Il tenente colonnello Mamady DoumbouyaIl tenente colonnello Mamady Doumbouya

GUINEA: DIETRO IL GOLPE MILITARE CI SAREBBE IL CONTROLLO DELLA BAUXITE NECESSARIE PER PRODURRE L’ALLUMINIO 

Domenica scorsa, il tenente colonnello Mamady Doumbouya ha guidato un colpo di stato in Guinea che ha portato allo scioglimento del governo, alla sospensione della Costituzione e all’arresto del presidente Alpha Condé. Ma quali potrebbero essere le cause di questo colpo di stato?

La scorsa domenica il  tenente colonnello Mamady Doumbouya ha compiuto un colpo di stato in Guinea, una nazione africana ricca di materie prime, che portato allo scioglimento del governo, alla sospensione della Costituzione e all’arresto del presidente Alpha Condé. Ma dietro questo inatteso colpo di stato ci sono solo le ambizioni di un militare o c’è qualcos’altro?

Ma chi è il  tenente colonnello Mamady Doumbouya? Il tenente colonnello ha legami con gli Stati Uniti e altri paesi occidentali. Questo ufficiale militare d’élite è stato addestrato da Israele e ha prestato servizio nella Legione straniera francese. Sua moglie continua a lavorare nelle forze dell’ordine in Francia, riporta RT. 

In una foto apparsa in vari media si vede Doumbouya insieme al comando degli Stati Uniti in Africa, un’immagine questa che potrebbe portare a supporre che questo golpe sarebbe potuto essere stata un’azione militare sostenuta dall’Occidente assistito da agenzie come la CIA. 

Il colpo di stato è stato condannato da gran parte della comunità internazionale tra cui l’unione Africana e la Cina. Quest’ultima ha condannato il golpe militare ed ha chiesto il ritorno del precedente presidente durante una conferenza stampa tenutasi il 6 settembre dal portavoce del ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin . Condanna questa che appare piuttosto strana dato che normalmente il paese asiatico non interferisce negli affari interni delle nazioni, ciò potrebbe portare a pensare che la Guinea è considerata di particolare importanza per la Cina.

La Guinea è un esportatore chiave del metallo necessario per produrre alluminio, la bauxite, oltre ad avere abbondanti riserve di minerale di ferro e altre risorse minerali come cemento, sale, grafite, calcare, manganese, nichel e uranio.

La Cina ha un gran bisogno delle riserve minerarie del paese africano per alimentare le sue industrie. In particolare, la nazione africana è importante come fonte alternativa di tali risorse, consentendo a Pechino di ridurre la sua dipendenza dalle forniture provenienti da paesi “ostili” come l’Australia. A dimostrazione di quanto sia importante il paese africano per l’industria pesante mondiale dopo il colpo di stato il prezzo dell’alluminio è schizzato a livelli record. 

Quindi un colpo di stato da parte di un personaggio vicino agli Stati Uniti ed all’occidente mette la Cina in difficoltà per gli approvvigionamenti minerari necessari alle proprie industrie e la rende di conseguenza dipendente dalle forniture dell’Australia, nazione questa ostile alla Cina, vicina invece all’occidente.

Gli analisti cinesi hanno pochi dubbi: «Il colpo di Stato in Guinea metterà alla prova la capacità della Cina di proteggere i suoi interessi all’estero, poiché la seconda economia più grande del mondo riversa quantità crescenti di risorse in Africa, che nel 2019  ammontavano a 110 miliardi di dollari». I progetti cinesi in Guinea puntavano a ridurre la dipendenza della Cina dal minerale importato dall’Australia e ora a Pechino temono che i golpisti la facciano pagare ai cinesi per lo stretto rapporto con il precedente regime. La Guinea svolge un ruolo vitale nel rifornire l’industria della fabbrica del mondo: circa il 50% di tutta la bauxite importata dalla Cina viene dal Paese africano e la bauxite è la materia prima per l’alluminio, il metallo non ferroso più utilizzato in una lunga lista di prodotti che vanno dagli iPhone agli aeroplani, dalle auto ai mobili. La Cina è il più grande produttore e consumatore mondiale di alluminio e nel 2020 ha importato 52,7 milioni di tonnellate di bauxite dalla Guinea dove 14 aziende cinesi, statali e private, sono coinvolte nella produzione di bauxite/alluminio. 

La Cina è molto preoccupata per quello che può succedere al famoso progetto Simandou, il più grande giacimento di minerale di ferro non sfruttato al mondo, al quale i cinesi – proprio grazie al deposto Condé  – stavano lavorando in partnership con multinazionali occidentali. Si tratta di oltre 10 miliardi di tonnellate di minerale di ferro di alta qualità e le aziende cinesi hanno investito molto in questo gigantesco progetto minerario. Il 10 giugno 2020, il consorzio SMB-Winning costituito congiuntamente da Winning International Group, Yantai Port Group, Shandong Weiqiao Venture e Guinea United Mining Supply Group ha firmato ufficialmente un accordo con il governo della Guinea, acquisendo i diritti minerari di due blocchi nel nord di Simandou per un valore di 14 miliardi di dollari, scrive GreenReport.it.

Dietro al recente colpo di stato ci potrebbe infatti essere la crescente guerra fredda iniziata dagli Stati Uniti contro la Cina. Il paese africano si sarebbe trovato in mezzo a questa nuova guerra fredda che è una corsa tra Cina e Occidente per il dominio strategico delle materie prime. In questo scenario ovviamente la Cina non si fida del nuovo presidente golpista viste le sue vicinanze con gli Stati Uniti e l’occidente. 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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