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CHI GUADAGNA NELL’ACCORDO PARZIALE TRA GOVERNO VENEZUELANO E OPPOSIZIONE?

di Ociel Ali Lopez )Russia Today) 

 

Il secondo accordo firmato in Messico tra il governo venezuelano e l’opposizione genera dibattiti interni nelle file politiche e anche un riallineamento in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

Impatto sull’opposizione

La Piattaforma Unitaria (PU) ha dovuto “inghiottire” per firmare l’accordo questo fine settimana. Con l’accordo, la sua agenda originale è svanita, e ora deve mostrare la sua faccia ai suoi sostenitori.

La leadership dell’opposizione è tornata a Caracas senza alcuna vittoria parziale da offrire ai suoi sostenitori, mentre il governo rivendica gli obiettivi raggiunti: lo scongelamento delle risorse bloccate e l’ammorbidimento delle sanzioni petrolifere.

Né le garanzie elettorali, né la denuncia sulla situazione dei diritti umani, né il rilascio di prigionieri politici; cioè, nessuna delle bandiere dell’opposizione è stata presente in questa fase del negoziato. Tanto meno, nessuna delle sue richieste massimaliste come la “cessazione dell’usurpazione” e il “governo di transizione” sono state prese in considerazione. A quanto pare, la comunità internazionale non sostiene  più questi eccessi.

Questo ha portato, come previsto, una clamorosa protesta da parte dei suoi seguaci più radicali, che egemonizzano le reti sociali, e dei media più estremisti.

“La frustrazione che vivono i settori radicali può incoraggiare l’astensione e la mancanza di sostegno verso la svolta politica dell’opposizione, che ha abbandonato la linea dell’insurrezione e cerca di arrivare verso l’evento elettorale del 2024”.

Il Panam Post, per esempio, un media apertamente golpista, ritiene che “l’opposizione si (è) consegnata alla piattaforma chavista in Messico” e, usando il linguaggio calcistico, afferma che la partita si è conclusa con un secco 3 a 0 per il governo. 

Maibort Petit, uno dei principali giornalisti venezuelani in esilio, si è scagliato contro Freddy Guevara, rappresentante al tavolo dei negoziati del partito di destra radicale Voluntad Popular (VP), per non aver sollevato la questione dei prigionieri politici.

Nelle reti dell’opposizione, soprattutto nei  militanti più estremi, si vede la rabbia per l’incapacità di aver ottenuto qualche risultato, anche simbolico, nei negoziati.

Certamente, questo secondo accordo è lontano non solo dalle richieste utopiche, ma anche da quanto figurava  nel memorandum d’intesa firmato in Messico nel 2021, in cui molti dei primi punti elencati per iniziare i negoziati avevano a che fare con le garanzie elettorali e la questione dei diritti umani.

Niente di tutto ciò è stato discusso durante questo fine settimana in Messico, in cui lo scongelamento dei fondi da usare per affrontare la crisi sociale, così come l’attenuazione delle limitazioni a Chevron per lo sfruttamento e la commercializzazione del petrolio venezuelano, sono stati i punti finalmente concordati, sia al tavolo delle trattative che dietro le quinte.

La frustrazione vissuta dai settori radicali può incoraggiare l’astensione e la mancanza di sostegno verso la svolta politica dell’opposizione, che ha abbandonato la linea insurrezionale e cerca di arrivare all’evento elettorale del 2024. Tuttavia, anche se l’opposizione non ha ottenuto nulla in questa firma, potrebbe ottenere qualche cosa in futuro.

Opposizione “moderata”.

Da parte sua, con la firma di questo accordo, l’opposizione moderata fa un passo avanti per allontanarsi dalle politiche a cui si è sottoposta durante l’ascesa dell’interinato di Juan Guaidó e, quindi, la sua subordinazione a una “destra trumpista”.

Questa opposizione non si sente responsabile dell’abbandono dell’agenda massimalista, mentre gli stessi fattori della destra radicale (come VP), che veniva chiamato “entreguista” per aver partecipato al dialogo e che mesi fa si opponevano a qualsiasi negoziato che non servisse all’immediata capitolazione del governo, stanno ora accompagnando la svolta politica e, quindi stanno abbandonando le vecchie bandiere di lotta.

