltarsi dall’altra parte e lascerà Israele fare tutto ciò che vuole. Infine. penso, che da Bruxelles temano che dalla Casa Bianca, che ha sempre sostenuto il governo di Benjamin Netanyahu, arrivi uno stop, magari con l’adozione di altri dazi o misure punitive. In fondo la politica estera dell’unione si fa a Washington e non a Bruxelles.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Un pensiero su “UNIONE EUROPEA: SANZIONI A SALVE CONTRO ISRAELE”
  1. Woah! I’m really digging the template/theme of this website. It’s simple, yet effective. A lot of times it’s hard to get that “perfect balance” between user friendliness and appearance. I must say you’ve done a superb job with this. In addition, the blog loads extremely quick for me on Opera. Exceptional Blog!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *