IN AFGANISTAN GLI ESERCITI SE NE VANNO E LASCIANO UN PAESE NEL CAOS
Mentre le forze di occupazione occidentali dell’Afganistan si stanno ritirando continuano senza sosta gli scontri tra le milizie dei Talebani e l’esercito regolare del paese asiatico. Sono attualmente in corso violenti scontri tra i Talebani e l’esercito nella città di Kunduz, nel nord del Paese.
Le forze di occupazione dell’Afganistan capeggiate dagli Stati Uniti e dalle altre nazioni occidentali compresa l’Italia si stanno ritirando dal paese dopo venti anni dall’intervento seguito agli attentati dell’11 settembre 2001. Intervento che non è servito a ristabilire l’ordine nel paese dei Talebani, infatti adesso quando gli eserciti occidentali se ne stanno gradualmente andando gli scontri tra le forze regolari ed i Talebani per il controllo dell’Afganistan continuano.
In queste ore violenti scontri tra i Talebani e l’esercito stanno avvenendo nella città di Konduz, nel nord del paese, lo rende noto Amruddin Wali, membro del consiglio provinciale di Khunduz attualmente sotto assedio da parte della formazione terrorista. Secondo quanto rende noto il funzionario gli scontri si starebbero verificando nelle strade della città afgana. L’esercito regolare si sarebbe rifugiato nei pressi dell’aeroporto di Konduz.
Per tentare di arginare l’avanzata dei Talebani dalla base statunitense di Al Udeid, in Qatar, sono decollati vari bombardieri B52 ed alcuni aerei AC-130 Spectre, noto come “cannoniera volante. Il portavoce del ministero della Difesa afghano Fawad Aman ha comunicato che un gruppo di aerei B-52 ha effettuato un attacco contro le postazioni dei talebani a Shebergan.
Come riferito dai media afghani, lo scorso venerdì i talebani sono riusciti a conquistare la città di Zaranj, il centro amministrativo della provincia sudoccidentale di Nimruz. È stato il primo capoluogo di provincia in Afghanistan occupato dai talebani dal 2016. Oggi è stato confermato che la provincia Jowzjan, con il capoluogo Sheberghan, è passata sotto il controllo dei Talebani.
In Afghanistan prosegue uno scontro tra le forze governative ed i talebani, che hanno conquistato vasti territori nelle zone rurali e lanciato un’offensiva contro le grandi città. L’escalation arriva in concomitanza con il ritiro delle truppe statunitensi, che Washington ha promesso di completare entro l’11 settembre.
Nel 2020, i funzionari di Washington e i talebani avevano firmato a Doha il primo, in 18 anni di guerra, accordo di pace. Il documento prevede il ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan entro 14 mesi e l’avvio di un dialogo con le forze afghane, dopo l’intesa sullo scambio di prigionieri. Tuttavia, per ora tali negoziati non stanno avendo successo. (Sputnik)
Anche in Afganistan venti anni di guerra non hanno portato a nulla se non a migliaia di morti tra la popolazione civile: gli eserciti di occupazione se ne vanno con la coda tra le gambe e lasciano il paese nel caos. Altro intervento umanitario sostenuto dalla maggior parte delle nazioni del mondo che non è servito a nulla se non per arricchire tutti i mercanti di morte che con il loro commercio di armi si rimpinguano il borsello. In fondo l’unica cosa che interessava dell’Afganistan era il traffico di droga.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info