CUBA CONTINUA A COMBATTERE IL TERRORISMO PROMOSSO E FINANZIATO DAGLI STATI UNITI 

Fin dai primi giorni dal trionfo della rivoluzione cubana gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per riprendersi il paese perso e tra le varie strategie messe in campo non bisogna trascurare tutti gli attentati compiuti sul suolo dell’isola organizzati dai vari gruppi controrivoluzionari di Miami.

Gli attentati sono iniziati subito dopo  il trionfo della rivoluzione e sono continuati senza interruzione fino ad oggi. In un completo e documentato servizio trasmesso dal telegiornale della televisione cubana il 2 dicembre vengono ripercorsi gli ultimi anni della storia dell’isola e scopriamo che l’attività controrivoluzionaria è tutt’oggi viva e vegeta nonostante nei mezzi di informazione occidentale non ne venga fatta menzione. Attività di sovversione che con la presidenza di Donald Trump ha avuto un impulso notevole.

La strategia che i gruppi controrivoluzionari stanno usando è quella di reclutare giovani sull’isola, che dietro compenso di denaro, si incaricano di compiere atti di vero e proprio terrorismo. Dietro di loro ci sono i soliti noti residenti a Miami, protetti dalle autorità nord americane, ed usano le reti sociali per diffondere ed amplificare le loro azioni.   

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2020, in piena pandemia da corona virus, si sono registrati atti terroristici di vario genere: sono state lanciate bottiglie incendiarie contro una caffetteria, un barbiere ed un negozio alimentare nel municipio di San Miguel del Padron a L’Avana. Dalle indagini viene scoperto che due terroristi residenti negli Stati Uniti, William Cabrera Gonzales e Michel Naranjo Riberon, hanno finanziato Luis Carlos Adrian Diaz per compiere gli atti vandalici. 

Yonel Cardoso Freid, conosciuto come Donel,   attraverso le reti sociali recluta persone per compiere atti vandalici e sovversivi. Donel ingaggia, attraverso Whats app, il cubano americano Yuri Almenares Gonzales che si doveva recare in visita a Cuba, per inviare messaggi intimidatori ad artisti cubani come Haila, Alexandre Abreu e il duo Buona Fe.

Nel gennaio 2020 vengono compiuti atti vandalici ad alcune statue di José Martì ed altri eroi della patria’ a L’Avana e a Santiago di Cuba organizzati dall’estero da Ana Olema Hernandez e Yonel Cardoso Freid che usano le reti sociali per diffondere le imprese commissionate sull’isola. Le reti vengono poi usate anche per diffondere contenuti sovversivi che hanno lo scopo di creare malessere e confusione nella popolazione, Terza persona coinvolta nei fatti è Jorge Luis Fernandez Figuera residente anche lui negli Stati Uniti e membro dell’organizzazione denominata Lupi 

Solitari e ricercato dal 2017 per atti di sabotaggio. Nel 2018 attraverso le reti sociali ha reclutato giovani di età inferiore a 20 anni per esporre cartelli con minacce e compiere atti vandalici come rompere vetrine dei negozi. 

Marco de la Cruz Caballero Granado, uno dei giovani reclutati, dichiara di essere stato contattato per svolgere un lavoro a Cuba consistente nel affiggere foto dei famigliari dei dirigenti politici cubani sulle facciate delle case e per questo ha ricevuto un compenso di 80 Dollari. Continua dichiarando che aveva avuto l’idea di appiccare il fuoco ad un negozio in cui si vendono sigari in L’Avana Vecchia e se l’azione fosse andata a buon fine Jorge Luis Fernadez Figuera gli avrebbe inviato almeno 100 o 200 Dollari. 

Elio Jesus Rodriguez Garcia, l’autore dello sfregio alla statua di José Martì a L’Avana, contatta via Facebook Jorge Luis Fernandez  Figuera per compiere altri atti violenti. Come biglietto da visita gli invia le foto del sangue gettato contro la statua. Riceve il bene placido da Miami e gli viene proposto di  appiccare il fuoco a beni di proprietà dello stato come autobus,auto ed ad un museo a Santiago di Cuba. Per questi atti eroici avrebbe ovviamente ricevuto molto denaro.

Nel 2017 Jorge Luis Fernandez Figuera contatta Ivan Leiva Vasulto con il quale progetta di appiccare il fuoco ad un magazzino dell’impresa elettrica cubana, un ambulatorio medico, un club informatico ed un aula di una scuola nel municipio di San Miguel del Padron a L’Avana. Assoldano due giovani per compiere gli atti terroristici che andavano filmati con i cellulari per essere poi messi in rete. 

Il terrorista e controrivoluzionario Jorge Luis Fernandez Figuera è implicato nel finanziamento al Movimento San Isidro che in questi giorni è salito alla ribalta per il presunto sciopero della fame dei suoi membri in sostegno a Denis Solis Gonzales, incarcerato per vilipendio a pubblico ufficiale. Denis Solis Gonzales ha  ricevuto denaro dal Jorge Luis Fernandez Figuera per organizzare il Movimento San Isidro senza per altro mai incontrarlo di persona: l’unico contatto tra i due è avvenuto per telefono. In ogni caso  Denis Solis Gonzales non si preoccupa molto di non avergli mai visto la faccia dato che afferma di essere interessato ai soldi, il resto non conta.

