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LE FAKE NEWS USATE PER CREARE CONSENSO 

 

L’operazione speciale russa in Ucraina era iniziata da meno di un mese e per giustificare l’invio di armi a Kiev e convincere che i militari  di Mosca erano dei macellai senza scrupoli la macchina mediatica internazionale era in piena attività sfornando quotidianamente falsità di ogni genere.

Il 16 marzo scorso il quotidiano “La Stampa” pubblicava in prima pagina una foto di un uomo con le mani sul volto, in piedi in mezzo a corpi dilaniati, con un titolo abbastanza d’impatto “La carneficina”.

L’idea di chi aveva scritto l’articolo era ovviamente quella di incolpare l’esercito russo per un attacco condotto con missili nella città di Kiev, attacco che però non era mai avvenuto. Ha usato in modo fraudolento la foto  di un bombardamento che era avvenuto davvero  due giorni prima, di cui oggi ricorre un anno esatto, nella città di Donetsk.

In quel bombardamento condotto  però non dall’esercito di Mosca  ma dall’esercito ucraino con missili di fabbricazione russa Tochka-U  ricordiamo che 23 persone sono morte nella tragedia, più di 30 civili, compresi bambini, sono rimasti feriti.

Andrea Lucidi ricorda sul suo canale Telegram quel terribile giorno a Donetsk dove il missile che poi verrà usato per una delle tante fake news che agli inizi del conflitto affollavano i nostri giornali e media provocò davvero, in quel caso, una carneficina.

È passato un anno dal quel terribile “giorno. Alle 11.31 del 14 marzo 2022, un missile tochka-u caricato con una testata a grappolo, colpì il centro di Donetsk. 

Il missile esplose davanti ad un bancomat in cui diverse persone stavano facendo la fila, le munizioni a grappolo raggiunsero anche un furgone dall’altra parte della strada. Persero la vita 23 persone, 36 furono ferite. 

23 persone. Uomini e donne. Padri, madri, nonni, nonne, amici. Persone che erano uscite di casa, come sempre, ma che non tornarono più. Fu un attacco deliberato contro la popolazione civile di Donetsk. Non c’era nessun obiettivo militare.” 

Ovviamente il missile caduto davvero su Donetsk fu ignorato dalla stampa disattenta e poco incline a denunciare i crimini ucraini un anno fa. Del resto fin dai primi giorni del conflitto i buoni stanno a Kiev ed i cattivi a Mosca.  Quello che accadde un anno fa, con l’invenzione della carneficina a Kiev procurata dal missile russo, è solo una delle tante altre messe in scena dai nostri giornalisti che non raccontano la verità ma cercano di convincere l’opinione pubblica che noi stiamo dalla parte giusta e la Russia è il nuovo cattivo da combattere e sconfiggere sul campo di battaglia fino all’ultimo ucraino.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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