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PANDORA PAPERS: UN’INCHIESTA SILENZIATA DAI GRANDI MEZZI DI INFORMAZIONE 

 

La pubblicazione dei Pandora Papers da parte del Consorzio Internazionale dei Giornalisti di Investigazione (ICIJ), composto da 600 giornalisti di 157 nazioni appartenenti a 150 testate, avrebbe dovuto suscitare indignazione e sdegno tra i politici ed avrebbe dovuto occupare le prime pagine di tutti i giornali per giorni. Ma come era prevedibile non è accaduto nulla di tutto questo.

La filtrazione del maggior numero di documenti della storia riguardanti i paradisi fiscali non ha suscitato nei nostri sempre attenti mezzi di informazione nessuna meraviglia e per questo la notizia, dopo solo tre giorni, si è sgonfiata come un palloncino. Non mi meraviglia se la classe politica mondiale, fatte poche eccezioni, non abbia manifestato alcun sdegno o meraviglia dato che proprio loro sono tra i maggiori fruitori dei paradisi fiscali per occultare le proprie ricchezze. Non mi meraviglia neppure che i giornali ed i telegiornali abbiano già occultato la notizia ma però, a differenza della classe politica, della classe imprenditoriale e del divertimento, ampiamente coinvolte nei Pandora Papers, quindi non molto propensi a pubblicizzare l’accaduto, i mezzi di informazione avrebbero dovuto dare ampia copertura ad uno scandalo di proporzioni mondiale dimostrando ancora una volta da che parte stanno.

Evidentemente gli editori che pagano i direttori responsabili hanno deciso che la notizia non era una notizia da approfondire non per più di un giorno, due nei migliori dei casi. L’opinione pubblica non deve sapere chi occulta le proprie ricchezze nei paradisi fiscali e non deve pensare che i loro idoli, usando pratiche lecite ma immorali,  non contribuiscono con le loro ricchezze al bene comune semplicemente pagando le imposte nei loro paesi di origine.

Ma tralasciando questi aspetti occorre fare alcune considerazioni. Per prima cosa le testate che hanno dato la notizia si sono guardate bene dal nominare tutti i politici che sono stati coinvolti nel caso. I nostri telegiornali hanno dato ampio spazio al fatto che tra le persone coinvolte ci sarebbe anche una presunta ex amante di Vladimir Putin dimenticandosi di nominare tutti quei presidenti di destra che hanno governato o che stanno governando nelle nazioni sudamericane. Infatti nell’elenco dei personaggi politici che hanno usato società o trust con domicilio nei paradisi fiscali figurano una lunga sfilza di presidenti ed ex presidenti che governano o hanno governato esecutivi di destra filo statunitensi.

In America Latina troviamo in bella mostra tra i protagonisti che compaiono nei risultati dell’inchiesta giornalistica, a dimostrazione della grandezza   delle rivelazioni, il Presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, il Presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader,  i figli del Presidente del Cile, Sebastián Piñera, gli ex presidenti della Colombia, César Gaviria e Andrés Pastrana, l’ex Presidente dell’Honduras, Porfirio Lobo, gliex presidenti di El Salvador, Alfredo Cristiani e Francisco Flores, l’ex presidente del Paraguay, Horacio Cartes, l’ex Presidente del Perù, Pedro Pablo Kuczynski, gli ex presidenti di Panama, Juan Carlos Varela ,  Ricardo Martinelli ed Ernesto Pérez Balladares, il Ministro dell’Economia del Brasile, Paulo Guedes e l’ex Primo Ministro di Haiti, Laurent Lamothe. In Europa troviamo il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, il Presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky,il primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, l’ex primo ministro britannico Tony Blair e sua moglie Cherie  ed in Africa il Presidente del Gabon, Ali Bongo ed il Presidente del Congo, Denis Sassou-Nguesso.Nei. Non potevano mancare poi i regnanti del Medio Oriente come re Abdullah II di Giordania. 

Vedo molto interessante interessarsi delle vicende di cuore di Vladimir Putin ma credo che sarebbe stato intellettualmente corretto nominare anche qualcuno dei presidenti sopra citati ma ovviamente essendo loro tutti presidenti o ex presidenti di governi di destra ma soprattutto fedeli servitori degli Stati Uniti gli si può concedere alcuni peccatucci come usare i paradisi fiscali per eludere le tasse.

Ovviamente anche gli italiani non mancano: al momento sono filtrati i nomi dell’ex calciatore ed attuale allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti, del boss mafioso Raffaele Amato e quello dell’ex nazifascista Delfo Zorzi. Tutti avrebbero usato società offshore per nascondere i loro denari. 

Tra le celebrità invece troviamo Shakira, Elton John, Ringo Star, Julio Iglesias, la ex modella Claudia Schiffer ed altri che per non pagare le tasse hanno aperto società offshore nei paradisi fiscali. Tra gli sportivi il più noto è Pepe Guardiola, ex allenatore del Barcellona ed ora allenatore del Manchester.

