SOSPESA L’APERTURA DEL VALICO DI RAFAH
Alcuni giorni fa, dopo la presentazione del piano di pace di Donald Trump, avevo scritto se ci potevamo fidare del primo ministro israeliano e del presidente statunitense.
Avevo scritto che non mi sarei fidato neppure di andare a prendere un caffè con loro se mi avessero invitato perché non avrebbero sicuramente pagato il conto.
Finite le celebrazioni a favore di telecamere e giornalisti i nodi iniziano ad arrivare al pettine, infatti le autorità politiche israeliane hanno deciso di non aprire il valico di Rafah e di ridurre gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza in risposta al ritardo nella restituzione dei corpi dei prigionieri.
La misura, descritta come punitiva contro Hamas, aggrava le tensioni nel contesto dell’accordo di cessate il fuoco e della consegna scaglionata di corpi e prigionieri, ha osservato il canale 13.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha adottato le raccomandazioni dei servizi di sicurezza per sospendere temporaneamente l’apertura del valico di frontiera di Rafah, oltre a limitare l’ingresso di aiuti umanitari nell’enclave palestinese.
Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth, non è stato ancora determinato se il ritardo costituisca formalmente la violazione dell’accordo.
Gli ostaggi sono stati restituiti ai loro parenti, quindi il primo ministro Benjamin Netanyahu può fare ciò che vuole, anche sospendere l’accordo appena sottoscritto e impedire che gli aiuti arrivino ai cittadini di Gaza e continuare a bombardare la striscia. Oggi sono morti sotto le bombe israeliane 44 palestinesi.
Vi stupite? Io no, Israele ha mai rispettato qualcosa?
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
