Yaku Pérez leader di PachakutikYaku Pérez leader di Pachakutik

ECUADOR: YAKU PEREZ ABBANDONA PACHAKUTIK PERCHE’ APPOGGIA IL GOVERNO DI LASSO, INGENUO O OPPORTUNISTA? 

 

In Ecuador ieri Yaku Perez, candidato alle ultime elezioni presidenziali per il Movimento indigeno Pachakutik, ha dichiarato di voler uscire dal movimento dopo che lo stesso movimento aveva deciso di appoggiare il nascente governo di destra presieduto da Guillermo Lasso. Finalmente le carte vengono scoperte.

In una conferenza stampa svoltasi ieri mercoledì 19 maggio Yaku Perez ha dichiarato di abbandonare il Movimento  Pachakutik dopo la decisione di appoggiare il nuovo governo di Guillermo Lasso. Il matrimonio di Yaku con Pachakutik è iniziato nel 1996, un anno dopo la formazione del partito. Affiliato a questa organizzazione, fu eletto consigliere della città di Cuenca. Nel 2013, Pérez è stato eletto presidente dell’associazione ECUARUNARI (Confederazione dei Popoli della Nazionalità Kichwa dell’Ecuador), un altro gruppo affiliato a Pachakutik e i cui membri sono quasi la metà della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie).

Nel 2017 è stato eletto presidente e coordinatore del coordinamento andno delle organizzazioni indigene. Nel 2019, insieme a Pachakutik, ha vinto la prefettura di Azuay e ha promosso una serie di riforme volte a ridurre l’impatto ambientale di alcune azioni come l’estrazione mineraria. Ha lasciato questa posizione nel 2020, quando si è candidato alla Presidenza della Repubblica per le elezioni del 2021, ancora una volta, con Pachakutik. 

Yaku ha detto che dopo le elezioni non voleva fare alcun accordo con l’Alleanza UNES, il partito di Andrés Arauz, ma soprattutto con il governo di Guillermo Lasso. Perez avrebbe proposto più volte al Movimento Pachakutik di non fare un’alleanza con la destra, ma ha indicato che si trattava di una “voce nel deserto”.

Ha continuato tuonando contro i suoi ex membri del partito dicendo che “Si sono alleati con l’oligarchia, con un governo che non ha un’agenda   legislativa chiara e trasparente. L’agenda governativa di Guillermo Lasso è un’agenda neoliberale che continuerà a usare l’estrattivismo, che continuerà le persecuzioni e le criminalizzazioni dei leader sociali e dei miei fratelli indigeni, dei contadini, degli ambientalisti dei settori popolari. Si sta preparando un’agenda che prevede la privatizzazione della sanità, dell’istruzione, della sicurezza sociale, della vendita della Pacific Bank, della CNT, della telefonia. Macchiarsi con loro .. inquinarci con loro… no.”.

Né con la destra, né con la sinistra, è stato il motto della campagna elettorale di Yaku Perez anche quando nel ballottaggio gli ecuadoriani dovevano scegliere tra la destra di Guillermo Lasso e la sinistra correista di Andrés Arauz. Infatti al ballottaggio Pachakutik ha esortato i suoi elettori a votare scheda bianca o nulla. Cosa che è avvenuta, infatti al secondo turno delle elezioni oltre 1,7 milioni di elettori pari ad oltre il 16 per cento ha seguito le direttive impartite da Yaku Perez consegnando l’Ecuador a Lasso. La competizione a due di fatto si era trasformata in una corsa a tre dove il terzo era proprio Yaku Perez.

Ma adesso caro Yaku è troppo tardi per continuare a fare l’anima bella del rivoluzionario indigeno che non sta né con la destra né con la sinistra. Da tempo su alcuni membri del Movimento Pachakutik e sullo stesso Perez si addensano nubi oscure. Infatti vari documenti pubblicati dal sito Wikileax dimostrano come vari appartenenti al movimento avessero contatti frequenti con i servizi segreti statunitensi. Il progetto della CIA era quello di contattare i leader sociali indigeni al fine di costruire proprio un movimento alternativo alla sinistra di Rafael Correa che dividesse di fatto  il fronte progressista ecuadoriano. Progetto che vedendo come si sono svolte le ultime elezioni presidenziali in Ecuador è andato a buon fine anche grazie a Yaku Perez che ha fatto della non appartenenza al blocco di destra o di sinistra il suo cavallo di battaglia.

Ammettendo per un attimo che Perez sia davvero il rivoluzionario indigeno che diceva di essere e che tutte le notizie filtrate sulle collusioni tra Pachakutik e la CIA siano solo volgari illazioni messe in campo dal correismo per discreditare il movimento indigeno qualche domanda in ogni caso ce la dobbiamo fare. Se Perez è davvero colui che intendeva tutelare i diritti delle comunità indigene dell’Ecuador ed era in buona fede allora è stato preso per il naso proprio bene dagli altri membri del movimento che tramavano alle sue spalle. Personalmente ci credo poco perché non è possibile che dopo venticinque anni di militanza in un partito una persona che oltre tutto sta ai vertici non si sia accorto di nulla. Se invece anche lui fa parte del complotto, se vogliamo chiamarlo così per praticità, allora la sua scelta di uscire da Pachakutik deriverebbe dalla necessità di mantenere la sua verginità politica magari da spendere  in un altro momento con un altro movimento.

Le simpatie di Pachakutik per il governo di Lasso si erano già materializzate la settimana scorsa quando Guadalupe LLori è stata nominata alla Presidenza dell’Assemblea Nazionale con i voti dello stesso Movimento Pachakutik, di CREO il partito di Lasso e con i voti degli indipendenti. L’assemblea Nazionale dell’Ecuador, il Parlamento, è formata da 137 membri così ripartiti: 49 all’UNES, il partito di Arauz, 26 a Pachakutik, 17 ad Isquierda Democratica, 16 al Partito Social Cristiano, 12 a CREO il partito di Lasso e 17 agli indipendenti. Nelle ultime ore Lasso ha rotto l’accordo elettorale che lo legava al Partito Social Cristiano, quindi i voti di Pachakutik diventano essenziali assieme a quelli degli indipendenti che però tutti sommati fanno solo 55 insufficienti per avere la maggioranza nell’Assemblea.

A mio avviso il Movimento Pachakutik è nato con il proposito di dividere il fronte progressista ecuadoriano come auspicato dalla CIA. A dimostrazione di quanto affermo riprendiamo le parole espresse da Perez durante la conferenza stampa. Ha detto che ripetutamente ha esortato i rappresentanti del movimento a non fare un’alleanza con la destra ma era una voce nel deserto. Ciò dimostra le vere intenzioni di Pachakutik ovvero quello di far vincere Lasso e poi entrare nel suo governo, a meno che nell’ultimo mese tutti gli appartenenti a Pachakutik non siano stati folgorati dalla figura divina di Guillermo Lasso. La figura di Yaku Perez resta sull’orlo del precipizio: o era un ingenuo oppure era anche lui parte del progetto. Le responsabilità di Perez sono in ogni caso enormi perché lui ha portato avanti il progetto politico. Non è sufficiente uscire dal movimento quando i giochi sono fatti e poi in politica l’ingenuità non è ammessa.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *