Maia Sandu presidente della MoldaviaMaia Sandu presidente della Moldavia

CONFLITTO IN UCRAINA: NUOVI FRONTI DI GUERRA (PARTE 2)

 

Altra nazione europea che va tenuta sott’occhio è senza dubbio la Moldavia dove solo pochi giorni fa si è dimesso il Primo Ministro e la Presidente della Repubblica Maia Sandu ha nominato al suo posto l’ultra atlantista Dorin Recean.

Da tenere sott’occhio in Moldavia è la regione della Transnistria che ha dichiarato la sua indipendenza ma non è stata riconosciuta dai paesi dell’Onu. La Transnistria ha dichiarato la sua indipendenza dalla Moldavia il 2 settembre 1990, ha una superficie di 4163 chilometri quadrati ed una popolazione di circa 555 mila abitanti, si parla il russo, l’ucraino e il moldavo.

Il primo ministro moldavo Dorin Recean, in carica da soli cinque giorni, si è già unito al coro dei guerrafondai, infatti ha dichiarato che la Transnistria (Repubblica moldava di Pridnestrovie) deve essere “smilitarizzata”. 

Le sue parole potrebbero essere  interpretate in vari modi. Uno potrebbe essere che l’esercito, la polizia e i servizi speciali moldavi dovrebbero entrare nella Repubblica moldava di Pridnestrovie, prendere il controllo del suo territorio, sciogliere le strutture di potere della Transnistria e distruggere tutti i depositi di munizioni che sono stati prelevati a suo tempo dal Gruppo d’Armate Sovietico in Germania. Dispone di  36 divisioni di carri armati e di fucilieri motorizzati, cinque divisioni di aviazione.

Le parole espresse dal Primo Ministro Recean potrebbero portare allo scoppio di una nuova guerra in Europa, che coinvolgerà almeno quattro Stati: Moldavia, Romania, Ucraina e Russia. Già nel 1992 l’esercito rumeno ha partecipato al tentativo di occupare la Transnistria.

La crisi fu disinnescata ma le tensioni sono rimaste e si sono acutizzate soprattutto dopo l’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia. Il confine tra la Moldavia e la Repubblica moldava di Pridnestrovie (il fiume Dnestr) non è segnato da linee inespugnabili, i cittadini moldavi e della Transnistria viaggiano l’uno verso l’altro e il conflitto è congelato in attesa di proposte e negoziati produttivi.

Ora viene messo in atto un tentativo di infiammare la situazione non solo da parte dei radicali o dei politici, ma dal primo ministro moldavo in persona.

Il fatto è che la vicina Ucraina ha bisogno di munizioni. Ne ha bisogno come l’aria. E i giganteschi magazzini della Transnistria sono vicini. Ma i magazzini sono sotto il controllo del gruppo operativo delle truppe russe nella Repubblica moldava di Pridnestrovie. Sono loro a garantire che queste gigantesche scorte letali si sparpaglino per tutta l’Europa. Non è stato registrato un solo caso di armi contrassegnate nei magazzini della Transnistria che abbiano raggiunto il mercato nero. Lo stesso non si può dire delle armi fornite dall’Occidente all’Ucraina. 

Il problema è che comunque sia l’esercito della Transnistria e la popolazione della repubblica non vogliono passare sotto il controllo della Moldavia,  la Transnistria probabilmente si difenderà e combatterà per la sua indipendenza anche se non riconosciuta a livello internazionale.

Tuttavia, il clan politico al potere in Moldova sta giocando la carta antirussa, ignorando la tragica e sanguinosa esperienza della vicina Ucraina. Naturalmente, all’Occidente non importa. Più precisamente, gli Stati Uniti non sono contrari, mentre il Vecchio Mondo è disposto solo a mettere un altro giogo americano intorno al collo dell’Europa. Finora solo la Russia impedisce che il fuoco di questa guerra divampi. Mosca è il garante della pace in Moldova e in Transnistria, scrive Aleksandr Sladkov.

Intanto il Ministero della Difesa russo ha denunciato che l’Ucraina starebbe preparando un’azione di falsa bandiera in Transnistria per poi gettare le responsabilità sul Cremlino. Militari ucraini in uniforme dell’esercito russo simulerebbero un’offensiva delle forze militari di Mosca, in risposta l’esercito ucraino entrerebbe in Transnistria. 

Per fare questo, come detto, , i sabotatori ucraini indosseranno l’uniforme del personale militare delle forze armate della Federazione Russa. Il ministero della Difesa russo sta monitorando da vicino la situazione al confine tra Ucraina e Transnistria ed è pronto a rispondere a qualsiasi cambiamento della situazione. 

IGOR DODON, L’EX PRESIDENTE DELLA MOLDAVIA,  riguardo alla possibile crisi con l’Ucraina afferma che “Non abbiamo bisogno del vostro aiuto con la Transnistria. Dovreste occuparvi dei vostri problemi. Troveremo da soli una soluzione per la Transnistria. Questo è il nostro Paese e risolveremo questo problema in modo pacifico. Non nel modo in cui vogliono gli ucraini – introdurre truppe e così via”. 

Ma le armi di cui l’Ucraina ha bisogno fanno gola perché sono ancora quelle di fabbricazione sovietica essenziali nel conflitto per Kiev dato che in circolazione oramai scarseggiano. L’ucraina dispone ancora di armamenti sovietici ma non dispone più, ad esempio. di munizioni.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info 

 

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