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IL TETTO SUL PREZZO DEL GAS L’ULTIMO PARAVENTO PER LA NOSTRA CLASSE POLITICA

 

Sempre più insistentemente viene chiesto un tetto al prezzo del gas a livello europeo per arginare i continui aumenti, ma sarà la soluzione per alleggerire le nostre bollette?

Il nostro Mario Draghi da diversi mesi chiede all’Unione Europea di fissare un tetto al prezzo del gas russo per tentare di arginare gli effetti degli aumenti  sulle nostre bollette. Se lo chiede lui c’è davvero da credere che sia la misura giusta …

Il prossimo venerdì in Europa si discuterà proprio di questo, ma sarà la misura che davvero ridurrà le nostre bollette? La speranza di chi lo propone è chiaramente quella che servirà, ma se ci pensiamo potrebbe essere il solito boomerang che cadrà sulle nostre teste. Un po’ come le sanzioni applicate alla Russia da una cinquantina di paesi, inclusa l’Italia, che hanno colpito proprio noi che le abbiamo pensate ed applicate.

Potrebbe essere un boomerang perché non è detto che la Russia venderà all’Europa il gas al prezzo massimo imposto. Come dire che se per esempio imponessimo un tetto massimo a 250 Dollari per mille metri cubi la Russia potrebbe non accettare questo prezzo e semplicemente non vendercelo. In Europa pensano che il Cremlino strozzato economicamente accetti qualunque prezzo per vendere il gas però non considerano che attualmente l’economia russa non è proprio alla canna del gas.

Inoltre se pensiamo che potremmo fare da soli senza la Russia allora significa che non abbiamo capito nulla. Infatti se improvvisamente sul mercato energetico sparisse il gas proveniente dalla Russia il prezzo dell’oro blu schizzerebbe in  alto data la sua mancanza sui mercati internazionali. Poi  per quello proveniente da altri mercati non sembra sia previsto alcun tetto di prezzo, una misura che dovrebbe solamente punire la Russia.

Questo tetto sa molto di quanto approvato dall’Unione Europea per il petrolio russo. Infatti il 5 dicembre entrerà in vigore la sospensione all’acquisto del greggio proveniente dalla Russia e il 5 di febbraio del prossimo anno quello per gli altri prodotti derivati dal petrolio. Questo farà mancare sul mercato europeo2 milioni di barili al giorno e per conseguenza, se l’OPEC non aumenterà la produzione, ma sembra non ne abbia assolutamente voglia, il prezzo del barile non potrà che aumentare.

Inoltre la Russia sta esportando il suo petrolio in molti altri paesi siglando contratti a prezzi più bassi di quelli di mercato continuando comunque ad avere margini molto alti. E’ diventato il primo fornitore per la Cina, il terzo per l’India a cui vende il greggio a 70-80 Dollari al barile contro un prezzo medio di mercato che supera i 100 Dollari.

Dai paesi occidentali vengono fatte pressioni alla Cina ed all’India perché non comprino i prodotti petroliferi russi ma pare proprio che da quell’orecchio non intendono sentirci. Quindi se improvvisamente la Russia smettesse di venderci il gas la conseguenza, data la mancanza di gas sul mercato, sarebbe l’inevitabile aumento del suo prezzo.

Aumento che ovviamente si ripercuoterebbe sulle nostre bollette e sulle nostre già vuote tasche. Cosa fare allora? Impedire alla speculazione di arricchirsi a nostre spese. Una misura semplice che potrebbe arginare il potere degli speculatori potrebbe essere quella di impedire agli operatori di acquistare e vendere il gas allo scoperto, ovvero acquistare il gas e poi rivenderlo virtualmente senza averlo materialmente in possesso.

Ma vi figurate voi se la nostra classe politica, sottomessa agli Stati Uniti, che da questi aumenti ci stanno guadagnando enormemente ed alla finanza speculativa, si taglieranno il ramo su cui è seduti? L’importante per loro è far credere che il tetto sul gas è la risoluzione del problema e poi, quando torneremo alla casella di partenza, addosseranno la responsabilità degli aumenti al solito cattivissimo Putin.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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