I vaccini contro il covid 19I vaccini contro il covid 19

LA CAMPAGNA VACCINALE IN ITALIA VA A RILENTO, MA PERCHE’?

La campagna vaccinale in Italia come in altri paesi europei va a rilento, secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero della Sanità aggiornati al 28 febbraio nel nostro paese sono state vaccinate 4.283.925 persone di cui 2.885.139 italiani hanno ricevuto la prima dose mentre solo 1.398.786 italiani hanno concluso il percorso vaccinale ricevendo la seconda dose del vaccino.

Secondo questi dati solo il 2,33 per cento della popolazione italiana ha ricevuto la seconda dose del vaccino: chiaramente troppo pochi perché il vaccino apporti i benefici necessari a fermare la diffusione del virus. Come è noto la campagna vaccinale in Europa è iniziata ufficialmente con tanta enfasi il  27 dicembre ma in pratica l’inoculazione del farmaco è iniziata solo alcuni giorni dopo. Comunque sia sono quasi due mesi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale sta vaccinando gli italiani.

In un precedente articolo avevo cercato di fare chiarezza sul numero di operatori sanitari necessari nel nostro paese per rispettare il traguardo del termine della campagna vaccinale entro l’estate, come in un primo momento programmato dal nostro Ministro della Sanità. Era venuto fuori che avremmo avuto bisogno di oltre 12 mila medici ed oltre 38 mila infermieri che lavoravano 8 ore al giorno per 7 giorni su 7. Avevo, in quella occasione, dubitato della possibilità che il traguardo potesse essere raggiunto per mancanza di personale.

Mi ero sbagliato perché avevo dato per scontato che al momento di iniziare la vaccinazione i vaccini sarebbero stati disponibili in quantità illimitata. La storia invece ha dimostrato che il problema non era nel personale ma nella disponibilità dei farmaci. Pensare che le industrie farmaceutiche stiano volontariamente ritardando la campagna vaccinale è fin troppo facile. Appena iniziata la campagna vaccinale prima Pfizer e poi AstraZeneca hanno dichiarato di non essere in grado di produrre il vaccino mettendo in serio pericolo la campagna stessa. L’Unione Europea ha stipulato contratti per l’acquisto di 2 miliardi di dosi ma i produttori non sono in grado di rispettare i contratti. 

Perché il vaccino abbia effetto sulla diffusione del virus deve essere somministrato alla popolazione nel più breve tempo possibile. I ritardi nella vaccinazione fanno sì che il virus abbia maggiori probabilità di subire una mutazione come del resto è avvenuto con le varianti brasiliane ed inglesi. Ritardare significa mettere a rischio l’intera campagna vaccinale ma sembra che per scopi non del tutto chiari qualcuno tenti di allontanare il giorno in cui tutto sarà finito.

Volendo essere complottisti i motivi per cui si cerca di ritardare la fine della pandemia abbondano. Le industrie farmaceutiche hanno stipulato contratti il cui prezzo di favore del vaccino termina guarda caso proprio a giugno, quindi ritardare significa ottenere maggiori guadagni. Inoltre i ritardi potrebbero favorire la comparsa di varianti del virus che i vaccini attualmente in produzione potrebbero non Coprire. Quindi alle imprese farmaceutiche si aprirebbero le porte per la produzione di un nuovo vaccino . Non ci dobbiamo stupire se le imprese farmaceutiche private, e sottolineo private, stiano facendo i propri interessi: mi stupirei invece se facessero gli interessi del popolo.

La cosa drammatica a mio avviso non è tanto il fatto che Big farma faccia i propri interessi ma come i governi si siano genoflessi a questi veri e propri ricatti senza un briciolo di dignità e di rispetto per i loro cittadini. Vi chiederete allora cosa si poteva e si può ancora fare? In primo luogo bisogna permettere alle varie nazioni di produrre i vaccini in loco rendendo temporaneamente liberi i brevetti, cosa del tutto legittima in una situazione di emergenza come questa e soprattutto dato che big farma ha ricevuto centinaia di milioni di Euro di finanziamenti a fondo perduto per la ricerca sui vaccini. Visto inoltre che non sono in grado di fornire il prodotto in quantità sufficienti nel breve periodo in cui il prezzo è stato ridotto per ripagare i denari ricevuti la sospensione temporanea dei brevetti risulta ancora più ovvia. La sospensione dei brevetti in effetti è stata chiesta ufficialmente all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) dal Sud Africa e dall’India ma, come era prevedibile, questa opzione è stata negata. 

Si potrebbero poi indirizzare le opzioni di acquisto verso altre nazioni che producono vaccini come la Russia e la Cina. Ma disgraziatamente si sta giocando una partita geopolitica sulla vita delle persone che, volontariamente o involontariamente, per poca informazione, non hanno ben compreso di cosa si sta parlando. L’unione Europea applica sanzioni contro la Russia perché colpevole di non rispettare i diritti umani, come suggerito dagli Stati Uniti, quindi difficile far comprendere alla popolazione europea che occorre acquistare un vaccino da un paese che subisce sanzioni. Stessa cosa accade per i vaccini prodotti in Cina: gli Stati Uniti non vogliono e noi ci allineiamo come buoni cagnolini al guinzaglio.

Il vaccino russo Sputnik V è stato il primo ad essere registrato a livello internazionale e tutti gli studi medici hanno dimostrato efficacia e quasi assenza di effetti collaterali. Inoltre credo proprio che la Russia conceda senza troppi problemi la produzione del suo farmaco sotto licenza. Non vedo perché non lo dovrebbe permettere a noi dato che già in Argentina il Centro Gamaleya ha dato la concessione per la produzione del vaccino. Il paese sud americano si è candidato a diventare il primo produttore in America Latina dello Sputnik V.

E l’Italia? I dati sulle vaccinazioni dimostrano inequivocabilmente come la nostra classe politica sia sottomessa alle decisioni prese in sede europea che rispecchiano i dictat degli Stati Uniti in campo geopolitico. Nel nostro paese esistono realtà di livello internazionale capaci di produrre vaccini come quello per combattere l’attuale pandemia da corona virus.

A Siena e Rosia, a pochi chilometri dal capoluogo senese, sorgono gli stabilimenti della multinazionale britannica GSK nota per la produzione di vaccini tra cui quello contro la meningite. Gli stabilimenti hanno una capacità produttiva di circa 100 mila flaconi di vaccino al giorno, se si considera che in ogni fiala possono stare fino a dieci dosi in un mese lo stabilimento sarebbe in grado di produrre ben 30 milioni di dosi del vaccino. Ma siccome in Italia non è stato sviluppato alcun tipo di vaccino perché  la produzione avvenga occorre che si liberalizzino i brevetti oppure si stipulino accordi commerciali con  altri produttori, come ad esempio il russo Centro Gamaleya, che sotto licenza permettano la  produzione del proprio preparato.

Quindi come possiamo notare le soluzioni al problema della scarsità di vaccini esistono e sono a portata di mano, basta volerlo invece di appiattirsi su posizioni preconcette che favoriscono come sempre il grande capitale a scapito della maggior parte dei cittadini. Ma davvero la nostra classe politica, al netto di tutti i proclami, è davvero interessata ai problemi degli italiani?

Andrea Puccio – www.occhisulmondo,info

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