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BRASILE: POLIZIA LANCIA UN OPERATIVO CONTRO I RESPONSABILI DEL TENTATIVO DI COLPO DI STATO 

 

La polizia federale brasiliana ha lanciato oggi, nelle prime ore della mattina, un’operazione contro l’ex presidente Jair Bolsonaro e molti dei suoi ex ministri, consiglieri e militari presumibilmente coinvolti negli attacchi dell’8 gennaio 2023 alle sedi dei tre poteri a Brasilia. 

L’operazione è stata autorizzata dal giudice della Corte Suprema Federale, Alexandre de Moraes. Gli agenti sono andati a casa di Bolsonaro ad Angra dos Reis, nello stato di Rio de Janeiro, e gli hanno ordinato di consegnare il suo passaporto. Poiché il documento non era nella casa, la polizia gli ha dato 24 ore per consegnarlo.

“In conformità con le decisioni di oggi, il presidente Jair Bolsonaro consegnerà il passaporto alle autorità competenti”, ha riferito Fabio Wajngarten, avvocato e consigliere dell’ex presidente brasiliano. 

De Moraes ha anche vietato a Bolsonaro di avere contatti  con gli indagati nell’operazione. Tra gli indagati ci sono l’ex ministro del gabinetto di sicurezza; il generale Augusto Heleno; l’ex capo della giustizia Anderson Torres; il generale Braga Netto, ex ministro della difesa e candidato vicepresidente nelle elezioni del 2022 e Valdemar Costa Neto, presidente del Partito Liberale (PL), formazione con cui Bolsonaro si è presentato alle elezioni.

“Penso che le cose debbano essere fatte prima delle elezioni. Arriverà un punto in cui non potremo più parlare. Dovremo agire. Agire contro certe istituzioni e contro certe persone. Questo è molto chiaro per me”, ha detto Heleno, secondo il rapporto della polizia ottenuto dalla stampa brasiliana. 

In totale, la polizia sta eseguendo 33 mandati di ricerca e di arresto e quattro mandati di detenzione preventiva in nove stati. Sono state emesse anche misure cautelari, come il divieto di contatti tra gli indagati, la requisizione  dei passaporti e la sospensione delle cariche pubbliche.

Gli agenti hanno già arrestato Filipe Martins, ex consigliere speciale di Bolsonaro; Marcelo Camara colonnello dell’esercito, e il maggiore Rafael Martins de Oliveira.

Secondo la polizia, il gruppo indagato si è diviso in due gruppi  per cercare di minare il risultato delle elezioni del 2022. Il primo costruiva e diffondeva informazioni false su presunte frodi nelle urne e sottolineava la “falsa vulnerabilità del sistema di voto elettronico”. Mentre il secondo ha condotto azioni per realizzare gli attacchi dell’8 gennaio, e ha avuto il sostegno dei militari.

“È molto difficile per un presidente della Repubblica pronunciarsi su un’operazione della polizia federale che si svolge segretamente. Spero che non si verifichino eccessi e che si applichi il rigore della legge. Sappiamo degli attacchi alla democrazia. Dobbiamo sapere chi ha finanziato i campi. Aspettiamo le indagini”, ha scritto Lula sui social media.

Poi, in un’intervista con la radio Itatiaia, il presidente di sinistra ha commentato: “Il cittadino [Bolsonaro] che era al governo non era pronto a vincere, non era pronto a perdere, non era pronto ad andarsene (…) Deve aver partecipato alla costruzione di questo tentativo di golpe. Non credo che sarebbe successo senza di lui”.

L’indagine cerca di chiarire la relazione di tutte queste persone con gli attacchi dell’8 gennaio da parte di orde di bolsonaristi una settimana dopo che Lula è arrivato al potere e che hanno fatto vacillare i 38 anni passati dalla ridemocratizzazione del paese.

Secondo la stampa, la polizia ha scoperto un documento nel quale si chiedeva  l’arresto dei giudici della Corte Suprema, Gilmar Mendes e Alexandre de Moraes, così come il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco. Le indagini indicano che Bolsonaro ha chiesto che i nomi di Pacheco e Gilmar siano rimossi dal testo, ma che il De Moraes fosse mantenuto. (RT)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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