Il presidente cubano Miguel Diaz Canel tra la gente a San Antonio de los BanosIl presidente cubano Miguel Diaz Canel tra la gente a San Antonio de los Banos

PRESENTATO UN DOCUMENTO DI CONDANNA CONTRO CUBA AL CONSIGLIO REGIONALE DEL TRENTINO  

 

In questi giorni potrebbe essere messo in votazione un ordine del giorno presentato al  Consiglio Regionale del Trentino, attualmente in fase di approfondimento, in cui viene chiesto di condannare senza appello il governo cubano reo, secondo i firmatari, di continuare a calpestare i diritti dei cittadini cubani. L’ordine del giorno presentato il 27 luglio 2021, prot. n. 2709 Cons. reg./2.6.2-2021, era stato presentato all’indomani delle manifestazioni di protesta organizzate con la complicità del governo statunitense del luglio 2021.

Innanzi tutto va dato atto a chi ha scritto il documento di essere riuscito a inserire nel testo una quantità di falsità ed inesattezze degne di chi non conosce affatto la realtà cubana ma attinge informazioni solo dalla propaganda anti cubana di Miami che ha il solo scopo di discreditare l’attuale governo dell’isola. 

Il documento , riferendosi alle manifestazioni avvenute l’11 luglio 2021, inizia denunciando “la grave situazione umanitaria in cui si trova Cuba, teatro in questi giorni di diffuse manifestazioni popolari di dissenso, sedate dal governo cubano con estrema durezza facendo intervenire anche truppe speciali provenienti dal Venezuela”. Prima falsità, infatti non è stato provato da nessuno che in quei giorni sull’isola si trovassero truppe speciali giunte dal Venezuela per reprimere i manifestanti. Basta spararla grossa e non verificare se le informazioni sono vere oppure no per modificare le coscenze.

Sulle denunciate repressioni poi mi piacerebbe sapere se i firmatari del  documento hanno avuto lo stesso interesse in quei giorni riguardo a quanto stava accadendo in Colombia o nei mesi precedenti in Cile presentando a tale riguardo un altro documento al Consiglio Regionale di cui fanno parte. In Colombia il governo filo statunitense dell’allora presidente Ivan Duque aveva represso, lui davvero e non il governo cubano, le manifestazioni di piazza nel sangue lasciando sul campo un centinaio di giovani che protestavano contro le politiche liberiste del governo di Bogotà. Le forze speciali dell’Esmat, queste non di provenienza venezuelana come quelle immaginate dai firmatari del documento ma alle dirette dipendenza del Ministero della Difesa colombiano, avevano compiuto azioni violente contro giovani commettendo omicidi, stupri, violenze gratuite, accecamenti sparando pallini ad altezza d’uomo, sparizioni, incarcerazioni in strutture clandestine replicando quanto accaduto mesi prima in Cile con il governo di Sebastian Pinera. Ma si sa che in quei due paesi vi erano governi che dire asserviti agli interessi degli Stati Uniti era poco quindi andava applicata la politica dei due pesi e delle due misure ovvero se un gatto sbadiglia a Pechino diventa una notizia internazionale se un centinaio di giovani vengono uccisi in Colombia nessuno se ne frega perché non utile agli interessi della Casa Bianca.

Ma andiamo avanti. Le proteste sarebbero state causate dall’inefficienza del governo cubano che non sarebbe in grado di sopperire alle esigenze della popolazione, teoria questa ampiamente diffusa da chi da sempre attacca il governo cubano non avendo nel suo arco altre frecce da lanciare.

La crisi economica secondo quanto scritto nel documento sarebbe tra le altre cose causata dal“crollo della produzione dello zucchero, vanto dell’economia cubana prima del regime della famiglia Castro, a causa delle sempre più stringenti tassazioni dello Stato”. Insomma prima della rivoluzione quando il governo di Fulgencio Batista garantiva una vera democrazia sull’isola i contadini erano contenti e vivevano nel lusso coltivando e tagliando la canna da zucchero. 

