Bombardamenti sulla striscia di GazaBombardamenti sulla striscia di Gaza

LO SFRUTTAMENTO DEL GAS PALESTINESE TRA I MOTIVI DEI RECENTI BOMBARDAMENTI SULLA STRISCIA DI GAZA 

 

Dietro i recenti bombardamenti israeliani contro i palestinesi nella striscia di Gaza potrebbero non esserci solo le solite ragioni storiche come quelle religiose e quelle relative ai territori occupati ma anche importanti aspetti economici. Mi riferisco al gigantesco giacimento di gas chiamato Leviathan che si trova nel mezzo al mare di fronte ai territori palestinesi della striscia di Gaza.

A sostenere questa realistica teoria è Michele Marsiglia, Presidente di Federpetroli Italia, che in un’intervista alla agenzia Infopal spiega le sue ragioni. Nella sua intervista Michele Marsiglia afferma che “Possiamo parlare di religione, di territori occupati e di altre variabili tra i due popoli ma da anni l’interesse è focalizzato sullo sfruttamento delle risorse minerarie Offshore. Sfruttando l’enorme bacino di gas sia Israele che i territori palestinesi potrebbero raggiungere un’indipendenza energetica e diventare nello stesso tempo esportatori del gas estratto e prodotto”. 

Marsiglia continua sostenendo che “Geograficamente, l’area che si affaccia sul Mar Mediterraneo e’ strettamente collegata alla Striscia di Gaza. Se anche la zona di terra sotto controllo dell’Autorità Palestinese riuscisse a trovare fondi finanziari da parte di altri paesi arabi per lo sfruttamento delle risorse, in un solo anno sia la Striscia che la zona della West Bank (Cisgiordania) non avrebbero più bisogno di Israele per il proprio fabbisogno energetico, considerando che oggi la Striscia vive di corrente alternata durante il giorno. Parliamo di 50 chilometri di area di estensione di giacimento in acque profonde a circa 1.500 metri“. 

Il giacimento è stato scoperto nel 2000 da BG Group, una società britannica, e si trova nelle acque amministrate dall’Autorità Palestinese, secondo gli accordi di Oslo. Secondo quanto affermato dalla stessa BG Group il giacimento di gas conterrebbe 1300 miliardi di piedi cubi di gas, quantità questa che garantirebbe ai territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania l’indipendenza energetica. Sarebbe inoltre possibile esportare le eccedenze di gas verso altri paesi, cosa questa che garantirebbe anche un cospicuo ingresso finanziario.

Il 21 febbraio era stato firmato un memorandum di intenti per lo sfruttamento del giacimento di gas tra l’Autorità Palestinese e l’Egitto. Avevano firmato nello specifico l’accordo il Fondo di investimento e la Consolidated Contractors Company (CCC), per la parte palestinese, e la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS), per l’Egitto. Il memorandum prevedeva lo sviluppo delle infrastrutture necessarie al trasporto del gas, , il rafforzamento dei rapporti tra i due paesi e l’eventuale esportazione del gas eccedente verso l’Egitto. 

Un giacimento di tali dimensioni fa certamente gola anche agli israeliani quindi impedire che i territori palestinesi si sviluppino grazie agli introiti del gas ed ottengano l’indipendenza energetica potrebbe essere la causa della recente guerra condotta da Israele contro la striscia di Gaza. 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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