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ARESTOVICH: “NON VEDO UNO SCENARIO POSITIVO PER L’UCRAINA”

 

“Onestamente, non vedo uno scenario positivo per l’Ucraina” l’anno prossimo, ha ammesso l’ex consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino Alexei Arestóvich in un’intervista con Rzeczpospolita ed ha aggiunto poi che il conflitto in Ucraina nel 2024 può avere tre scenari diversi.

Arestóvich, che ultimamente si è presentato come un forte critico del presidente Vladimir Zelenskj, ha disegnato tre scenari possibili per il 2024 riguardo al conflitto in corso. La prima opzione presuppone che Russia, Stati Uniti e Cina accettino un cessate il fuoco, il che significherebbe “non la guerra, ma nemmeno la pace” per l’Ucraina.

In questo modo il regime del cessate il fuoco potrebbe essere   violato, molti militari tornati a casa si renderebbero conto dei problemi dell’economia del paese e affronterebbero la disoccupazione, ha detto. “Ci sarebbero conflitti locali e potrebbe accadere anche un altro terzo Maidan, questa volta armato”. 

Il primo Maidan noto come ‘rivoluzione arancione’, è avvenuto nel 2004, e il secondo, l’Euromaidan, nel 2014.

Secondo l’ex consigliere presidenziale ucraino, il secondo scenario è che i combattimenti continuino  e per l’Ucraina ci sarebbe la “sconfitta su più fronti”.  Quindi inizierebbe  la ricerca dei colpevoli mentre “tutto questo accadrebbe sotto la legge marziale”, ha aggiunto.

Il terzo scenario è “fantastico, di fantascienza”, ha sottolineato Arestóvich, aggiungendo che allora “l’Occidente  fornirebbe a Kiev “un’enorme quantità di armi e altri aiuti”, quindi l’Ucraina potrebbe passare all’offensiva.

“Ma onestamente non vedo uno scenario positivo per l’Ucraina nel 2024”, ha ammesso. Si è anche lamentato che la corruzione è “una malattia” di tutta la società ucraina, così come ha ammesso che i diritti umani “sono violati” nel paese”. “C’è sempre meno libertà in Ucraina e l’ho provato sulla mia pelle”, ha commentato, denunciando che ha dovuto lasciare il suo paese a causa di “le azioni e le minacce delle autorità”. (RT)

Alexei Arestóvich si era dimesso dal suo incarico il 17 gennaio a seguito delle sue dichiarazioni riguardo l’attacco missilistico compiuto dalle forze armate russe il 14 gennaio. Un missili aveva colpito un condominio nella città di Dnipro causando una quarantina di morti. Il consigliere dell’ufficio del Presidente Zelensky Aleksey Arestovich aveva successivamente dichiarato che il condominio era stato colpito da frammenti di un missile russo abbattuto da un missile della contraerea ucraina.

Le sue dichiarazioni avevano scatenato un polverone nel governo ucraino ed erano state chieste le sue dimissioni, c’era poi anche chi lo aveva accusato di alto tradimento. Per questo nella Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, nei giorni successivi  era iniziata una raccolta di firme tra i deputati per formalizzare l’accusa di alto tradimento.

Per evitare la sfiducia Arestóvich decise di dimettersi  dalla carica di consigliere del presidente con una lettera.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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