Joe BidenJoe Biden

TUTTI  PARLANO DI PACE IN UCRAINA MA PROPRIO LORO SONO LA CAUSA DELLA CRISI 

 

Tutti parlano di pace ma la pace e la civile convivenza tra popoli si crea negli anni ma in Ucraina tutto questo non è avvenuto. Per scopi politici le differenze tra i vari gruppi etnici sono state amplificate e l’attuale cris i ne è solo la logica conseguenza.

E’ troppo facile chiedere la pace e poi dimenticarsi degli accordi di Minsk che L’Ucraina ha sempre disatteso non applicandoli. Dopo il colpo di stato del 2014 le regioni del Dombass che non avevano accettato il governo avevano chiesto maggiore autonomia perché abitate in maggior parte da russi o ucraini parlanti russo. Un’autonomia simile a quella che gode in Italia l’Alto Adige ma che probabilmente i nostri governanti ignorano. Un’autonomia che in quelle regioni sembra essere una cosa strana ma che invece nel nostro paese è una cosa normale, come normale che le popolazioni dell’Alto Adige parlino tedesco o ladino a differenza di quelle che abitano il Donetsk ed il Lugansk a cui non è permesso parlare russo.

Ma come detto i nostri sempre atlantisti governanti non sanno o fanno finta di non sapere, per non dispiacere il padrone di oltre oceano che ricorda nel suo discorso di ieri sera che in Europa non c’è stata mai una guerra dopo la fine della seconda guerra mondiale. Affermazione che dimostra una palese ignoranza storica o, nel migliore dei casi, considera chi lo ascolta un vero e proprio scemo. In Europa c’è, per i meno attenti, stata la guerra in Yugoslavia nel 1989 quando il nostro governo D’Alema seguì la Nato nei bombardamenti senza neppure avere l’autorizzazione del Parlamento. Intervento armato che ha causato almeno 5000 morti tra i civili. Ma questa non era una guerra, diranno i più attenti, era un intervento umanitario compiuto con aerei e bombe che esplodono e causano morti. Dettaglio insignificante per i poco attenti storici che ci governano come il fatto che la memoria storica langue.

E’ troppo facile parlare di pace quando ci si dimentica che per la mancata applicazione degli accordi di Minsk da parte del governo ucraino le popolazioni del Dombass da otto anni ricevono la loro quasi quotidiana pioggia di bombe sparate dai mortai e dai cannoni dell’esercito ucraino. Questa non è una guerra? Poi negli ultimi giorni nessuno dei bravi portatori di sani principi democratici si è prodigato a condannare l’aumento delle azioni militari delle forze di sicurezza ucraine nelle autoproclamate repubbliche del Dombass. Si sono dimenticati, ma può succedere visto le tante cose che hanno da fare, di tirare le orecchie a Zelensky responsabile della pioggia di bombe che il suo esercito omaggia la popolazione locale. Bombardamenti che hanno causato almeno 14000 morti in otto anni. Ma questo sembra essere un dettaglio.

E’ troppo facile parlare di pace quando si ignorano appunto per otto anni i diritti delle popolazioni di queste regioni. Sarò retorico e pedante ma a me sembra che anche questi dovrebbero essere annoverati tra i diritti umani che vengono sempre evocati dagli Stati Uniti e soci quando occorre imbastire una guerra per il loro rispetto o, nel migliore dei casi, per applicare sanzioni economiche a qualcuno.

Siamo proprio convinti che nella crisi in Ucraina, con il conseguente intervento della Russia, siano stati compiuti tutti i passi per evitarla? Secondo gli Stati Uniti, che nel frattempo hanno spostato migliaia di soldati nei paesi confinanti, un chiaro segnale di distensione e, e per l’Unione Europea, che ha continuato a finanziare con fiumi di denaro l’Ucraina, sembra di sì. A me invece sembra che siano stati fatti tutti i passi in direzione contraria ovvero siano state compiute tutte le azioni per portare la Russia ad intervenire. 

Questo non significa affatto che appoggio l’intervento di Putin in Ucraina ma prima di sparare a zero contro il solito nemico immaginario euroasiatico riportando in voga la vecchia guerra fredda occorre valutare tutti gli avvenimenti con freddezza e obiettività. Non penso che l’azione russa sia l’unica che si poteva percorrere ma bisogna considerare anche che il popolo delle regioni del Donestk e del Lugansk è lasciato solo a morire sotto le bombe delle forze di sicurezza ucraine come se non contasse nulla. 

La crisi è stata progettata a tavolino dalla Nato e dagli Stati Uniti, che la controllano, per evidenti motivi di ordine geopolitico internazionale. Ho scritto abbondantemente su questo argomento e non voglio tornarci sopra ma non si può tralasciare la dichiarazione fatta da Joe Biden nel suo discorso di ieri sera in cui afferma che le sanzioni hanno lo scopo di colpire economicamente la Russia ed il suo popolo che appoggia Putin. Basta questo per capire le ragioni della crisi: impedire alla Russia uno sviluppo economico.

Allora con quale diritto inventiamo una crisi che si protrae per otto anni nel centro dell’Europa per impedire ad una nazione, la Russia, di svilupparsi economicamente? Abbiamo il diritto di imporre ad un popolo di non emanciparsi perché mette in gioco il ruolo egemone in economia degli Stati Uniti? I governi europei, nonostante queste sanzioni vadano a colpire non solo la Russia ma anche le nazioni europee, hanno il diritto di continuare a tutelare gli interessi statunitensi, muovendosi come buoni cagnolini al guinzaglio, a discapito dei loro solo perché appartengono alla Nato? Quindi non sarebbe l’ora di pensare seriamente ad uscire dall’alleanza atlantica? Ed i nostri governanti, mi riferisco a quelli italiani ovviamente, sempre più supini agli interessi degli Stati Uniti per quanto tempo potranno ancora continuare a inventare storie fantastiche ed irreali al popolo italiano, sempre distratto in altre faccende, per mantenere il loro sedere sulle poltrone dorate che, sempre distrattamente e un po’ ingenuamente, gli italiani gli hanno concesso votandoli? 

Ma credete davvero che chi ci governa sappia cosa sta succedendo in Ucraina? Il nostro Ministro degli Esteri Luigi Di Maio un paio di giorni fa ha dichiarato che la Russia doveva ritirare le truppe dall’Ucraina. Qui le possibilità sono due: o è un chiaroveggente o, più probabilmente, se gli mettiamo una cartina geografica davanti non sa nemmeno dove si trova l’Ucraina. Questo è colui che dovrebbe rappresentare il nostro paese all’estero.

Purtroppo la classe politica che ci ritroviamo è questa e come cantava in una canzone Giorgio Gaber “Non mi sento italiano ma purtroppo o per fortuna lo sono”.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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