Gli attentati dovevano colpire entità statali e per questo le varie organizzazioni terroristiche cercano di contattare i lavoratori delle imprese statali. Nel 2019 viene contattato Rolando Pedro Paz Rodriguez, un dirigente dell’impresa elettrica nazionale, che aveva accesso ad informazioni sulla rete elettrica al fine di compiere un attentato al servizio elettrico per creare nella popolazione disappunto ed inquietudine. Dietro al progetto vi erano Osiel Gonzales Rodriguez, Reinold Rodriguez, Eduardo Macallas Alvarez, Santiago Alvarez e Fernando Macrina  tutti membri del gruppo controrivoluzionario di Miami Alpha 66.

Il 26 maggio 2019 un treno merci proveniente dal porto di Mariel esce dai binari e la successiva indagine dimostrerà che si trattava di un attentato organizzato anche questo da Miami: i quattro responsabili verranno arrestati. Vengono accusati come mandanti del fatto Yosiel Izquirdo Hernandez, Luis Mario Velarey entrambi residenti negli Stati Uniti e ben noti alle autorità cubane dato che si sono resi più volte complici di atti violenti sull’isola. 

Il 30 aprile 2020 Alexandre Alazo Baro spara con un mitra contro l’edificio che ospita l’ambasciata cubana a Washington durante la notte. Fortunatamente non ci sono state persone ferite ma soli danni materiali. Nonostante la gravità dell’attentato l’amministrazione statunitense non è stata capace di definire il fatto come un atto terroristico compiuto sul suo suolo ma ha dipinto l’assaltatore come un povero infermo di mente. Chiaramente non si tratta di uno irresponsabile infermo di mente dato che era in possesso di regolare patente di guida e dimostrato di essere in grado di usare un mitragliatore AK 47 senza alcun problema.

Il Ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodriguez Parilla, in una conferenza stampa del 12 maggio scorso, si è soffermato sui precedenti dell’assalitore e ha spiegato che Alexandre Alazo Baro ha visitato l’isola successivamente al 2010 8 volte e ha risieduto in Messico con un visto religioso nel 2013. Ha vissuto in vari stati tra cui Texas e Florida dedicandosi ad attività religiose come pastore. In Florida a Miami ha frequentato una piccola Chiesa il cui pastore Frank Lopez è vicino al Senatore statunitense di origini cubane Marco Rubio da sempre dichiaratamente ostile a Cuba. Tra le persone che frequentano la Chiesa spicca anche Leandro Perez noto controrivoluzionario che nel suo profilo Facebook dichiara di essere intimo amico dell’assaltatore. La Chiesa fu visitata il 19 febbraio 2019 dal presidente Donald Trump dove pronunciò un discorso di carattere anti cubano.

Alex Alazo Baro aveva manifestato manie di persecuzione in vari momenti prima dell’attacco all’ambasciata. La prima volta in un ospedale, poi a varie agenzie statunitensi. Rodriguez Parrilla si chiede come lo il governo statunitense abbia trascurato questi segnali dato che Alex Alazo Baro aveva dichiarato di essere perseguitato dallo stato cubano che lo minacciava di morte e come abbia potuto avere il porto d’armi. 

Un passaggio del discorso del Ministro degli Esteri cubano potrebbe spiegare il motivo dell’aggressione. Rodriguez infatti afferma che lo stato cubano non ha preso nessuna contromisura diplomatica contro gli Stati Uniti dopo l’accaduto. Il Ministro responsabilizza l’amministrazione Trump per non aver preso in considerazione i segnali di instabilità mentale di Alex Alazo Baro e di non aver protetto, come gli compete, la sede diplomatica ma dichiara che Cuba non ha intenzione di espellere alcun funzionario della sede statunitense a L’Avana e di non considerare alcuna ritorsione. 

Azzardo un’ipotesi. Date le sue condizioni psicologiche precarie e la convinzione di essere perseguitato da Cuba Alex Alazo Baro potrebbe essere stato convinto o condizionato da qualcuno a commettere questo attacco che sarebbe stato il perfetto motivo per Cuba per adottare misure diplomatiche contro gli Stati Uniti. Misure che sarebbero state viste dall’amministrazione statunitense come un buon pretesto per congelare maggiormente le relazioni con l’isola caraibica . Aver identificato un cittadino cubano che aveva lasciato il suo paese per commettere l’attacco terroristico potrebbe non essere solo un caso.

Questi attentati, compiuti tra il 2017 ed il 2020, fanno parte dei piani aggressivi che la mafia terrorista di Miami usa per tentare di distruggere la rivoluzione cubana con atti violenti e sovversivi  con la complicità e la connivenza delle autorità statunitensi.

Atti che non scalfiscono i buoni risultati ottenuti dalla rivoluzione in campo sociale ma che invece alimentano un senso di insicurezza e di paura in una popolazione che non è abituata ad azioni violente sul suo territorio. Infatti nonostante questi atti terroristici compiuti da uno sparuto gruppo di controrivoluzionari resta il paese più sicuro dell’intero continente americano dove è possibile muoversi a qualunque ora del giorno senza aver paura di essere assaltato da qualche malvivente.

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