L’attentato al ponte di CrimeaL’attentato al ponte di Crimea

LO SBU RIVELA I DETTAGLI DEL PRIMO ATTENTATO AL PONTE DI CRIMEA 

 

Il capo del servizio di sicurezza ucraino (SBU), Vasil Maliuk, aveva confermato alcuni giorni fa alla catena televisiva CNN che lo SBU era responsabile degli attentati al ponte di Crimea, compreso il primo compiuto nell’ottobre scorso, adesso ne spiega la dinamica.

“Io personalmente e due dei miei fidati dipendenti siamo stati coinvolti nello sviluppo e nell’attuazione dell’operazione speciale con il ponte”, ha dichiarato Vasily Malyuk, in un’intervista a NV.

Inizialmente era stato progettato dal Servizio di Sicurezza Ucraino di trasportare l’esplosivo in carri merci ferroviari, ma il progetto è stato abbandonato perché Mosca impediva il trasporto ferroviario di merci per via ferroviaria ad eccezione di quelle per uso militare. Quindi è stato deciso di caricare gli esplosivi sopra un camion, e così è avvenuto.

Gli esplosivi sono stati confezionati in modo che sembrassero delle comuni merci: sono stati avvolti in pellicola trasparente ed assomigliavano a comuni rotoli e per questo non hanno destato sospetti.

Lo SBU ha calcolato lo spessore dello strato di pellicola necessario a nascondere agli scanner doganali i cilindri metallici  contenenti una  miscela di esogeno. Il peso complessivo dei cilindri era di circa 21 tonnellate. Il capo dei servizi di sicurezza non ha rivelato da dove il materiale esplosivo sia arrivato e come e dove sia stato caricato sul camion.

Gli stessi ucraini, secondo Maliuk, avrebbero inibito i sensori GPS. Ciò ha permesso di far saltare in aria il camion in mezzo al ponte. Tutte le persone coinvolte nel carico e nel trasporto degli esplosivi erano ovviamente ignare di quanto stassero trasportando, sono state usate senza che sapessero cosa il camion trasportasse.

“Abbiamo attraversato sette gironi d’inferno, usato così tante persone a loro insaputa! I russi hanno arrestato 22 persone, le hanno messe in prigione. Sono tutte accusate di complicità in un attentato terroristico. Anche se in realtà erano impegnate nella loro solita attività quotidiana. Erano normali contrabbandieri russi”, ha detto Malyuk.

Un’indagine condotta nei giorni successivi all’attentato al ponte di Crimea dal Servizio Federale di Sicurezza della Russia aveva svelato i contorni di quella operazione terroristica pianificata e realizzata dal governo di Zelensky ma che era stata fatta passare come un attentato compiuto dallo stesso Cremlino. Ipotesi questa inverosimile ma ampiamente fatta circolare dai nostri mezzi di informazione sempre disposti a propagandare anche le menzogne più impossibili da credere.

I colli contenenti gli esplosivi, secondo l’indagine russa, sono stati spediti da Odessa alla Bulgaria, successivamente sono stati trasportati dalla Bulgaria al porto di Poti in Georgia, e quindi in Armenia. I documenti sono stati falsificati ed infine il carico è arrivato in Russia nella  base logistica di Armavir nella regione russa di Krasnodar. Lì, il 7 ottobre, i documenti del carico sono stati falsificati ancora una volta. Infine il carico è stato trasportato in direzione della Crimea e sul ponte è stato fatto detonare.

Un attentato decisamente ben progettato che però non ha ottenuto quello che si prefiggeva ovvero la distruzione del ponte di Crimea che avrebbe impedito il trasporto dei materiali bellici russi al fronte. Attentato  che finalmente è stato rivendicato da coloro che lo hanno realizzato per buona pace di chi ha sostenuto per mesi che il governo ucraino non ne era il responsabile.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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