Danni al gasdotto North StreamDanni al gasdotto North Stream

WASHINGTON POST: NON CI SONO PROVE CHE LA RUSSIA SIA DIETRO GLI ATTENTATI AI GASDOTTI 

 

Il Washington Post ha pubblicato oggi un articolo in cui viene dichiarato che, riguardo al sabotaggio dei gasdotti North Stream 1 e 2, numerosi funzionari occidentali affermano che le prove non puntano alla Russia quale paese responsabile dell’attentato.

Un’indagine condotta per mesi ha rivelato che dietro il sabotaggio dei gasdotti russi North Stream 1 e North Stream 2 avvenuto alla fine del settembre scorso non ci sarebbe la Russia, le prove raccolte non hanno dimostrato in alcun modo la responsabilità del Cremlino nell’attacco.

Subito dopo l’esplosione dei gasdotti da tutte le parti si è fatto a gara per gettare la responsabilità del fatto sulla Russia. Infatti dopo le esplosioni di fine settembre che hanno gravemente danneggiato i gasdotti sottomarini costruiti per trasportare il gas naturale dalla Russia all’Europa, i leader mondiali hanno rapidamente incolpato Mosca di uno sfacciato e pericoloso atto di sabotaggio. 

Con l’avvicinarsi dell’inverno, sembrava che il Cremlino intendesse bloccare il flusso di energia a milioni di persone in tutto il continente, un atto di “ricatto”, secondo alcuni leader, volto a minacciare i Paesi affinché ritirassero il loro sostegno finanziario e militare all’Ucraina. 

Adesso arriva la marcia indietro:  “ora, dopo mesi di indagini, numerosi funzionari dicono in privato che la Russia potrebbe non essere responsabile dell’attacco ai gasdotti Nord Stream”, scrive il giornale.

Il Washington Post ha intervistato 23 funzionari, diplomatici e dell’intelligence di nove Paesi che sono stati informati dei progressivi risultati dell’indagine e dalle loro dichiarazioni non emergono prove che la stessa Russia sia l’artefice del sabotaggio. “A questo punto non ci sono prove che la Russia sia dietro al sabotaggio“, ha dichiarato un funzionario europeo sotto anonimato.

Nel rapporto viene indicato che “alcuni intervistati si sono spinti a dire che non pensano che la Russia sia responsabile. Altri, che considerano ancora la Russia un sospetto primario anche se attribuire in modo certo l’attacco – a qualsiasi Paese – potrebbe essere impossibile“.

Un’indagine del governo tedesco ha confermato che gli esplosivi sono stati collocati all’esterno delle condutture e delle strutture sottomarine, mentre i sismologi hanno rilevato tre esplosioni che hanno causato quattro perdite totali sui gasdotti North Stream 1 e 2.  I risultati dell’indagine condotta dal governo svedese non sono stati resi noti e sono stati quindi posti sotto segreto.

Tutti coincidono sul fatto che quanto accaduto ai gasdotti sia frutto di un attentato ma nessuno punta il dito con certezza sulla Russia. Avendo a disposizione le tracce degli esplosivi, le registrazioni delle esplosioni e dei transiti navali sembra davvero  impossibile che gli inquirenti svedesi o tedeschi non abbiano dei sospetti sul colpevole, eppure, per ora, non trapela nulla. Chissa come mai.

Non occorreva certamente l’articolo del Washington Post per rendersi conto che tutta la retorica messa in giro subito dopo le esplosioni ai due gasdotti dai governi occidentali era nient’altro che fuffa. E’ stato chiaro fin dalle prime ore che la Russia era il soggetto che avrebbe subito le maggiori conseguenze, era impossibile che avessero colpito loro i gasdotti per far dispetto agli europei. Un po’ come quando il marito, trovando la moglie a letto con l’amante, per fargli dispetto si taglia i gioielli di famiglia.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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