INTERFERENZE POLITICHE E SCOSSE TELLURICHE NELL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI

 

Chiediamo pochi minuti di attenzione per informarvi della caotica situazione che sta vivendo la nostra associazione, dopo la mancata elezione a senatore di Mario Barbuto, presidente nazionale( Uici) e candidato dalla lega di Salvini nelle scorse elezioni politiche. 

La sua scelta ha determinato nell’Uici una situazione drammatica, di cui gli effetti deleteri si ripercuotono ancora sull’intero corpo associativo. Siamo preoccupati per il futuro della nostra Unione che rischia di perdere la sua autonomia gestionale, a causa di una serie di interferenze interne ed esterne che minano la sua credibilità.

Fin dal congresso del 2020 è in atto un graduale svuotamento della democrazia, Mario Barbuto ha concentrato le deleghe operative nelle mani di una ristretta cerchia di fedelissimi, conferendo loro incarichi molteplici. Egli è Presidente nazionale dell’Unione da circa un decennio, tuttavia non si è limitato a tale rilevante carica, ma svolge anche altre fondamentali funzioni che gli consentono di percepire un compenso da manager di grande industria, come risulta dalla sua dichiarazione dei redditi del 2021, consultabile sul sito istituzionale “UICIECHI.IT”.

Le sue attuali cariche sono:

1. Presidente nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti;

2. Presidente nazionale istituto per la ricerca e la formazione, IRIFOR;

3. Presidente IAPB Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità;

4. Presidente Forum Italiano sulla Disabilità;

5. Presidente Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili);

6. Presidente Istituto nazionale per la validazione ausili tecnologici INVAT;

7. Consulente economico Istituto Francesco Cavazza, dopo esserne stato direttore per più di un 

trentennio;

8. Componente CDA Stamperia Regionale Braille della Sicilia;

9. Componente CDA Federazione Pro Ciechi;

10. Componente CDA Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano;

11. Componente CDA Centro Helen Keller, scuola per cani guida di Messina;

12. Componente CDA EBU (Unione Europea dei Ciechi).

Da tempo alcuni membri del Consiglio nazionale, rilevano l’assenza di collegialità e trasparenza nelle decisioni della direzione nazionale e dei suoi vertici.

L’11 agosto 2022 il presidente Uici stupiva tutti, dichiarando improvvisamente che si sarebbe candidato alle elezioni politiche del settembre successivo. Gli fu subito contestata questa scelta, poiché in contrasto con l’articolo uno comma quattro dello statuto sociale. Non fu eletto e pur avendo dichiarato in più circostanze che si sarebbe dimesso da presidente dell’Uici, non l’ha fatto. 

Nella trasmissione ”Chiedi al presidente” diffusa attraverso la radio web dell’associazione, inveiva contro dei soci che l’avevano criticato per quella scelta, così un avvocato ipovedente, lo ha deferito al collegio dei Probi Viri che nel gennaio di quest’anno ha sospeso Mario Barbuto da socio e conseguentemente da presidente nazionale. Nello stesso mese, la direzione nazionale con una deliberazione ha annullato il provvedimento del collegio dei Probi Viri. Ai primi di marzo scorso il consiglio nazionale DELL’UICI non ha ratificato la delibera della direzione, facendolo decadere un’altra volta dalla carica di presidente. Nel frattempo Barbuto si rivolgeva con una procedura d’urgenza alla magistratura per chiedere la sospensione comminata dai Probi Viri e per rivendicare un risarcimento economico. 

In aprile la direzione nazionale, ha revocato tutti i provvedimenti dei Probiviri e l’azzeramento del collegio medesimo per presunte incompatibilità di alcuni componenti. Il collegio dei Probi Viri era stato nominato nel gennaio 2021, con l’avallo degli Organi di controllo e di vigilanza. Tutti gli atti del Collegio a partire da quel momento sono stati sospesi.

