COME UN’INSEGNANTE DI FISICA COMUNISTA HA SCHIACCIATO LA CURVA DEL COVID-19 NEL SUD DELL’INDIA

Pubblicato il 13 nov 2020

La rivista scientifica americana Science racconta come ministra comunista del Kerala in India ha sconfitto il covid.

Quando il 18 Gennaio [2020] l’OMS ha rilasciato la prima dichiarazione riguardante la diffusione del coronavirus a Wuhan, in Cina, pochi governi locali in India hanno prestato attenzione all’evento. Ma K.K. Shailaja, il diminutivo della donna che ricopre il ruolo di ministro della sanità nello Stato del Kerala, ha immediatamente drizzato le orecchie.

Shailaja conosceva molti studenti di Kerala che studiavano all’università di Wuhan; alcuni di questi le avevano chiesto di fare un tirocinio negli anni precedenti. Sapeva anche, a livello pratico, la situazione tragica che si sarebbe potuta creare nel caso di un epidemia. Nel 2018, durante il suo primo mandato come ministro, aveva dovuto affrontare un’epidemia di virus Nipah, un altro agente patogeno mortale che si propaga dagli animali all’uomo. “Sapevamo che poteva capitare in qualunque momento” dice.

Il 24 Gennaio, Shailaja ha convocato una riunione del suo gruppo di emergenza e organizzato una squadra per il monitoraggio. Il 27 Gennaio il primo gruppo di studenti ha fatto ritorno da Wuhan. Tre giorni dopo, uno di questi è risultato positivo al COVID19, diventando il primo caso confermato in India.

Il Kerala era preparato alla diffusione del virus, con la sua numerosa popolazione, molti residenti che vivono all’estero (e fanno avanti e indietro) e con un’alta quantità di lavoratori migranti che vengono da altri Stati. Quindi, con l’aiuto di test calibrati, tracciamento e misure di isolamento, il governo dello Stato più a sinistra dell’India ha portato il numero dei casi quasi a zero nei primi mesi, flettendo la curva meglio che del resto dell’India.

Quando le misure del lockdown nazionale sono state allentate il numero delle infezioni è risalito di nuovo, ma lo Stato sembra preparato nel tenere la situazione sotto controllo. Solo 0.36% dei casi confermati è deceduto, uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo. Certo, come nel resto dell’India, il Kerala ha il vantaggio di avere una popolazione giovane, ma molti osservatori attribuiscono il basso tasso di mortalità alla qualità degli ospedali e al fatto che i presidi sanitari non fossero ancora saturi.

“Per diverse ragioni, il Kerala ha fatto le scelte giuste” dice il virologo Shahid Jameel, direttore della scuola di Scienze della vita preso la Ashoka University. “Probabilmente sono stati i migliori fra tutti gli Stati Indiani”

Molti dei meriti vanno alla tranquilla e gioiosa ministra della sanità, spesso chiamata “Maestra Shailaja” per via del suo precedente lavoro di insegnante. Sebbene il Kerala abbia beneficiato di storici vantaggi come il tasso più alto di alfabetizzazione nel Paese e il miglior sistema sanitario, gli esperti dicono che la guida di Shailaja è stata cruciale nella battaglia. “Ascolta la gente, visita gli ospedali, parla coi dottori” dice K. Srinath Reddy, direttore della Public Health Foundation dell’India. ” E’ nota come una persona straordinaria, sia in capacità organizzative, che in umiltà”.

Shailaja non è una scienziata, ma ha una passione per la scienza che viene da quando era insegnante di fisica e biologia alla fine degli anni ‘70. Lei e i suoi studenti erano desiderosi di leggere la sezione scientifica dei giornali locali, ricorda. “Abbiamo fatto le migliori discussioni sullo spazio, sull’allunaggio, e tante altre cose che non erano nei programmi scolastici”, afferma. La politica, comunque, l’ha sempre attirata. Negli anni ‘50, i membri della sua famiglia si unirono all’emergente movimento comunista e alla lotta all’oppressione del sistema delle caste.

Sua nonna prese parte ai movimenti locali contro la discriminazione verso gli intoccabili (le persecuzioni contro la casta considerata impura), parlandone qualche volta alla giovane Shailaja durante le tumultuose proteste. Shailaja dice che sua nonna le ha insegnato ad essere coraggiosa, non solo in politica. Una volta il vaiolo era diffuso nel Kerala e gli ammalati erano lasciati morire, molta gente credeva che i pazienti fossero maledetti da una dea. Ma non sua nonna, che visitava i pazienti presso le loro abitazioni e offriva acqua pulita, buon cibo e rimedi erboristici tradizionali. “Era molto coraggiosa” ricorda, “ogni persona dovrebbe avere una nonna così”.

Dopo essere stata eletta dirigente di uno dei partiti comunisti dello Stato, Shailaja è stata nominata ministra della sanità e del welfare quando la sua coalizione di sinistra ha vinto le elezioni nel 2016. Il ricordo del vaiolo deve essere riaffiorato nella sua mente quando nel 2018 stava affrontando la prima epidemia di Nipah, un virus diffuso dai pipistrelli con un tasso di mortalità tra il 50% e il 75%. Ignorando i consigli di tutti, Shailaja ha visitato la cittadina più colpita dall’epidemia, invitando alla calma i residenti e spiegando che, anche se c’era il rischio di trasmettere il virus Nipah da persona a persona, specialmente negli ospedali, il rischio di prenderlo nella vita quotidiana era basso. Questo ha impedito una fuga di massa dall’area.

