Operatori nel laboratorio di WuhanOperatori nel laboratorio di Wuhan

IL PUNTO SULLE INDAGINI SUI BIOLABORATORI DEGLI STATI UNITI 

 

IGOR KIRILLOV, Generale delle Forze armate russe, Responsabile per la Difesa da radiazioni, sostanze chimiche e biologiche, ha tenuto una conferenza stampa il 18 luglio nella quale fa il punto sulle indagini condotte dalla Russia sui biolaboratori statunitensi in Ucraina ed in altre nazioni.

Proponiamo di seguito una sintesi della conferenza stampa di IGOR KIRILLOV pubblicata sul canale Telegram di Infodefense.

Vorrei sottolineare che i risultati delle nostre indagini che pubblichiamo, nonostante la rigida censura occidentale, sono state recepite dai media internazionali. Autorevoli pubblicazioni come “Times”, “Guardian”, “New York Post”, il canale “Sky News” hanno pubblicato materiali sugli argomenti più di risonanza.

Allo stesso tempo, il Dipartimento di Stato americano ha lanciato una campagna mediatica per screditare e neutralizzare le accuse russe di violazione delle disposizioni della Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche da parte dei biologi militari degli Stati Uniti. Il Centro Internazionale di Scienza e Tecnologia (ISTC) svolge un ruolo primario in questo intento, ed è controllato dagli Stati Uniti.

L’ISTC finanzia attività mediatica per contrastare le informazioni sui biolaboratori americani in Ucraina al fine di generare una percezione positiva dei progetti di Washington nello spazio post-sovietico. L’ISTC ha firmato un contratto con la Wooden Horse Strategies, una società di consulenza americana, che prevede la pubblicazione di materiale propagandistico, nonché di un monitoraggio e risponde prontamente alle pubblicazioni “filorusse”, incluso il blocco dell’accesso alle prove.

Inoltre, l’attività dei biolaboratori americani in Ucraina solleva sempre più interrogativi tra i cittadini comuni e i politici degli stessi Stati Uniti.

Ad esempio, il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Robert Kennedy Jr. ha criticato duramente le attività militari-biologiche del governo statunitense.

Kennedy ha sottolineato il ruolo della CIA nelle operazioni sulle armi biologiche, la prima delle quali fu l’Operazione “Paperclip”. Nell’ambito dell’operazione, gli esperti del Giappone e della Germania nazista furono portati negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale per “trasferire competenze” nella ricerca biologica militare. Lo scopo del progetto era: “…sviluppare un programma di armi sperimentali e portare con sé scienziati giapponesi che sono gli unici ad aver usato armi biologiche…”. 

Vorrei ricordare che gli sviluppatori giapponesi hanno prestato particolare attenzione alle questioni relative all’uso di formulazioni biologiche, nonché ai meccanismi di trasmissione e diffusione delle malattie trasmesse da vettori.

A questo proposito, non è casuale che le organizzazioni di ricerca del Ministero della Difesa degli Stati Uniti siano interessate a studiare le principali specie di zanzare e zecche portatrici di infezioni epidemiche – febbre della Rift Valley, West Nile e dengue.

Abbiamo già rilevato che tali ricerche vengono condotte in organizzazioni specializzate, sia all’interno degli Stati Uniti sia in biolaboratori situati all’estero, dove vengono studiate più di cento specie di zanzare e zecche. Le strutture a duplice uso, come la Oxytek, azienda biotecnologica finanziata dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, potrebbero essere utilizzate per produrre in massa i vettori.

Gli specialisti militari americani sono riusciti a perfezionare le tecniche di adattamento e di allevamento dei vettori raccolti nei loro habitat naturali. I metodi sviluppati consentono di produrre zanzare e zecche infette da arbovirus in condizioni di laboratorio.

Si noti che questa attività di ricerca è accompagnata dal deterioramento della situazione epidemica e dall’espansione degli habitat dei vettori. In questo caso, si tratta della formazione di focolai artificiali.

Ad esempio, un aumento del numero di zanzare tigre asiatiche non endemiche è già stato registrato nell’Europa meridionale e centrale. In Germania, popolazioni di questa specie si sono stabilite in cinque distretti federali. Un’altra specie di zanzara (Culex modestus), vettore della febbre del Nilo occidentale, è stata identificata in Svezia e Finlandia.

Allo stesso tempo, nei Paesi dell’Unione Europea è stato rilevato un aumento dell’incidenza di infezioni non caratteristiche trasmesse da vettori. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nel 2022 sono state registrate in Europa più persone infettate dalla febbre dengue rispetto al decennio precedente. Anche la febbre del Nilo occidentale ha raggiunto un picco con più di 1.000 casi, 92 dei quali fatali. I casi di infezione da febbre Zika associati a punture di zanzara sono stati registrati per la prima volta in Francia.

Pertanto, il lavoro dei biologi militari americani è finalizzato alla formazione di “epidemie gestite artificialmente”. Il controllo sulle loro attività, in particolare quelle delle organizzazioni private, è stato ampiamente ridotto (poiché non esiste un meccanismo di controllo rigoroso su di esse). Le lacune della Convenzione sulle Armi Biologiche (BWC) (divenuta obsoleta dal 1975 a causa degli enormi progressi della biotecnologia) consentono alle bio-società di eludere le proprie responsabilità e di condurre ogni tipo di ricerca.

