Il vaccino Sputnik VIl vaccino Sputnik V

CI SAREBBERO ANCHE ASPETTI ECONOMICI DIETRO I RITARDI NELL’APPROVAZIONE DEL VACCINO SPUTNIK V 

 

Dietro i ritardi nell’approvazione del vaccino russo Sputnik V da parte dell’Ente Europeo per il Farmaco e da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non ci sarebbero solo interessi di geopolitica ma anche grandi interessi economici.

Le lungaggini per l’approvazione del vaccino Russo da parte dell’EMA e dell’OMS nasconderebbero non solo questioni legate alla geopolitica internazionale ma anche aspetti meramente economici. Questi ultimi avrebbero un’importanza fondamentale nei ritardi e nelle difficoltà per l’approvazione del farmaco prodotto in Russia. Ad affermarlo è il direttore del Centro di ricerca russo Gamaleya Alexander Gintsburg che parlando del vaccino ha osservato che l’approvazione aprirà la possibilità di accedere a ingenti fondi sul mercato internazionale e che quindi si sta lottando per questi ultimi. 

“Per ovvie ragioni, il fatturato di questo prodotto farmaceutico è, al momento, probabilmente maggiore o uguale al fatturato di tutti gli altri farmaci sul pianeta Terra. E la difficoltà principale sta nel capire chi otterrà i dividendi dall’uso dei diversi farmaci vaccinali attualmente utilizzati”, ha affermato l’esperto a Sputnik.

Gintsburg ha osservato che l’approvazione dello Sputnik V darebbe al Fondo russo per gli investimenti diretti l’accesso ai fondi valutari internazionali che offrono l’opportunità di fornire il vaccino a quei Paesi che non sono stati in grado di svilupparlo da soli o non hanno le risorse necessarie all’acquisto. “La dimensione di questi fondi è stimata in decine di miliardi di dollari. Questa è la ragione principale, dal mio punto di vista”. 

Poter accedere liberamente a questi ingenti fondi è senza dubbio uno dei motivi principali per cui il vaccino russo non viene approvato dall’EMA e dall’OMS. Indubbiamente alle grandi imprese farmaceutiche statunitensi fanno gola i fondi messi a disposizione per l’acquisto dei vaccini da destinare ai paesi che non dispongono di risorse per provvedere all’approvvigionamento. Tenere un concorrente fuori dai giochi significa aumentare molto la fetta della torta a propria disposizione.

Lo Sputnik V, , sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca, è stato approvato il 20 agosto  dello scorso anno ed è stato il primo preparato per combattere il coronavirus ad essere immesso sul mercato ed attualmente è stato approvato in via emergenziale in 69 paesi. Secondo gli ultimi dati la sua efficacia è valutata al 97,6per cento sulla base dell’analisi dei dati di 3,8 milioni di russi vaccinati, superiore ai dati pubblicati in precedenza dalla rivista medica The Lancet  che dichiarava un’efficacia del 91,6 per cento.

Aspetto poi da non trascurare è quello relativo alla politica internazionale. Con l’acuirsi delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia ogni occasione è  buona per l’amministrazione statunitense per cercare di arginare l’espansione russa nel mondo. Quindi anche il vaccino diventerebbe per gli Stati Uniti un mezzo a disposizione della  Russia per espandere la propria egemonia a livello internazionale.

Se all’importanza di accedere ai fondi messi a disposizione per la fornitura del vaccino ai paesi più poveri e all’efficacia del farmaco sommiamo anche gli aspetti politici, ovviamente  non secondari, si capisce molto bene perché ci siano tante lungaggini nell’approvazione dello Sputnik V.

In mezzo a questi sporchi giochi politici ed economici ci stiamo noi europei che, considerando la nostra continua ed indiscussa genoflessione agli interessi statunitensi, non possiamo accedere al farmaco russo nonostante sia uno dei migliori sul mercato con costi inferiori a quelli provenienti da oltre oceano.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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