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UNA GUERRA DELLA NATO CONTRO LA RUSSIA?

 

Diverse dichiarazioni espresse da funzionari della NATO e da alti militari fanno credere che lo scoppio di una guerra tra occidente e Russia non è un’ipotesi di fantapolitica, almeno per gli Stati Uniti e soci.

In tal senso un funzionario della NATO ha esortato tutti i membri dell’alleanza a prepararsi “per un’era in cui tutto può accadere, compresa la guerra”.

“Abbiamo bisogno di una trasformazione militare della NATO”, ha dichiarato l’ammiraglio olandese Rob Bauer.

Gli fa eco un altro esperto, il generale Richard Barrons che aggiunge che il  Regno Unito e la NATO non sono affatto preparati a un conflitto con la Russia. In precedenza, durante la Guerra Fredda, l’esercito britannico era sempre pronto a combattere con quattro ore di preavviso.

” Ora avremmo bisogno di un preavviso di cinque o dieci anni per affrontare un attacco russo a sorpresa. È profondamente deludente”,ha dichiarato Barrons ai giornalisti.

Venti di guerra o dietro queste affermazioni ci potrebbe essere altro? Le tensioni internazionali non sono certamente diminuite negli ultimi mesi ma si potrebbe ipotizzare che il continuo bombardamento mediatico sul rischio dello scoppio di una guerra su vasta scala, come se lo scoppio di un conflitto non fosse il risultato di politiche che lo hanno favorito, una guerra non è un raffreddore che si prende per caso, potrebbe nascondere qualcosa d’altro. 

La tendenza è quella al riarmo continuo sia per motivi evidentemente offensivi che per favorire l’industria degli armamenti. Creare un clima di paura nelle popolazioni agitando in continuazione lo spettro di una guerra, di un nemico che ci potrebbe invadere e conquistare serve per far digerire ai cittadini i continui aumenti delle spese per la difesa e dunque per l’acquisto delle armi.

Sotto il profilo strettamente economico aumentare le spese per gli armamenti comporta per i governi la ovvia riduzione degli investimenti in campo sociale, sanitario, dell’istruzione, delle pensioni e così via. Si ricorre poi alle privatizzazioni per sanare i buchi di bilancio con la conseguenza che gli stati sono sempre meno presenti nelle economie nazionali.

Armarsi fino ai denti per proteggere i cittadini che di buon grado accetteranno qualche sacrificio piuttosto che rinunciare alla propria sicurezza. Il cerchio è dunque chiuso.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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