Nel corso dell’OMS sono stati rinvenuti alcuni documenti che confermano le attività delle organizzazioni di ricerca specializzate del Ministero della Difesa USA sul territorio ucraino.

In precedenza vi abbiamo informato sulle attività dell’Istituto di ricerca del Walter Reed. Si è rilevato che l’Istituto è un “fornitore” di agenti patogeni di rilevanza epidemica grazie alla sua vasta rete di filiali. Sono stati presentati anche materiali documentali che confermano la partecipazione del personale dell’Istituto alla raccolta di biomateriali dalla popolazione ucraina e dai militari ucraini durante le ostilità nel Donbas dal 2014 al 2020.

Oggi vorrei soffermarmi sulle attività dei Laboratori della Marina degli Stati Uniti (NAMRU). Dei sette laboratori bio-militari della Marina, tre si trovano fuori dagli Stati Uniti: in Italia, Cambogia e Perù. L’organizzazione del NAMRU si basa anche sulla creazione di un sistema interconnesso di filiali e uffici di rappresentanza situati in aree di interesse epidemico.

La sola filiale asiatica del NAMRU-2 a Phnom Penh analizza più di cinquemila campioni di agenti patogeni all’anno, e un numero simile di biomateriali viene raccolto in Sud America.

L’affiliato NAMRU-6 opera sotto copertura civile dall’aprile 2023 sotto gli auspici della sezione latinoamericana dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. 

Si prevede che le attività del NAMRU-6 si estenderanno all’Argentina, dove è previsto l’aggiornamento di uno dei laboratori al livello di massimo contenimento biologico BSL-4. La formazione per la nuova struttura è fornita dall’organizzazione no-profit americana Health Security Partners.

Dal 2019 il NAMRU-3 è stanziato presso la base aerea di Sigonella in Italia. Allo stesso tempo, il personale di laboratorio (tra cui entomologi, microbiologi e medici di malattie infettive) conduce ricerche nei focolai naturali di infezioni particolarmente pericolose (Ebola, dengue, malaria) sul territorio di Egitto, Ghana e Gibuti.     

Va ricordato che l’Unità Navale bio-militare in Italia appoggia i tre comandi strategici degli Stati Uniti – centrale, europeo e africano – e il suo compito principale è: “…studiare, monitorare e rilevare le malattie di rilevanza militare…”. 

Pertanto, l’organizzazione del lavoro delle filiali estere della NAMRU corrisponde pienamente agli interessi nazionali e ai documenti di pianificazione strategica degli Stati Uniti nel campo della biosicurezza ed è finalizzata al controllo della situazione biologica nelle aree in cui sono stanziati i contingenti militari della NATO.

Allo stesso tempo, le attività delle filiali estere della NAMRU non si limitano alla raccolta e all’esportazione di agenti patogeni. Ancora una volta il Pentagono sta cercando di promuovere gli interessi delle grandi case farmaceutiche americane, che sono i principali sponsor della campagna elettorale dei rappresentanti del Partito Democratico.

Si segnala il documento del Ministero della Difesa degli Stati Uniti contrassegnato come “per uso ufficiale”, ottenuto durante le attività operative nei territori ucraini liberati.

È datato 2015 e riguarda il sistema di sperimentazione clinica di mezzi medici per contrastare le febbri virali. Gli autori del documento prevedevano di creare un’unità mobile di risposta rapida progettata per testare nuovi farmaci nei luoghi in cui le Forze armate USA sono dispiegate in tutto il mondo.

Sono stati sviluppati protocolli per le sperimentazioni cliniche sull’uomo e presentate le pratiche per la registrazione dei prodotti medici.

Gli algoritmi dovevano essere testati nell’area di responsabilità del Comando USA in Africa, per poi essere estesi a tutte le filiali estere della NAMRU. In questo modo, il Pentagono prevedeva di utilizzare l’Esercito USA per testare sulla popolazione locale farmaci non registrati e la loro successiva approvazione da parte delle autorità di controllo nell’interesse delle “Big Pharma”. 

Per raggiungere questi obiettivi si proponeva di utilizzare una rete di bio-laboratori subordinati e organizzazioni intermediarie, come Metabiota. 

Prestate attenzione all’offerta commerciale della società Metabiota contrassegnata come “confidenziale”, che è stata trovata tra i documenti in uno dei biolaboratori ucraini. La proposta è indirizzata all’Istituto di ricerca sulle malattie infettive dell’Esercito americano e riguarda la formazione di specialisti in malattie infettive in Kenya e Uganda. Il documento rivela che DITRA, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e, per dare un’apparenza di “cooperazione umanitaria”, l’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale e alcune strutture dell’UE sono coinvolte nello studio di agenti patogeni nei Paesi del continente africano.

È stato confermato il coinvolgimento di Metabiota nello studio del virus dell’influenza aviaria H7N9 e il suo ruolo di primo piano nell’attuazione del progetto Predict. (Infodefense)

 

Andrea Puccio – www.occhisullmondo.info

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