Ma la parte del leone lo fanno i miliardari di tutto il mondo. I documenti contengono oltre 130 nomi presenti nella lista dei miliardari di Forbes, di 45 nazionalità diverse. Tra questi ci sono 15 brasiliani, 13 britannici, 10 israeliani e ben 52 russi. Tra i miliardari statunitensi troviamo tra gli altri Robert F. Smith che ha un patrimonio di 6,5 miliardi di dollari e Robert Brockman che possiede un patrimonio di 4,7 miliardi di dollari.   

Immaginiamo solo per un momento che tra i nomi noti apparsi nei Pandora Papers in cui troviamo 35 leader politici mondiali di cui 14 ancora attivi e 21 ritirati, figurasse solo uno dei seguenti capi di stato: il Presidente russo Vladimir Putin, il Presidente cinese Xi Jinping, il Presidente venezuelano Nicolas Maduro, il Presidente nicaraguense Daniel Ortega o il Presidente cubano Miguel Diaz Canel come la comunicazione sarebbe stata diversa. Le grancasse dell’informazione si sarebbero scatenate contro di loro con tutta la potenza che l’informazione globalizzata dispone. Ma siccome i Presidenti implicati sono di destra tutti zitti.   

E’ bene che l’opinione pubblica non sappia che le personalità coinvolte, che già guadagnano milioni di Euro, non gli piaccia pagare le tasse. In un mondo in cui ci viene detto alla noia che bisogna stringere la cinghia perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità i nostri mezzi di informazione fanno benissimo a tacere sul fatto che poche persone che guadagnano in un mese quello che un lavoratore stipendiato guadagna in una vita ricorrano pure ai paradisi fiscali per risparmiare qualche soldo di tasse. Alle volte qualcuno si arrabbiasse e scendesse in piazza per rivendicare lo stesso trattamento fiscale.

Tra le altre cose che quasi tutti si sono dimenticati di dire è che negli ultimi anni è persino cambiata la destinazione dei denari  da occultare nelle società offshore. Fino a pochi anni fa lo stereotipo classico del paradiso fiscale era quello di una piccola isola coperta di palme nel mezzo delle acque blu dei Caraibi ma adesso le acque blu si sono trasformate in strisce e le palme in stelle, quelle della bandiera degli Stati Uniti. Ebbene sì, proprio il paese a stelle e strisce sta diventando un paradiso fiscale. Una dozzina di stati tra cui il Nevada ed il Sud Dakota, grazie a leggi che garantiscono l’anonimato, sono diventati di fatto dei veri e propri paradisi fiscali attirando molti capitali provenienti proprio dalle isole caraibiche e dall’Europa. Nel solo stato del Sud Dakota i depositi finanziari sono  più che . quadruplicati raggiungendo la stratosferica cifra di oltre 360 miliardi di dollari.

Se proprio la più grande democrazia del mondo, considerata tale dalla stragrande maggioranza dei governi e dalla maggior parte dei mezzi di informazione, che controlla il flusso delle notizie e impone la sua agenda culturale al mondo,  lentamente si sta trasformando in un paradiso fiscale ditemi voi come una notizia come questa potrebbe avere l’eco mediatico che si meriterebbe. Avete mai visto un miliardario o un politico corrotto che usa le società offshore per nascondere le proprie ricchezze scagliarsi contro i paradisi fiscali? Io non ricordo di aver ascoltato frasi di questo genere.

Sperare che i paradisi fiscali vengano aboliti è pura utopia perché proprio coloro che dovrebbero portare avanti questa campagna sono coloro che ne beneficiano. Una buona parte dei  politici e di  chi ne muove i fili usano, come dimostra questa inchiesta, i paradisi fiscali per occultare le proprie ricchezze quindi è pura utopia sperare che gli stessi beneficiari si privino di uno strumento che garantisce loro l’occultamento di proventi illeciti o l’elusione fiscale. Quindi, in conclusione, quando inchieste come queste scoprano il vaso di Pandora vanno sistematicamente silenziate. Non mi risulta che nessuno dei numerosi talk show che affollano l’etere e che dedicano il loro tempo ad approfondire qualunque stupidaggine abbiano dedicato ai Pandora Papers un solo minuto. Quanti telegiornali hanno riportato la notizia in apertura? Nessuno. 

Se poi pensiamo che questa non è la prima inchiesta che inchioda questi personaggi alle loro responsabilità allora si capisce molto bene che il lavoro svolto da questo gruppo di intrepidi giornalisti che fanno il loro lavoro  non ha alcun risvolto pratico nella realtà. Infatti cinque anni fa un’inchiesta simile condotta dallo stesso team di giornalisti ,denominata Panama Papers, aveva scoperto gli altarini di altrettanti potenti del mondo. Ma come avvenuto con i Pandora Papers anche la precedente inchiesta era caduta nell’oblio della censura mediatica. 

Quindi tutti zitti.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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