Lo stabilimento Azovstal di MariupolLo stabilimento Azovstal di Mariupol

APERTO CORRIDOIO UMANITARIO PER EVACUARE I MILITARI FERITI DALL’AZOVSTAL 

 

Il Ministero della Difesa russa ha annunciato di aver aperto un corridoio umanitario per l’evacuazione dei militari feriti ancora presenti nello stabilimento siderurgico Azovstal di Mariupol.

A seguito del corridoio umanitario aperto dall’esercito russo per permettere ai militari feriti ancora asserragliati nell’acciaieria Azostal di Mariupol iniziano le prime evacuazioni. Secondo fonti locali una cinquantina di militari alcuni dei quali feriti hanno raggiunto i militari russi e si sono consegnati. Il battaglione Azov non parla più di battaglia all’ultimo sangue ma cerca di salvare il maggior numero possibile di combattenti.

Il ministero ha indicato che il regime di cessate il fuoco è stato stabilito vicino all’impianto ed è stato aperto un corridoio umanitario , attraverso il quale i soldati ucraini feriti vengono evacuati. I militari vengono poi trasferiti  in un ospedale nella città di Novoazovsk, nella Repubblica popolare di Donetsk.

Da fine marzo le forze della Repubblica popolare di Donetsk e quelle  russe hanno aperto corridoi umanitari nell’area dell’Azovstal per l’evacuazione dei civili e dei soldati che depongono le armi.  Il presidente russo Vladimir Putin ha garantito che le vite di tutti coloro che si arrenderanno saranno risparmiate.

Nello stabilimento siderurgico di Mariupol dovrebbero trovarsi solo i miliziani e i soldati dell’esercito ucraino, infatti , secondo quanto affermato dalle autorità militari russe, l’operazione umanitaria per evacuare i civili dall’Azovstal si è conclusa lo scorso 7 maggio, grazie a “misure senza precedenti” adottate da Mosca con la partecipazione dell’Onu e del Comitato internazionale della Croce Rossa.

I militari asserragliati ancora nell’acciaieria alcuni giorni fa avevano tentato di scambiare i civili con generi alimentari e medicine per tentare di mantenere l’assedio. Viste le loro richieste svanire nel nulla hanno quindi deciso di chiedere aiuto a Papa Francesco. Alcune mogli dei militari del battaglione Azov si sono recate dal Santo Padre per chiedere il suo aiuto. Le donne hanno chiesto che venga aperto un corridoio umanitario che permettesse l’evacuazione dei militari presenti senza che loro  depongano le armi.

 

Andrea Puccio – www.occhisuulmondo.info

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