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LA CINA RISPONDE ALLE SANZIONI DEGLI STATI UNITI E DEL CANADA CON LA STESSA MONETA

La guerra delle sanzioni a persone ed entità iniziata dall’Unione Europea e seguita dal Regno Unito contro la Cina per supposte violazioni dei diritti umani nella regione dello Xinjiang non si ferma. Infatti la Cina dopo aver sanzionato per ritorsione dieci persone e quattro entità europee annuncia sanzioni contro Stati Uniti e Canada.

Il Ministro degli Esteri cinese ha annunciato sabato l’erogazione di sanzioni reciproche contro persone ed entità canadesi e statunitensi, con restrizioni contro la presidente della Commissione americana della libertà religiosa internazionale, Gayle Manchin, il vice-presidente dell’organizzazione Tony Perkins e altri.

Tra i sanzionati canadesi vi sono Michael Chong, legislatore della Camera dei Comuni del Partito Conservatore, e la Sottocommissione per i diritti umani internazionali della Commissione permanente per gli affari esteri e lo sviluppo internazionale della Camera dei Comuni.

In un comunicato stampa il Ministro degli Esteri cinese ha dichiarato che tali sanzioni “sono state prese  “in risposta” all’imposizione da parte di Canada e USA di “sanzioni unilaterali su individui e entità nello Xinjiang il 22 marzo, basate su dicerie e disinformazione”. Le sanzioni vietano alle persone indicate l’ingresso in Cina, inclusi Hong Kong e Macao, e vietano ai cittadini e alle istituzioni cinesi di condurre affari con loro o di effettuare con essi scambi di alcuna natura, come riporta Sputnik.

Dall’altra parte della Manica Boris Johnson ha incontrato politici e colleghi britannici sanzionati da Pechino per informarli che sta lavorando insieme agli Stati Uniti per promuovere uno sforzo di coalizione globale per affrontare la Cina nella sua apparente spinta alla supremazia, riferisce il Sunday Times. 

Il colloquio di Boris Johnson con i politici britannici segue quello avvenuto telefonicamente con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel quale i due presidenti hanno parlato della necessità di creare una coalizione globale per  contrastare lo sviluppo del progetto cinese denominato “Via della Seta”. Nel colloquio telefonico Biden ha denunciato il progetto cinese come “predatore” e una manifestazione di “diplomazia della trappola del debito”. Parlando dello schema infrastrutturale multimiliardario lanciato nel 2013 dal presidente Xi Jinping, visto come un potenziale rafforzamento  del potere economico e politico della nazione asiatica, Johnson avrebbe detto: “Dobbiamo trovare un’alternativa in modo che i paesi abbiano una scelta. L’Occidente ha la necessità di farlo.”

Il primo ministro ha rivelato che lui e il presidente Biden durante il loro colloquio telefonico del venerdì avevano concordato di incanalare centinaia di milioni di sterline contro l’iniziativa del rivale. La strategia offrirebbe ai paesi di tutto il mondo la fiducia necessaria per criticare la Cina sulle questioni dei diritti umani, senza rischiare di perdere miliardi in commercio e investimenti, avrebbe riferito un parlamentare presente all’incontro.

“Dobbiamo dimostrare loro che la Cina non è l’unica opzione. Dobbiamo mettere insieme una coalizione globale”, ha aggiunto il parlamentare, secondo il quotidiano britannico.

Sul lato russo invece Sergey Lavrov. ministro degli Esteri, in un’intervista rilasciata ad alcuni mezzi di informazione cinesi prima della sua visita in Cina ha dichiarato che reputa necessario che Russia e Cina abbandonino i mezzi di pagamento in dollari amministrati dall’occidente. Questo renderebbe più facile aggirare le sanzioni imposte dall’occidente alle due nazioni ed ha continuato dicendo che le due nazioni devono implementare le transazioni finanziarie nelle loro monete o attraverso un altra moneta internazionale.

Cina e Russia sono il peggior incubo per la nuova amministrazione statunitense che gode nella sua guerra alle due superpotenze dell’appoggio degli alleati occidentali, Unione Europea e Regno Unito in testa. Mentre la precedente amministrazione di Donald Trump aveva tentato, senza apparente successo, di ridurre la potenza economica cinese con sanzioni economiche Biden ritorna alla vecchia tiritera della violazione dei diritti umani per mettere sotto pressione il gigante asiatico e la Russia. Ma come appare evidente i due paesi non restano a guardare immobili. 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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