Questa era la situazione del popolo cubano  che rimpiangono durante la presidenza di Batista. Uno studio del 1956 condotto dalla Università Cattolica, che analizzava le condizioni di vita nelle città e nelle campagne, evidenzia nell’isola una profonda situazione di disuguaglianza. Il 75 per cento delle abitazioni contadine aveva il pavimento di terra ed il tetto di foglie di palma, la metà era senza servizi igienici, il 91 per cento non aveva l’energia elettrica, il 97 per cento non possedeva frigoriferi, l’85 per cento non era raggiunta da acqua corrente, solo il 4 per cento dei contadini mangiava regolarmente carne, meno del 2 per cento mangiava uova e solo il 3 per cento pane, l’11 per cento beveva latte, il 60 per cento dei dottori esercitava nella provincia di L’Avana. Nella città di L’Avana si contava un medico ogni 420 abitanti, in occidente uno ogni 2100 abitanti ed in oriente si raggiungeva la cifra di un medico ogni 2250 abitanti. La metà dei bambini non frequentava la scuola, un terzo della popolazione era analfabeta ed un altro terzo non aveva raggiunto la terza elementare.

Viene presa poi in esame la difficile situazione nelle forniture elettriche che oggettivamente esiste ma non è colpa dello stato che non vuole acquistare il petrolio per le proprie centrali elettriche ma perché a causa della pandemia il turismo. principale fonte di ingresso di valuta pregiata, ha privato il paese delle necessarie risorse. Inoltre le centrali elettriche sono vecchie e spesso necessitano di riparazioni dato che a Cuba a causa del blocco economico, commerciale e finanziario è precluso l’accesso ai mercati internazionali. Le imprese straniere non sono disposte a investire a Cuba perché rischiano di essere multate e sanzionate dagli Stati Uniti, promotore da 61 anni del blocco all’isola. Sembrerebbe che la dirigenza del paese caraibico, secondo il documento. si diverta a causare i disagi elettrici alla popolazione in una sorta di masochismo.

Riguardo alle falsità va notato che non è vero che i pescatori non possono pescare e vendere il loro pesce, che l’embargo, come lo definiscono anche se dobbiamo parlare di blocco, tornerò su questo argomento più avanti,  colpisce solo le strutture turistiche di proprietà delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) perché nessuna struttura è di loro proprietà, basterebbe chiederlo alle molte catene alberghiere straniere che hanno investito sull’isola ma è molto più semplice quando si vuole gettare fango usare le informazioni distorte diffuse da chi vorrebbe riprendere il controllo dell’isola come faceva al tempo del democratico Batista. Altra falsità è quella che afferma che l’embargo, ancora continuano a chiamarlo così per evidenti motivi di opportunità, degli Stati Uniti non colpisce i generi alimentari di prima necessità né i medicinali, peccato che secondo le leggi che regolano il blocco non possono essere venduti a Cuba medicinali che abbiano più del 10 per cento di componenti prodotti negli Stati Uniti. 

Si legge che tra le cause delle proteste ci sarebbe anche che “ il governo cubano ha costituito una banca a Panama obbligando i cubani residenti all’estero ad inviare a questa le rimesse per i loro parenti a Cuba, controllando così i flussi finanziari e taglieggiando gli stessi con commissioni elevate e tassi di cambio molto svantaggiosi, trattenendosi la differenza”, dimenticandosi volontariamente che le rimesse dall’estero sono state bloccate dal presidente Donald Trump in una delle sue 243 misure aggiuntive al blocco economico in vigore dal 1962. Usare un terzo paese è l’unico modo per inviare denaro sull’isola. Inoltre è un po’ poco dire che esiste una banca senza dire qual’è, ma evidentemente non se lo ricordano a Miami.

“Il  sistema sanitario cubano è al collasso con strutture fatiscenti assolutamente al di sotto degli standard, persino di un Paese sottosviluppato”, tanti sono i problemi del sistema sanitario cubano che durante la pandemia sono arrivate in Italia, a Crema e Torino, due brigate mediche da Cuba. Quante ne sono arrivate dagli Stati Uniti, paese questo che probabilmente ha imbeccato bene bene i firmatari del documento in oggetto?

Non poteva mancare poi un riferimento alla difficile situazione della diffusione del corona virus nel luglio del 2021 dimenticandosi che Cuba, essendo soggetta al blocco, non poteva acquistare vaccini prodotti negli Stati Uniti e proprio per questo ne ha sviluppati ben cinque di cui tre inoculati nella popolazione a partire dal settembre 2021. Resta comunque comico pensare che i consiglieri del Trentino abbiano pensato di accanirsi contro la situazione cubana che non era, all’epoca, paragonabile nonostante la mancanza di medicinali e di vaccini a quella che il nostro paese del primo mondo stava passando.