A seguito della sospensione degli atti dei probiviri, tra cui quella di Mario Barbuto, lo stesso è stato nuovamente reintegrato come socio. Subito dopo, la direzione nazionale, ha commissariato il consiglio regionale della Basilicata e il Nostro è stato inviato quale commissario ad acta in Sicilia senza averne titolo e  dove ha impedito di votare una mozione di sfiducia a scrutinio segreto, come prevede lo statuto associativo, così il presidente regionale siciliano, reo di essersi opposto alle direttive romane, è stato sfiduciato con undici voti contro e dieci a favore. Nella seconda metà di aprile, è stata diffusa una comunicazione dalla sede centrale in cui si dichiarava che Barbuto aveva ottenuto la sospensiva con ordinanza del giudice monocratico, riferita al provvedimento del collegio dei Probi Viri che l’aveva sospeso da socio per sei mesi. Il dispositivo con le motivazioni non è stato mai pubblicato, ma si sono riportati solo alcuni stralci, pertanto non si è mai avuta cognizione esatta dell’ordinanza. Allora il presidente ha messo in atto una dura contesa con i consiglieri nazionali di opposizione, facendo deliberare diversi commissariamenti, fra cui il consiglio regionale ligure, il consiglio regionale lucano e di recente, il consiglio Provinciale di Napoli, la seconda sede territoriale per numeri di iscritti. In maggio l’attuale dirigenza, senza averlo previsto in un ordine del giorno, ha fatto votare al consiglio nazionale un congresso straordinario ed altre deliberazioni volte a tacitare l’opposizione interna, che assieme ad alcuni soci sono stati costretti a ricorrere alla magistratura. La schermaglia legale è proseguita con un ricorso cautelare il 21 agosto e si presume che a breve ci sarà un pronunciamento del giudice, riferito alle istanze di sei soci, mentre in primavera prossima ci sarà la discussione di merito della causa intentata da Barbuto contro l’Unione. I ricorsi alla magistratura, fra appelli e controappelli, rischiano di perpetuarsi per anni, mettendo l’associazione in uno stato di incertezza operativa. Alla fine di ottobre scorso, si è tenuto un congresso nazionale straordinario, convocato con modalità a dir poco discutibili. Alla massima assise dell’Uici si sono presentate due liste, lista uno composta per lo più da dirigenti che da qualche tempo mettono in discussione la politica associativa dell’attuale dirigenza. Lista due capeggiata dal reintegrato presidente nazionale. I delegati al congresso erano 263, 96 hanno votato per la lista uno, i rimanenti per la lista due. Ebbene! Alla lista uno sono stati riconosciuti tre seggi e 21 alla due. Senza entrare nel merito di questo calcolo, di sicuro possiamo dire che il sistema elettorale non garantisce il principio della rappresentatività democratica. Alla prima seduta del nuovo consiglio nazionale, è stato proposto un ordine del giorno che ammoniva i soci e i dirigenti dinon portare critiche all’esterno dell’associazione, onde evitare il deturpamento dell’immagine dell’Unione, pena provvedimenti disciplinari. Questo assurdo dictat che confligge clamorosamente con l’art. ventuno della nostra Costituzione, è stato votato con criteri bulgari, solo cinque consiglieri su 46 aventi diritto hanno votato contro. Per chiudere il consesso in bellezza, i consiglieri vincitori hanno declamato una sorta di giuramento di fedeltà alla sacra confraternita. Infine la direzione nazionale ha deliberato l’ormai tradizionale premio Braille da tenersi a Firenze il venti di dicembre prossimo. Udite! Solo nella testa di questi esimi dirigenti, la logica gira a rovescio. I partecipanti, anziché pagarsi le spese, il munifico signore neorinascimentale, garantisce il pagamento del biglietto, del trasporto, del vitto e alloggio e qualche altro cadeau natalizio. Perché? perché il teatro dovrà essere pieno come un uovo per fare un figurone con la Rai che riprenderà la festa, ma soprattutto per far vedere ai politici e ai governanti che l’unione muove le masse, ma questi signori forse non sanno che pagherà Pantalone, ergo tutti noi. L’Unione si sta disgregando, lo dicono i numeri, negli ultimi dieci anni gli iscritti sono passati da circa 47mila a circa 35mila e il fenomeno ètuttora in essere. Chiediamo quindi che le istituzioni che esercitano funzioni di controllo, agiscano tempestivamente per consentire all’Unione Italiana Dei Ciechi e Degli Ipovedenti di riprendere il proprio cammino e affrontare la transizione al Nuovo Registro Unico del terzo settore.

Il nostro appello è molto urgente, affinché si salvaguardi il patrimonio di valori, di esperienze e di competenze che L’UICI ha accumulato in oltre cent’anni di storia, facendo migliorare le condizioni morali e materiali dei ciechi del nostro Paese e delle migliaia di cittadini con problemi visivi che si affidano alla sua tutela prevista per legge.

Sedici dicembre 2023

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