Così, partiti socialdemocratici come Un Nuevo Tiempo (UNT) e l’ala moderata di Primero Justicia (PJ) prendono il controllo dell’opposizione, che fino a poco tempo fa era capitanata da VP e dall’ala radicale di PJ.

“L’opposizione subisce anche una riqualificazione e potrebbe posizionarsi per entrare legalmente in un nuovo quadro d’azione in cui può essere molto più competitiva, il tutto questo senza richiedere nuove concessioni al partito di governo”.

L’abbandono del percorso di rottura e il rafforzamento della strategia elettorale possono permettere a questa opposizione socialdemocratica di scartare la predicazione astensionista e quindi di contestare l’evento presidenziale del 2024, quello che è stato scartato dall’opposizione radicale nelle elezioni presidenziali del 2018 e in altri eventi elettorali.

Sebbene diversi leader dell’opposizione sono attualmente inabilitati e alcuni partiti sono interdetti, altri leader come Manuel Rosales (UNT), governatore di Zulia (principale stato del Venezuela), tra gli altri, non lo sono e mantengono il loro partito pronto per un evento elettorale, quindi richiedono solo che la strada politica sia aperta per cercare di arrivare alla presidenza.

Così, l’opposizione subisce un riallineamento e potrebbe posizionarsi per entrare legalmente in un nuovo quadro d’azione in cui può essere molto più competitiva, il tutto questo senza richiedere nuove concessioni al partito di governo.

Impatto sul chavismo.

Con la firma dell’accordo, il governo ha vinto apertamente e segna un punto verso la normalizzazione delle sue relazioni con il mondo, così come l’accettazione del chavismo come soggetto portatore di diritti che volevano essere spazzati via attraverso l’insurrezione organizzata da  Juan Guaidó.

Il governo si prepara ad accettare che siano  organismi internazionali e multilaterali a gestire le risorse che legittimamente appartengono allo Stato e che in un’altra situazione dovrebbe gestire, senza l’intervento di nessuna entità.

Con lo scongelamento dei fondi, il governo cede la gestione delle sue risorse ma guadagna nel facilitare la normalizzazione finanziaria del paese, a beneficio di un ambiente generale ‘post-crisi’.

Allo stesso modo, accetta che sia la società statunitense Chevron a controllare gran parte della commercializzazione petrolifera venezuelana, ma dall’altra parte ciò permette la normalizzazione delle relazioni diplomatiche e commerciali del Venezuela con il mondo.

Raggiunge così una vera apertura che inizierà a cambiare il profilo del paese, da uno in crisi agonizzante a un altro con capacità competitiva in materia di petrolio. Questo in un momento in cui i problemi nella commercializzazione del carburante si sono diffusi su scala planetaria.

“La nuova situazione, dopo l’intesa tra governo e opposizione, apre lo scenario di piena competitività nelle elezioni presidenziali e allontana lo scenario di boicottaggio delle elezioni da parte dell’opposizione, eliminando ogni ‘giustificazione’ alle sanzioni”.

Il governo ha bisogno di un’atmosfera di calma economica e politica per affrontare le elezioni presidenziali del 2024 e senza dubbio lo sta facendo con questi negoziati.

E inoltre, ha bisogno di denaro fresco e investimenti per poter migliorare le condizioni in cui opera lo stato venezuelano, che nel mezzo della crisi e del blocco finanziario si è indebolito in materia economica e sociale, il che può costargli la quantità di voti necessari per affrontare il ritorno dell’opposizione alla via elettorale. L’accordo, che scongela 3 miliardi di dollari, dà la priorità di spesa  alla salute, all’istruzione e al servizio elettrico, aree in cui la crisi ha battuto più forte. 

La nuova situazione, in cui c’è un’intesa tra governo e opposizione, apre lo scenario di piena competitività nelle elezioni presidenziali del 2024 e allontana lo scenario del boicottaggio delle elezioni da parte dell’opposizione. Questo panorama competitivo elimina tutta la giustificazione che è stata sollevata da coloro che hanno progettato e sviluppato le sanzioni contro il paese.

Il Venezuela sta entrando in uno scenario post-crisi? Lo vedremo nei prossimi mesi.

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