SEMPRE PIU’ TESA LA SITUAZIONE AL CONFINE TRA COLOMBIA E VENEZUELA: UNA NUOVA GUERRA IN ARRIVO? 

La situazione nello stato di Apure in Venezuela che segna il confine con la Colombia è sempre più calda: il confine viene regolarmente violato da bande paramilitari colombiane.

La situazione al confine tra Colombia e Venezuela diventa ogni giorno più tesa. Le bande paramilitari e l’esercito  colombiano con la scusa di cercare gli accampamenti dei membri delle FARC che non hanno firmato gli accordi di pace nel 2016 con il governo e che si troverebbero sul suolo venezuelano continuano ad invadere il territorio del Venezuela. A tale scopo nel mese di gennaio il Presidente della Colombia aveva annunciato la creazione di una forza militare speciale per catturare i gruppi da lui definiti terroristi che si rifugerebbero dall’altra parte del confine.

Da parte sua il governo di Nicolas Maduro il 21 marzo ha dato inizio all’operazione “Scudo Bolivariano” per impedire gli sconfinamenti e per ripulire il territorio dello stato Apure dai campi dei narcotrafficanti che usano questa parte del Venezuela per i loro traffici. Sono stati distrutti 9 accampamenti ed una trentina di persone sono state arrestate oltre al sequestro di armi, esplosivi e materiale vario come visori notturni e apparecchi per comunicazioni.

Dietro l’apparente lotta agli ex appartenenti alle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane, FARC, che secondo Ivan Duque, presidente della Colombia, si anniderebbero sul suolo venezuelano vi è una vera e propria aggressione. Sono oramai anni che l’opposizione venezuelana guidata da Juan Guaidò chiede esplicitamente agli Stati Uniti un’intervento armato per ristabilire la democrazia nella nazione. Gli Stati Uniti non possono direttamente invadere il Venezuela per vari motivi strategici ma possono usare altre nazioni per il lavoro sporco.

Il tentativo dello scorso anno di invadere il Venezuela con un manipolo di uomini allo scopo di catturare Nicolas Maduro, la supposta crisi umanitaria del 2019 che prevedeva di far entrare attrezzature militari confuse con generi alimentari in Venezuela attraverso la città di Cucuta sono solo due esempi di come gli Stati Uniti stanno tentando di invadere il paese sud americano con la complicità della Colombia.  

La Colombia guidata dal cagnolino Ivan Duque fa proprio al caso loro. Si sta materializzando una terziarizzazione del conflitto: gli Stati Uniti forniscono appoggio militare e l’esercito colombiano fa il resto. Sembra che per Ivan Duque il problema della Colombia sia preoccuparsi di cosa sta avvenendo in Venezuela invece di pensare alla situazione drammatica che vive il suo popolo soprattutto nei dipartimenti periferici. Ogni giorno viene ucciso un leader sociale che si ribella alle politiche predatorie delle grandi multinazionali e della criminalità dedita alla produzione e vendita di droga. 

Il territorio colombiano è letteralmente controllato dalle bande criminali che lo usano per i loro scopi. Da un lato le imprese estrattive interessate alle risorse del sottosuolo e all’acqua dall’altra parte i narcotrafficanti che usano la terra per la coltivazione della cocaina. Chi si ribella o non cede il proprio fazzoletto di terra alle bande criminali viene ucciso. 

In questo quadro desolante di violenza e miseria il governo di Ivan Duque non ha niente di meglio che assecondare i desideri espansionistici degli Stati Uniti prestandosi a questo sporco gioco. Oggi il Cancelliere del Venezuela Jorge Arreaza ha fatto appello al Messico che occupa la presidenza della  CELAC, la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi, di  cui i due paesi fanno parte affinché faccia da mediatore in questa crisi. Operazione che non sarà facile perché la Colombia di Duque non ha nessun interesse a cessare l’aggressione sponsorizzata dagli Stati Uniti che vogliono il petrolio venezuelano.

E la comunità internazionale sempre sensibile alle violazioni dei diritti umani cosa fa? Assolutamente nulla come sempre quando i diritti umani violati sono quelli delle popolazioni governate da governi solidali agli Stati Uniti. La comunità internazionale si preoccupa della minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinkiang ma dimentica sistematicamente le centinaia di leader sociali uccisi dalle bande paramilitari in Colombia o le migliaia di persone ferite o decedute a causa delle mine anti uomo disseminate nei campi, come riporta il rapporto della Croce Rossa internazionale. A quando le sanzioni conto la Colombia?  

Insomma si sta cercando di balcanizzare il Venezuela, come ha affermato Jorge Arreaza, con lo scopo di creare zone in cui le forze colombiane  abbiano il controllo del territorio per poi spingersi fino alla capitale Caracas e mettere fine alla dittatura di Maduro rimpiazzandola con un fantoccio di turno ma leale agli Stati Uniti.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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