AGGRESSORE ED AGGREDITO: SCENDONO IN CAMPO LE TIFOSERIE  

 

Arrivano le tifoserie: come avviene tra Russia ed Ucraina anche tra Israele e Palestina sono scesi in campo i supporters. Da una parte chi sostiene gli israeliani, dall’altra chi appoggia i palestinesi: nessuno che provi a trovare una soluzione.

In mezzo alle due tifoserie che inneggiano per una parte o l’altra sul terreno restano centinaia di civili  deceduti. I civili israeliani sono assassinati mentre quelli palestinesi sono morti, perché le parole , anche in questo caso, contano e non sono messe lì a caso. La morte prima o poi arriva per tutti, un assassinio invece è provocato. Peccato però che i palestinesi che perdono la vita a Gaza non muoiono per cause naturali ma a causa delle bombe israeliane, ma questo non viene sottolineato dai nostri mezzi di informazione che inondano le nostre case con notizie in cui le parole sono sapientemente soppesate.

C’è sempre un aggredito ed un aggressore: l’Ucraina è aggredita, la Russia è l’aggressore. Israele è aggredito, la Palestina è l’aggressore. La narrativa dell’aggredito e dell’aggressore si ripete tragicamente anche questa volta e, come nel caso dell’Ucraina e della Russia, i confini sono difficili da tracciare.

Se l’Ucraina è stata aggredita dalla Russia come vanno intesi otto anni di continui attacchi contro le popolazioni del Dombass compiuti da Kiev?

Se Israele è aggredito dai Palestinesi come si devono definire 75 anni di continui soprusi e segregazioni compiuti da Tel Aviv nei confronti di un popolo che chiede di vivere in un proprio stato, tra l’altro riconosciuto anche dall’ONU ma mai accettato da Israele e da chi lo sostiene a livello internazionale. 

Ecco dunque che l’aggredito diventa aggressore e viceversa. Aggredito ed aggressore sono diventati il mezzo per dividere l’opinione pubblica in tifoserie. Tifoserie che, essendo appunto fazioni, non si incontreranno mai e non analizzeranno laicamente ciò che sta avvenendo. Agiteranno solo le loro bandiere.

Nessuno tra i tifosi delle due fazioni prenderà in considerazione le ragioni dell’altro perché ritenute inaccettabili, dimenticandosi che la verità di solito sta sempre nel mezzo.  Il main stream decide da che parte stare allargando con la potenza dell’informazione, spesso definibile come solo mera propaganda, la faglia tra le due tifoserie.

Sullo sfondo restano gli inconfessabili, ma  evidenti, interessi dell’industria militare che dalle guerre ottiene lauti guadagni che poi usa per finanziare le campagne elettorali nei paesi occidentali alimentando una  perversa spirale di cui non si vede la fine.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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