Carri armati LeopardCarri armati Leopard

PARTIRANNO I CARRI ARMATI LEOPARD 2 PER L’UCRAINA 

 

Il balletto dei carri armati tedeschi che dovrebbero essere consegnati all’Ucraina sembra essere arrivato al capolinea, infatti il Ministero della Difesa tedesco avrebbe deciso di inviarli.

Berlino sembrerebbe aver deciso di non opporsi all’invio dei carri armati Leopard 2 da parte di Polonia e Paesi Bassi all’Ucraina dopo che anche gli Stati Uniti hanno autorizzato l’invio dei loro carri armati Abrams. L’invio di questi carri armati potrebbe però alzare notevolmente il livello del conflitto con conseguenze non prevedibili.

“Penso e spero sia chiaro che uno dei motivi per cui questa guerra si combatte da parte ‘nostra’, cioè NATO, è la volontà degli Stati Uniti, volontà più che legittima, attenzione, perché ogni potenza fa quello che può per migliorare la propria condizione di potenza, come appunto dimostra l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, di indebolire non solo il suo rivale strategico da quasi un secolo, cioè la Russia, ma anche il suo rivale economico: cioè noi, non noi NATO, stavolta, ma noi Unione Europea”, ci ricorda  Francesco Dall’Aglio sul suo canale Telgram.

Si è parlato molto dei carri armati Leopard 2, ma davvero sono le armi che potrebbero cambiare il corso del conflitto? Dall’Aglio ci ragguaglia sulle caratteristiche di questo mezzo militare. 

“Sebbene il Leopard (nella sua ultima incarnazione del modello Leopard 2A7) sia ancora in produzione e sia utilizzato da 19 paesi, cosa che ne fa in assoluto il carro armato di maggior successo, il suo ingresso in servizio risale al 1965, il 1979 per il Leopard 2, e la fine della sua vita operativa era prevista nel 2030. In realtà già si parla di posticipare la data al 2040 perché il suo successore, per ora identificato solo con la sigla MGCS e presentato nel 2012, con grandi fanfare, come ‘il carro armato europeo’ perché sviluppato da un consorzio franco-tedesco-italiano (a cui per un certo periodo di tempo si è aggiunta anche la Polonia) non ha ancora superato lo stato di progetto su carta. Probabilmente alla fine si opterà per sostituire i Leopard con il nuovo KF51 Panther  della Rheinmetall, mentre il Leopard è Krauss-Maffei Wegmann, che sostanzialmente utilizza lo chassis del Leopard con una torretta diversa e monta un pezzo da 130mm a caricamento automatico come i carri armati russi, che strano. Ad ogni modo, vecchio o non vecchio, il Leopard ha abbondantemente dimostrato di essere una buona macchina, pur coi suoi limiti, e l’esercito ucraino deve essere ben contento di poterlo utilizzare, soprattutto visto che l’alternativa è zero”. 

Ma un aspetto importante della cessione dei carri armati Leopard 2 dai paesi che li possiedono all’Ucraina è quello economico. Infatti tutte le manutenzioni e gli upgrade dei mezzi sono fatti dalla Germania quindi Berlino perderà un importante ingresso economico per il suo settore militare. Nel 2017 la Germania ricopriva il mercato bellico mondiale per il 5,4 per cento ma è sceso nell’ultimo anno al 4,5 per cento e non ci sono segnali di crescita.

Inoltre non dimentichiamoci che isolare la Germania economicamente è sempre stato uno dei motivi per cui è scoppiato il conflitto in Ucraina. Isolarla anche sotto il profilo dell’industria militare fa parte della strategia degli Stati Uniti. Per esempio  l’anno scorso la Polonia ha acquistato i suoi nuovi carri non più dalla Germania ma dagli USA e dalla Corea del Sud. Ha acquistato da Washington 366 Abrams e da Seul  e dalla 180 ROK K-2 Black Panther che poi verranno prodotti in Polonia.

Gli Stati Uniti poi si stanno accordando con i paesi volenterosi che daranno i carri armati all’Ucraina per rimpiazzarli con i loro Abrams. Quindi capite che dietro la fornitura dei carri armati a Kiev c’è la volontà di prolungare il conflitto con tutte le conseguenze che ciò potrà avere, ma ci sono anche grossi interessi economici per l’industria militare statunitense.

insomma anche questa volta da Washington stanno prendendo due piccioni con una fava. Da una parte indeboliscono l’economia europea e dall’altra, come avviene del resto con il gas, piazzano i loro prodotti, in questo caso carri armati, sul mercato europeo.

Ma la cessione di armamenti non è un’operazione di volontariato per i paesi che le inviano, infatti da Varsavia arriva la richiesta all’Unione Europea di sostenere i costi dei Leopard 2 che verranno inviati in Ucraina, ha  dichiarato il primo ministro polacco Mateusz. 

“Sì, naturalmente chiederemo il rimborso all’UE, sarà un’altra prova della buona volontà dell’UE”, ha detto Morawiecki alla stampa. Secondo il capo del governo polacco, il blocco comunitario “deve” rimborsare questi costi.

L’Estonia, da parte sua, si aspetta di ricevere 400 milioni di euro dal Fondo europeo di sostegno alla pace in compensazione per la sua assistenza militare all’Ucraina, ha riferito il capo del dipartimento generale del Centro estone per gli investimenti in difesa, Katri Raudsepp.

Secondo il funzionario, l’UE ha già approvato l’assegnazione di 156 milioni di euro all’Estonia indicando  che questi soldi possono essere spesi solo per ripristinare il potenziale di difesa e siccome gli Stati Uniti sono il più grande fornitore mondiale di armi sicuramente la gran parte di questi fondi, sottratti ai bilanci europei, prenderanno il volo verso Washington.

Il governo estone, infine, ha sostenuto la scorsa settimana una proposta per fornire all’Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari per un totale di 113 milioni di euro che include, tra gli altri, obici, munizioni, veicoli di supporto per l’artiglieria e lanciagranate.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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