Luis Almagro Segretario Generale dell’OSA ammette le proprie responsabilità nel colpo di stato in BoliviaLuis Almagro Segretario Generale dell’OSA ammette le proprie responsabilità nel colpo di stato in Bolivia

LUIS ALMAGRO SEGRETARIO GENERALE DELL’OSA AMMETTE IL SUO COINVOLGIMENTO NEL COLPO DI STATO IN BOLIVIA.

Luis Almagro, Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), ha ha ammesso di aver approvato la candidatura di Evo Morales alle elezioni dell’ottobre 2019 in Bolivia solo per acquistarne la fiducia e quindi avere la possibilità di far partecipare la propria organizzazione a vigilare sullo svolgimento delle elezioni.

Nel libro uscito in questi giorni intitolato “Luis Almagro non chiede perdono”, scritto dai giornalisti Gonzalo Ferreira e Martin Natalevich, Il Segretario Generale dell’OSA racconta di aver parlato con Evo Morales ed di averlo convinto a far invitare la sua organizzazione per vigilare sulla regolarità delle elezioni che si sarebbero svolte nel paese andino.

Si legge ancora che se l’OSA non fosse stata presente la situazione “sarebbe diventata molto, molto, molto complicata. Dovevamo essere lì e il modo di essere era assumersi determinate responsabilità e sfide politiche. E l’ho fatto”. 

Almagro ammette poi di aver ricoperto un ruolo molto importante nella crisi seguita alle elezioni che ha portato al colpo di stato ed alla destituzione di Evo Morales. Questo lo abbiamo sempre sospettato ma oggi, con le confessioni di Luis Almagro, i sospetti diventano certezze.

Come risulta chiaro fin dal primo momento il Segretario Generale dell’OSA non aveva alcuna intenzione di riconoscere la legittimità delle elezioni boliviane. La presenza dell’OSA come ispettore internazionale che doveva vigilare sul corretto svolgimento delle consultazioni era una banale scusa per poi poter portare a termine il suo progetto di destabilizzazione.

Come è ormai noto dopo lo spoglio delle schede elettorali ,con una tempistica tipica di un centometrista, l’OSA ha dichiarato fantomatici brogli senza, per altro, fornire prove certe di quanto affermato. Gli studi indipendenti hanno poi certificato che i risultati elettorali non erano stati falsati da brogli ma era troppo tardi perché il colpo di stato era già stato messo in atto e non si poteva tornare indietro. Almagro aveva vinto la sua guerra contro Evo Morales ed il suo governo.  

Evo Morales aveva aderito alle richieste di Almagro pensando che avere sul territorio boliviano l’OSA avesse garantito che le elezioni sarebbero state certificate dalla stessa organizzazione e dunque sarebbero stati dissipati i dubbi di possibili frodi. Ma Morales, forse per ingenuità o perché non poteva fare diversamente, invitando l’OSA si è scavato la fossa da solo. 

Forse davvero Evo Morales non poteva fare diversamente dato che aver impedito a Luis Almagro ed all’OSA di partecipare al controllo delle elezioni sarebbe stato percepito dalla comunità internazionale e dagli Stati Uniti come un tentativo di voler sfuggire ad una certificazione internazionale. Giudicare adesso la scelta di Morales non è certamente facile dato che se avesse impedito la partecipazione dell’OSA si sarebbe sicuramente scatenata una guerra mediatica contro il suo governo e sarebbe stato possibile anche non riconoscere le elezioni in anticipo, come sta avvenendo con le prossime consultazioni in Venezuela dove sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno già dichiarato che non riconosceranno le elezioni.

Sta di fatto comunque che alla fine aver permesso all’OSA di partecipare ha portato la Bolivia ad un colpo di stato ed a un anno di governo che ha distrutto gran parte di quello che con tanti sacrifici aveva costruito negli anni di governo il Movimento al Socialismo oltre a decine di morti durante le proteste.

Luis Almagro ha ammesso le responsabilità dell’OSA e sue personali nel golpe in Bolivia (di A. Puccio)

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