COSA DIMOSTRA L’ESILIO DI SNOWDEN E LA PROTERVA PERSECUZIONE DI ASSANGE SUGLI STATI UNITI? L’INESORABILE DECLINO DI UN IMPERO di Brian Berletic*

La fuga di notizie di Edward Snowden nel 2013 sull’Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) degli Stati Uniti permise di vedere più chiaramente ciò che gli Stati Uniti, nella loro manifestazione attuale, sono realmente. La loro vasta rete di sorveglianza abusiva prese di mira amici e nemici in tutto il mondo, ma anche la stessa popolazione nordamericana. Diede il quadro più chiaro fino ad oggi dei metodi e mezzi usati da ciò che molti chiamano “Stato profondo” per mantenere il potere a livello internazionale e nazionale. Per gli USA la ricaduta delle sue fughe di notizie avrebbe dovuto iniziare un processo di intensa introspezione. Invece, gli Stati Uniti cercarono di punire Snowden, che fortunatamente è fuggito in Russia. Gli Stati Uniti, orgogliosi del loro autoproclamato titolo di leader di ciò che chiamano “ordine internazionale basato su regole”, le hanno violate tutte. Invece di celebrare un uomo che diede la rara opportunità di ripulire casa ed iniziare a ricostruire fiducia tra governo degli Stati Uniti e popolo nordamericano, nonché tra Stati Uniti e mondo all’estero, iniziò invece un processo di rafforzamento. È un processo che continua ancora oggi. Chiaramente, Donald Trump non perdonava Snowden ed è improbabile che il suo successore lo faccia. Inoltre, ci sono ancora media statunitensi che tentano di criminalizzarlo. Un pezzo d’opinione scritto da Rich Lowry apparso in Politico dal titolo “Presidente, non perdonate Edward Snowden “, affermava: “Se l’ex-appaltatore della NSA fosse stato un vero informatore, avrebbe potuto perseguire le preoccupazioni sul programma NSA attraverso vie legali, invece di fuggire dal Paese”. Ma questo presuppone che negli Stati Uniti esistano tali “vie legali”. Lo stesso Snowden affermò che la sua prima linea d’azione era in realtà tentare di trovare e percorrere tali strade, ma non ne trovò. Lowry in Politico affermava anche: “Le rivelazioni di Snowden erano molto più del programma NSA, in effetti così ampie che è quasi impossibile tenerne traccia. Come chiese il professore di diritto di Harvard Jack Goldsmith, in un articolo sul sito Lawfare che si oppone alla grazia di Snowden da parte di Barack Obama, perché la devozione di Snowden alla Costituzione gli chiese di rivelare i dettagli di come spiamo altri Paesi, come cooperiamo con Svezia e Norvegia per spiare la Russia o un programma della NSA chiamato MasterMind per rispondere agli attacchi informatici?” Tuttavia, la politica estera degli Stati Uniti nei confronti della Russia, ad esempio, è caratterizzata da belluismo, aggressione, sovversione, guerra economica, terrorismo occulto, guerra per procura semi-coperta e guerra ibrida. Tali sono le politiche che gli Stati Uniti esercitano contro molte nazioni nel mondo, politiche sostenute dai metodi di sorveglianza massicci e abusivi svelati da Snowden.
Queste sono politiche problematiche nei confronti della Costituzione, della volontà del popolo nordamericano, che generalmente cerca di evitare le guerre, e del diritto internazionale. Le informazioni che Snowden portava con sé servono a far luce sugli aspetti della politica estera statunitense. Il termine “sicurezza nazionale” usato gente come Lowry per descrivere ciò che sostiene che le azioni di Snowden siano minacce, è disonesto. La sicurezza nazionale degli Stati Uniti affronta pochissime minacce reali: circondata da due oceani ad est e ovest e nazioni amiche a nord e sud. Ciò a cui Lowry effettivamente si riferiva sono gli “interessi” degli Stati Uniti che comportano invasione e violazione della sicurezza nazionale di altre nazioni, come Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Ucraina e persino Iran, Russia e Cina, che affrontano la costante pressione economica, politica e militare degli Stati Uniti. Non solo è un uomo che ha messo Washington e le sue politiche davanti allo specchio, fu esiliato all’estero, ma che c’è ancora negli Stati Uniti chi è dedito ad avvelenare il mondo contro di lui, ciò dice molto dove vanno gli Stati Uniti ora. È un sistema in irreversibile declino, che rifiuta di guardarsi allo specchio, e come tale, è incapace di valutare o correggere nessuno dei disturbi che, se potessero, guarderebbero indietro.
L’esilio di Snowden è una delle tante misure del declino degli USA, e ogni possibile, autentico perdono di Snowden potrebbe, se mai accadesse, segnalare l’emergere di nuovi e ragionevoli USA, che potrebbe non solo correggere il torto che ha mandato Snowden in esilio, ma che potrebbe affrontare i problemi che spinsero Snowden a diventare un disvelatore.

*Brian Berletic è ricercatore e scrittore di geopolitica di Bangkok.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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