L’ex presidente della Bolivia Jeanine AnezL’ex presidente della Bolivia Jeanine Anez

BOLIVIA: STUDIO INDIPENDENTE CERTIFICA LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI DURANTE IL COLPO DI STATO DEL 2019  

 

Un altro studio indipendente, questa volta redatto dal Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (GIEI), certifica che durante il colpo di stato in bolivia del 2019 ci  sono state gravi violazioni dei diritti umani,  massacri ed esecuzioni extragiudiziali compiute nei confronti dei manifestanti.

Il Presidente della Bolivia Luis Arce ha presentato uno studio realizzato dal  Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti nel quale si evidenzia che durante il colpo di stato compiuto nel 2019 sono stati violati gravemente e  sistematicamente i diritti umani dei manifestanti che protestavano contro il nuovo governo presieduto da Jeanine Anez. Durante le proteste sono stati compiuti massacri e violenze nei confronti dei manifestanti e delle comunità indigene.

Arce ha ricevuto la relazione preparata dal GIEI su questi eventi, che documenta ampiamente le violenze (in cui 38 persone sono state uccise e diverse centinaia sono rimaste ferite. “I fatti e le argomentazioni giuridiche dimostrano chiaramente che nel nostro Stato plurinazionale boliviano si è svolto un colpo di Stato, che vi sono state gravi violazioni dei diritti umani, che il governo di fatto ha perpetrato massacri ed esecuzioni extragiudiziali”, ha scritto Luis Arce su Twitter.

Il Presidente boliviano ha continuato affermando che “Annunciamo al popolo boliviano che, secondo le raccomandazioni formulate, abrogheremo il decreto supremo 4461, istituiremo una commissione di altissimo livello per avanzare nel censimento delle vittime e il corrispondente risarcimento completo”. 

Con il decreto supremo 4461 il governo golpista di Jeanine Anez ha permesso alla polizia di reprimere con la violenza le manifestazioni depenalizzando gli atti violenti compiuti dalle forze dell’ordine. Con questo decreto si autorizzavano le forze dell’ordine a compiere qualunque atto, anche violento, per reprimere le proteste. A questo proposito, Arce  ha annunciato la creazione di una commissione al più alto livello per condurre un censimento delle vittime e procedere al loro completo risarcimento. “Il decreto supremo 4461 sarà abrogato, il che consentirà di processare i membri delle forze di sicurezza coinvolti negli eventi”, ha dichiarato il Presidente boliviano.

Ha inoltre esortato la Procura ad attuare le azioni raccomandate dalla relazione e, nel caso dell’Assemblea legislativa, ad approvare quanto prima le leggi per stabilire l’autore, le responsabilità e le sanzioni di queste gravi violazioni dei diritti umani. 

Nella relazione consegnata a Luis Arce i membri del GIEI non esitano a descrivere i gravi episodi di repressione verificatisi a Sacaba e Senkata come massacri. Hanno esortato lo stato boliviano a garantire giustizia a tutte le vittime e a dare priorità ai casi di violenza sessuale e di genere avvenuti durante le manifestazioni di protesta. 

L’indagine degli esperti internazionali del GIE è durata otto mesi, durante i quali hanno intervistato 400 persone e analizzato oltre 120.000 documenti. Hanno anche ascoltato testimonianze di organizzazioni sociali e testimoni degli atti di violenza e delle istituzioni. I risultati saranno resi noti in diversi dipartimenti boliviani fino al 21 agosto.

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato anche Gregoria Siles Villaroel e Gloria Quisbert Ticona, che fanno parte delle associazioni delle vittime delle stragi di Sacaba (Chapare, 15 novembre) e Senkata (El Alto, 19 novembre). Entrambe le leader hanno dato testimonianze sentite di quegli eventi e hanno ricordato che chiedono giustizia, non vendetta.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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