Ma adesso vediamo quale è la differenza tra l’embargo, parola sempre usata in questo documento, ed il blocco economico, commerciale e finanziario a cui è sottoposta Cuba dal 1962. Come vedremo non è solo una questione semantica.

Le azioni esercitate dagli Stati Uniti contro  Cuba non possono essere definite come un embargo, ma invece bisogna parlare di blocco. Il blocco prevede l’isolamento totale di un paese allo scopo di asfissiare la sua economia. L’embargo, ad esempio, è una misura che viene presa per far rispettare una obbligazione contratta fra due contraenti e non rispettata. Secondo il diritto internazionale il blocco può essere promosso da una nazione verso un’altra in caso di guerra; non esiste il blocco pacifico. Cuba non è certo in guerra con gli Stati Uniti e tanto meno ne minaccia gli interessi. È per questo che si può parlare di un provvedimento illegale e illegittimo. Il blocco può essere quindi considerato una dichiarazione di guerra, è per questo che il governo nordamericano continua a chiamarlo embargo, anche se di fatto sta portando avanti una guerra non dichiarata verso Cuba dal 1959.  

Spesso per solleticare l’ego del nostro padrone a stelle e strisce, che ci suggerisce anche le parole da usare e per non contraddirlo, e restare allineati alle direttive imposte dalla Casa Bianca anche su i nostri mezzi di informazione possiamo leggere che verso Cuba è in atto un embargo e non un blocco. I meno attenti potranno sostenere che sarà stata una svista, ma io credo che il consenso dell’opinione pubblica si costruisce anche con le piccole cose, quindi usare una parola invece che un’altra ha un preciso significato. 

Quindi creare un blocco economico commerciale e finanziario contro Cuba come se gli Stati Uniti fossero in guerra contro L’Avana e poi farlo passare come una semplice misura sanzionatoria, definita appunto come embargo, permette di cambiare le carte in tavola alle varie amministrazioni statunitensi che negli anni non lo hanno eliminato nonostante tutte le risoluzioni a favore della sua sospensione emesse dall’Assemblea Generale dell’Onu negli ultimi trenta anni.

Premesso tutto questo nel documento i firmatari chiedono al governo italiano che faccia pressione al fine di garantire “i diritti fondamentali” ovvero “salute, benessere e libertà al popolo cubano, che il governo cubano smetta di rifiutare gli aiuti ,  internazionali per tamponare la difficile situazione sanitaria, che cessino le repressioni sulla popolazione, che “pressioni sul governo cubano per liberare le migliaia di cittadini cubani arrestati a seguito delle proteste di piazza”.

Per esplicita richiesta di alcuni consiglieri il documento richiede, prima della messa in votazione,  ulteriori approfondimenti, quindi potrebbe nelle prossime settimane dato che non è stato archiviato essere portato in votazione nel Consiglio Regionale del Trentino. 

Il documento è stato firmato dai CONSIGLIERI REGIONALI Giorgio LEONARDI, Carlo VETTORI, Luca GUGLIELMI, Alessia AMBROSI, Katia ROSSATO, Vanessa MASÈ, Claudio CIA, 
Ivano JOB.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info 

 

Di seguito il testo integrale:

 

CONSIGLIO REGIONALE DEL TRENTINO – ALTO ADIGE REGIONALRAT TRENTINO – SÜDTIROL 

XVI Legislatura – Anno 2021 

N. 10/XVI 

Vista 

Trento, 27 luglio 2021
prot. n. 2709 Cons. reg./2.6.2-2021-2 del 30 luglio 2021

 

