Continuano le manifestazioni in ColombiaContinuano le manifestazioni in Colombia

COLOMBIA: UN ANNO FA INIZIAVANO LE PROTESTE POPOLARI CONTRO IL GOVERNO DUQUE 

 

Un anno fa, il 28 aprile 2021, iniziava in Colombia lo sciopero nazionale per protestare contro le politiche neoliberiste del governo di Ivan Duque che si è concluso alcuni mesi dopo, durante le proteste oltre cento persone sono state uccise dalla Polizia.

Un anno fa iniziava una delle proteste più lunghe mai realizzate in Colombia che aveva come centro la protesta contro le leggi liberiste che il governo Duque voleva implementare. La scintilla fu la nuova riforma fiscale che il governo voleva introdurre. Tra le misure spiccava l’aumento dell’Iva su molti prodotti di prima necessità  che avrebbe penalizzato come sempre quando le riforme hanno un carattere neoliberale le classi popolari più povere. Poi si Aggiunsero la riforma sanitari e delle pensioni.

In risposta alle proteste il governo non trovò meglio che attaccare pesantemente i manifestanti con violenze di ogni tipo. Durante i mesi successivi furono uccisi complessivamente oltre cento persone, almeno 1200 furono ferite, 34 donne e giovani ragazze furono violentate dalla Polizia e dallo Squadrone Mobile Anti Sommosse )ESMAT), un corpo speciale alle dipendenza del Ministero della Difesa. Molti manifestanti furono feriti agli occhi dai colpi di carabina sparati dalle forze dell’ordine in direzione dei manifestanti e vari persero la vista, ricordando quanto avvenuto mesi prima durante le proteste in Cile.

Un bilancio insomma da guerra civile con sparizioni forzate ed incarcerazioni indebite. Durante tutti i mesi delle proteste e delle repressioni la comunità internazionale sempre attenta a denunciare presunte violazioni dei diritti umani in Venezuela. Cuba o Iran non ha mosso un dito e i mezzi di informazione, come già era avvenuto per le manifestazioni in Cile dove la polizia di Sebastian Pinera si era comportata allo stesso modo, hanno sistematicamente ignorato le repressioni.

Ad un anno dall’inizio delle manifestazioni e delle repressioni le organizzazioni sociali ritengono lo Stato responsabile della morte di oltre 100 persone e di altre 1.200 feriti. Inoltre, denunciano che tutto questo  fa parte di una strategia per annientare il movimento popolare attraverso la dottrina della sicurezza nazionale e del nemico interno.

Circa 1.500 rappresentanti di comunità provenienti da vari territori di Chocó, Cauca, Valle del Cauca, Norte de Santander e Cordova sono arrivati ieri alla sede dell’Ufficio del Mediatore, nella capitale colombiana, per farsi sentire davanti al governo e alla comunità internazionale. Questi gruppi chiedono la pace e la fine del conflitto armato e degli sfollamenti forzati che subiscono nei loro territori, oltre a chiedere il rispetto degli accordi di pace.

Hanno tenuto un’Assemblea popolare che ha chiesto un’azione urgente per affrontare la crisi umanitaria in vari dipartimenti colombiani. Questo scenario è stato ripetuto in diverse aree del paese.

Sempre ieri all’Università Nazionale della Colombia, gli studenti hanno organizzato una manifestazione nel pomeriggio che ha portato a un confronto con le forze della Squadra Antisommossa Mobile della Polizia Nazionale all’ingresso del centro educativo. Durante gli scontri si sono registrati alcuni feriti e tre ragazze sono state  fermate dalle forze dell’ordine e portate via. 

 

Anche in questa occasione il governo di Ivan Duque non ha perso l’occasione per usare le solite buone maniere confidando nella solita indifferenza internazionale.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Chi volesse approfondire gli avvenimenti di un anno fa in Colombia può cercare nel blog gli articoli che abbiamo dedicato a quanto avvenuto l’anno scorso nel paese sud americano. Potrete trovare molte notizie sulle repressioni delle forze dell’ordine colombiane ignorate dalla nostra stampa.

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