MERZ CONTRO LA RIAPERTURA DEL NORTH STREAM
Il cancelliere tedesco Merz starebbe facendo di tutto per impedire la riapertura dei gasdotti North Stream che nuovamente somministrerebbero il gas al suo paese, secondo quanto scrive il Financial Times.
Il cancelliere tedesco sta “attivamente” spingendo affinché l’UE metta al bando i gasdotti Nord Stream, per ostacolare i tentativi degli Stati Uniti e della Russia di riprendere le forniture di gas tramite gasdotti. Il governo Merz ha già appoggiato il divieto come parte di un nuovo pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia. Secondo tre fonti a conoscenza della situazione il cancelliere starebbe quindi cercando di impedire qualsiasi dibattito interno su un possibile riavvio dell’attività dei gasdotti.
Sembra impossibile, ma secondo quanto scrive il Financial Times Merz starebbe facendo di tutto per impedire che il suo paese possa riprendersi dalla difficile situazione economiche che la distruzione dei gasdotti ha creato. Questa è la classe politica che governa nel vecchio continente, una schiera di scienziati che lavorano per i loro cittadini.
Ha dimostrazione della lungimiranza e dell’intelligenza politica di questi politici leggete quanto ha detto un esponente del governo tedesco. “Il Cancelliere sta effettivamente sostenendo attivamente le sanzioni contro il Nord Stream 2. Le nostre sanzioni mirano a privare la Russia delle entrate necessarie per finanziare le azioni militari in Ucraina. Tra queste rientrano anche i proventi derivanti dalle esportazioni di combustibili fossili”.
Mi viene in mente il tizio che si era tagliato i gioielli di famiglia per far dispetto alla moglie … qui siamo nella stessa situazione. Per danneggiare la Russia, cosa che poi non avviene nei fatti, siamo disposti a portare il continente alla deindustrializzazione. Se poi Putin definisce “deficienti” i leader europei che usano le sanzioni per colpirsi non mi sembra che stia sbagliando. E non bisogna neppure essere dei filo putiniani per rendersene conto, basta minimamente pensare con il proprio cervello, cosa che a Bruxelles, pare, non sia all’ordine del giorno.
Merz ha iniziato a discutere con i funzionari di Berlino e Bruxelles su come impedire la ripresa delle forniture dopo che a marzo il Financial Times aveva riferito che uomini d’affari russi e statunitensi legati al Cremlino stavano cercando di riavviare i gasdotti privati. L’inclusione del Nord Stream nell’elenco delle sanzioni dell’Unione Europea “risolverebbe un problema politico per il progetto”, ha osservato una delle fonti.
Le sanzioni consentono inoltre a Merz di “europeizzare le sorti del gasdotto, “rendendolo , un problema europeo e non solo tedesco, in modo che Berlino non debba affrontare da sola la pressione degli Stati Uniti e della Russia, ha spiegato un altro funzionario. La Germania non controlla nessuno dei quattro gasdotti, tre dei quali sono stati danneggiati dalle esplosioni nel 2022. Berlino dovrebbe rilasciare un certificato per riprenderne l’attività cosa che evidentemente al nuovo cancelliere non piace.
Secondo alcune fonti, Matthias Warnig, ex agente della Stasi e caro amico di Vladimir Putin, avrebbe discusso della possibilità di riavviare il gasdotto con il supporto degli investitori statunitensi. Warnig ha cercato di sfruttare il desiderio di Donald Trump di un riavvicinamento economico con Mosca.
Adesso siamo arrivati al paradosso: prima gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Biden, avrebbero commissionato la distruzione dei gasdotti, poi, arrivato Trump alla Casa Bianca, interessato più agli aspetti meramente economici che a quelli politici, alcuni finanziatori, a lui sicuramente vicini, riattiverebbero il gasdotto guadagnandoci ovviamente pure. Insomma becchi e bastonati, si potrebbe dire senza avere la possibilità di essere smentiti.
Totò in un celebre film affermava “… e poi la gente si butta a sinistra”. Gli anni sono passati e la celebre frase, se fosse pronunciata adesso, cambierebbe in “… e poi la gente si butta a destra”. Niente di ironico, ma la cruda realtà. Infatti non c’è da stupirsi se poi è proprio Il partito di estrema destra Alternativa per la Germania, che ha ottenuto oltre il 20% dei voti alle elezioni di febbraio, a chiedere che i gasdotti vengano rimessi in funzione, mentre la più grande economia dell’eurozona è alle prese con gli elevati prezzi dell’energia e la stagnazione. Dall’altra parte il partito socialdemocratico e i Verdi, quando erano al governo hanno accettato con passività e rassegnazione, o forse pure con un pizzico di complicità, la distruzione dei gasdotti senza battere ciglio perché doveva servire per colpire la Russia. Poveri illusi.
Forse la gente pensa più al proprio borsellino che al colore o alla collocazione politica dei partiti: se un partito spiccatamente di destra come AFD ritiene che sia il caso di riattivare i gasdotti rendendo le bollette energetiche dei tedeschi più leggere come possiamo dare torto a chi li vota. Se il panorama dei partiti che si definiscono progressisti è assolutamente allineato alle politiche disfattiste dell’Unione Europea non dobbiamo stupirci se la gente poi si butta a destra.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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