L’India ha avuto solo due epidemie di Nipah prima, nel 2001 e nel 2007, tutte e due nello Stato del Bengala ovest. L’OMS ha concluso alla fine che la prima risposta dello Stato del Kerala è stata improvvisata e il personale medico non addestrato adeguatamente. Tuttavia, l’epidemia è stata contenuta isolando i pazienti e mettendo in quarantena più di 2000 persone. Alla fine i casi confermati sono stati 19 e le morti 17. E Shailaja e il suo team hanno deciso di prepararsi meglio alla prossima epidemia. Hanno messo a punto una serie di misure, tra cui una migliorata sorveglianza e un migliore sistema di tracciamento e protocolli negli ospedali. Jameel ha osservato che non tutti gli Stati hanno tenuto a mente la lezione delle passate epidemie. “E’ importante costruire in tempo di pace” ha detto, aggiungendo, “hanno fatto bene”.

Shailaja ha anche imparato a gestire gli aspetti più spinosi dell’epidemia. Durante l’epidemia di Nipah, il governo ha iniziato a cremare i morti, cosa inaccettabile per i musulmani del Kerala. Un parente chiamò Shailaja in lacrime e lei, subito, chiese al suo team di trovare una soluzione. Alla fine, hanno messo a punto una tecnica di sepoltura profonda, nella quale il corpo è imballato nella plastica e seppellito 3 metri sottoterra. “Abbiamo capito che dobbiamo, alle volte, fare dei nostri protocolli”, ha detto.

Il welfare del Kerala ha aiutato a combattere la nuova pandemia. Durante il lockdown nazionale all’inizio di quest’anno, lo Stato ha fornito ai lavoratori migranti generose porzioni di cibo per non farli tornare nei loro Stati d’origine e potenzialmente diffondere il virus. Lo Stato ha iniziato ad avere alcune delle migliori statistiche sanitarie nel paese, incluso un tasso di mortalità infantile comparabile con i Paesi più avanzati. La devoluzione dei poteri ha anche rafforzato la partecipazione dei cittadini e la comunicazione, ha osservato Reddy. “Nonostante la polarizzazione politica, ad ogni livello cittadino, c’è un grande accordo per quanto riguarda la sicurezza sociale, specialmente per quanto riguarda il sistema sanitario” afferma.

Shailaja si è mossa utilizzando questi vantaggi, dice Reddy, osservando le evidenze scientifiche, cercando supporto tra i ministri e comunicando con la popolazione. “Con una popolazione sufficientemente istruita e politicamente pragmatica, molto dipende dal guadagnare il consenso e la cooperazione dei cittadini, e lei è stata capace di ottenerli in maniera efficace” osserva.

Tuttavia, ha dovuto incontrare l’opposizione dei suoi avversari politici invidiosi del suo successo come donna. Un avversario l’ha chiamata in maniera sarcastica “Principessa Nipah”, specialmente dopo l’uscita di un film riguardante l’epidemia chiamato “Virus“ dove un noto attore ha recitato nel ruolo eroico di Shailaja. Più recentemente, un politico l’ha definita “Regina del COVID”. L’opposizione probabilmente diventerà più dura dopo il recente incremento dei casi.

Quando l’economia dell’India è ripartita e sono aumentati i viaggi, alcuni focolai sono ricomparsi nel Kerala, crescendo dopo le feste di celebrazione dei raccolti a fine Agosto. Da Ottobre lo stato ha visto un incremento giornaliero dei casi. Alcuni osservatori affermano che il governo è stato troppo indulgente e non ha testato abbastanza. Un altro punto è l’apporto alla diffusione del virus dei lavoratori che viaggiano. “Molta gente è tornata dai paesi del Golfo dopo che il lockdown è stato allentato” nota Jameel.

Lo stanchezza dovuta alle prime e severe misure messe in campo, specialmente tra i lavoratori della santità, e il fatto che il governatore dello Stato ha affermato che il sistema sanitario è in buono stato e il tasso di mortalità è basso ha reso la gente meno attenta riguardo al virus. Quando Shailala ha discusso con Science ad Agosto, ha detto che si stava preparando ad una possibile seconda ondata aumentando il numero dei posti letto e raccomandando di riprendere alcune misure del lockdown. Il suo obiettivo, ha affermato, è quello di tenere il numero di vittime il più basso possibile e proteggere gli anziani. “Fino a che non avremmo un vaccino, tutti noi dobbiamo sacrificare qualcosa nella nostra vita” ha ribadito.

Recentemente ha ammesso che gli assembramenti durante le celebrazioni e le proteste politiche hanno contribuito alla crescita recente dei casi, e ha raccomandato restrizioni più severe per i viaggi. Ora, più che mai, la ministra della salute del Kerala ha bisogno di usare le sue abilità- ed il coraggio di sua nonna- per trovare nuove strategie contro il virus.”

Traduzione di Raffaele Grande

Fonte: https://www.sciencemag.org/news/2020/11/how-communist-physics-teacher-flattened-covid-19-curve-southern-india?utm_campaign=SciMag&utm_source=JHubbard&utm_medium=Facebook&fbclid=IwAR36tcDw8NKBzlaXkezkTrd9GDEmselCSHzkLozBXc6Ti6yQlswUvuq1-fM

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