Terremoto in SiriaTerremoto in Siria

CUBA INVIA MEDICI IN SIRIA PER AIUTARE LE POPOLAZIONI TERREMOTATE

 

I paesi sottoposti a sanzioni dagli Stati Uniti sono quelli che stanno inviando più aiuti al popolo siriano, anch’esso sottoposto a sanzioni dalla Casa Bianca, dopo il terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.

In prima linea negli aiuti troviamo proprio quei paesi che sono sanzionati dagli Stati Uniti nel fornire aiuti al popolo siriano come Cuba, Iran, Russia e Cina.

Cuba ha inviato in aiuto alla Siria la famosa brigata Henry Reeve sempre pronta a partire in casi di calamità naturale come quella che è avvenuta in Siria. La stessa brigata che in periodo di pandemia arrivò anche in Italia per aiutare i medici della Lombardia e del Piemonte. Come diceva Fidel Castro c’è chi esporta bombe, noi esportiamo medici. 

A tale proposito l’ambasciatore siriano a Cuba, Ghassan Obeid, ha ringraziato l’isola per la solidarietà dopo il terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia e ha denunciato che il blocco degli Stati Uniti e delle nazioni europee limita gli aiuti internazionali.

Parlando al notiziario serale della televisione cubana, il diplomatico ha rivelato che un gruppo di 27 medici cubani specializzati in questo tipo di catastrofi, la citata brigata Henry reeve, partirà presto per la Siria per aiutare il popolo e le autorità sanitarie del paese.

Il diplomatico ha denunciato che “stiamo affrontando un blocco e sanzioni da parte degli Stati Uniti e dei paesi europei che sono fatali in questo momento perché non lasciano arrivare gli aiuti normalmente come dovrebbero essere”.

Ha aggiunto inoltre che il terremoto ha lasciato tra 300 e 400 mila siriani senza abitazione ed il governo sta cercando in tutti i modi di risolvere questo drammatico problema.

L’internazionalismo fa parte dei principi base della Costituzione cubana. È tradizione storica, fin dai primi anni della rivoluzione, soprattutto nel settore della salute, inviare personale in aiuto delle popolazioni bisognose. Il primo intervento dei medici cubani in un paese straniero fu in Cile, nel 1960, dopo un devastante terremoto. In seguito, nel 1962, su richiesta dei gruppi algerini che lottavano contro il colonialismo francese, Fidel decise di inviare in Algeria 50 medici. Fin da allora si intuì il carattere internazionalista di Fidel e della rivoluzione: formare il personale professionale non solo per Cuba ma per offrire aiuto ai popoli bisognosi. 

Negli anni seguenti molte furono le missioni di aiuto all’estero. Negli anni settanta e ottanta i medici assieme a tecnici e personale professionale parteciparono alle missioni in Etiopia, Namibia ed Angola dove le popolazioni lottavano contro il colonialismo europeo. Nel 1998 migliaia di medici parteciparono ai soccorsi in Centro America sconvolta per il passaggio di due uragani. Più recentemente occorre mettere in risalto la partecipazione dei medici cubani alla missione internazionale in Sierra Leone per assistere e curare i malati di ebola, dove un medico ha perso la vita contagiato dal virus. 

La brigata dei medici cubana era la più numerosa con oltre trecento operatori. Oppure le missioni, nel 2017, in Messico e in Perù in aiuto dopo altrettanti terremoti. Non possiamo dimenticare l’aiuto fornito dalle brigate mediche cubane in mezzo mondo durante la recente pandemia da Covid 19 incluse quelle in Italia in Lombardia e Piemonte. 

Fidel Castro ha definito i medici in missione all’estero l’esercito in camice bianco ed anche questa volta Cuba, nonostante sia sottoposta al più lungo ed inumano blocco economico, commerciale e finanziario della storia da parte degli Stati Uniti non si è tirata indietro per soccorrere le popolazioni in enormi difficoltà a causa del terribile terremoto.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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