VOTO 

 

la grave situazione umanitaria in cui si trova Cuba, teatro in questi giorni di diffuse manifestazioni popolari di dissenso, sedate dal governo cubano con estrema durezza facendo intervenire anche truppe speciali provenienti dal Venezuela; 

preso atto: 

del fatto che queste proteste traggono origine da una difficilissima situazione derivante dalla sostanziale distruzione dell’economia cubana, poiché gli ultimi governi hanno determinato l’abbandono delle campagne da parte dei campesinos costretti a lavorare quasi come schiavi per un salario modestissimo al di sotto del minimo vitale; del crollo della produzione dello zucchero, vanto dell’economia cubana prima del regime della famiglia Castro, a causa delle sempre più stringenti tassazioni dello Stato; 

del crollo degli introiti derivanti dal turismo a causa della pandemia; 

delle continue interruzioni di energia elettrica, volute dal governo, perché anche il petrolio stenta ad arrivare in quanto il regime cubano non riesce a reperire le risorse necessarie a procurarselo, causando notevoli problemi agli scarsi insediamenti produttivi, agli ospedali e alle famiglie che avevano accumulato qualche scorta di cibo nei frigoriferi, costrette a buttarle; 

del peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie cubane costrette a vivere con uno stipendio medio di 35 dollari mensili a fronte di prezzi schizzati alle stelle (una bottiglia di shampoo costa 17 dollari, un paio di scarpe 50, un’auto usata di 5 anni 40.000) e quindi il livello di benessere è drammaticamente precipitato; 

delle assurde leggi che impediscono ai cubani persino di poter pescare per potersi sfamare in quanto la pesca è destinata solamente a rifornire le strutture turistiche, peraltro deserte; 

delle lunghissime code delle persone costrette anche ad attendere 10 ore sotto il sole per acquistare una semplice bottiglia di olio, poiché a Cuba oramai è diventato difficile anche poter mangiare; 

che l’embargo degli USA riguarda i movimenti finanziari delle attività economiche, banche, hotel che sono di proprietà delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie); 

che il governo cubano ha costituito una banca a Panama obbligando i cubani residenti all’estero ad inviare a questa le rimesse per i loro parenti a Cuba, controllando così i flussi finanziari e taglieggiando gli stessi con commissioni elevate e tassi di cambio molto svantaggiosi, trattenendosi la differenza;  

che l’embargo americano non ha mai riguardato medicinali e generi di prima necessità e tantomeno i generi alimentari; 

che gli Stati Uniti d’America hanno inserito una clausola nell’embargo che porrebbe fine al medesimo e che chiede tre sole cose: liberazione dei detenuti politici, libere elezioni e libertà d’espressione; 

considerato:

 

che il sistema sanitario cubano è al collasso con strutture fatiscenti assolutamente al di sotto degli standard, persino di un Paese sottosviluppato; 

che moltissimi medici cubani sono stati inviati all’estero per far ottenere i loro stipendi al governo cubano che ha preferito il denaro alla cura del proprio popolo; 

che manca ogni tipo di medicinale, compresi gli antibiotici, determinando la morte di molti cubani che non possono curarsi; 

che nonostante il governo cubano avesse proclamato di aver prodotto un vaccino, peraltro non ancora utilizzato dall’OMS offrendolo addirittura ai turisti, mancano i vaccini e quindi l’immunizzazione della popolazione procede molto a rilento anche per la mancanza delle siringhe per inocularli; 

che la pandemia sta facendo crescere esponenzialmente il numero delle vittime e dei contagi e il collassato sistema sanitario cubano pare impotente ad arginarli; 

preso atto

che a Cuba non vengono garantiti i tre diritti fondamentali: salute, benessere e libertà; 

che il governo cubano ha finora rifiutato gli aiuti internazionali e l’apertura di corridoi umanitari perché ciò sancirebbe il totale fallimento della sua politica economica, sociale e sanitaria e ciò sta provocando morti, legittime rivolte a cui fanno seguito feroci e sanguinose repressioni. 

svolgano un’intensa azione diplomatica coinvolgendo gli ambasciatori di Cuba in Italia e quello italiano a L’Avana, al fine di far cessare le violentissime e sanguinose repressioni; 

facciano pressioni sul governo cubano per liberare le migliaia di cittadini cubani arrestati a seguito delle proteste di piazza dove al grido di “Libertad” e “Abajo la dictadura” si chiedeva semplicemente la libertà ed il diritto di mangiare e di curarsi; 

sollecitino l’immediata apertura di un corridoio umanitario gestito da organizzazioni internazionali al fine di far giungere alle famiglie cubane vaccini, medicinali e cibo. 

 

F.to: I CONSIGLIERI REGIONALI Giorgio LEONARDI 
Carlo VETTORI Luca GUGLIELMI Alessia AMBROSI Katia ROSSATO Vanessa MASÈ Claudio CIA Ivano JOB 

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