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CRISI UCRAINA: RUSSIA ED UNIONE EUROPEA CADONO NELLA TELA DEL RAGNO STATUNITENSE 

 

A forza di gridare all’imminente invasione dell’Ucraina alla fine la Russia ha deciso di intervenire militarmente nel paese centroeuropeo per difendere, secondo quanto affermato da Putin, le popolazioni delle regioni del Donetsk e del Lugansk.

Questa mattina è iniziato l’intervento militare della Russia nel territorio ucraino che secondo quanto affermato dalle autorità russe si è limitato alla distruzione di obiettivi militari. Ho scritto varie volte che a mio avviso Putin non si sarebbe spinto fino ad arrivare ad un intervento armato in Ucraina ma evidentemente mi sono sbagliato.

Pensavo questo perché credevo che Putin con la sua grande intelligenza e con la scaltrezza politica che lo contraddistingue a livello internazionale avrebbe risolto la crisi in altro modo senza arrivare all’uso della forza militare, anche se questa opzione non l’avevo mai scartata,considerandola l’ultima opzione disponibile disposizione. 

Il Presidente Putin con questa azione ha voluto lanciare un messaggio chiaro all’occidente ovvero che la Russia è tornata ad essere un attore internazionale di cui bisogna tenere conto. Ha voluto dimostrare agli Stati Uniti, alla Nato ed agli alleati europei che il suo paese deve essere preso in considerazione quando si fanno progetti strategici e di geopolitica.

Ha voluto ribadire che alla Russia si deve riconoscere il  valore internazionale che si merita, cosa che ancora la comunità occidentale non riconosce. Per Putin il fatto che l’occidente non riconosca il suo paese come parte del nuovo assetto internazionale multipolare resta il problema maggiore. Con questa azione di forza ha cercato di piantare dei paletti che dimostrino che oltre un certo punto la Nato non può spingersi e se lo fa dovrà fare i conti con il paese euroasiatico.

La scelta di Putin di riconoscere le repubbliche di Donetsk e Lugansk come indipendenti aveva fatto pensare che questo fosse il primo atto dell’intervento armato di oggi anche se io non lo pensavo. Aver scelto questa strada da un lato ha dimostrato, con l’uso dei muscoli, che la Russia esiste anche militarmente, dall’altro lato ha fatto cadere Putin nella tela tesa dagli Stati Uniti.

Le dichiarazioni del Segretario Generale della Nato Stoltemberg che ha affermato che l’alleanza atlantica non ha alcuna intenzione di schierare le proprie truppe in Ucraina, almeno per adesso, scongiura il tanto temuto allargamento del conflitto ma certifica che l’intenzione degli Stati Uniti, che dirigono la Nato, non era quello di allargare il conflitto ma quello di arrivare, attraverso l’Ucraina, a sanzionare la Russia.

Continuo a credere che l’unico intento di tutta questa crisi vada ricercato  nella necessità degli Stati Uniti di arginare l’espansione economica e politica della Russia a livello internazionale ma soprattutto in Europa. Se per gli Stati Uniti la Russia è diventata di nuovo il nuovo nemico dichiarato anche l’Unione Europea, accondiscendente e sottomessa alle decisioni prese oltre oceano, resta velatamente un continente che non deve espandersi troppo e soprattutto non deve avere una politica estera propria. Insomma attraverso l’uso dell’Ucraina, che si è prestata volentieri a questo sporco gioco in nome di un antistorico nazionalismo, gli Stati Uniti con una fava, l’Ucraina, ha preso due piccioni, la Russia e l’Unione Europea.

Alla Russia verranno applicate altre sanzioni, quello che da sempre hanno cercato gli Stati Uniti, All’unione Europea, incapace di produrre una politica estera propria che tuteli i legittimi interessi dei  propri cittadini, vengono tagliate in parte le gambe con gli aumenti delle bollette energetiche che la crisi provoca. Infatti oggi il gas sui mercati è arrivato a toccare i 1600 dollari per mille metri cubi con un aumento del 50 per cento.

Nessuno in occidente in questa storia si ricorda poi che da otto anni gli abitanti delle regioni del Dombass sono bombardati con regolarità dall’esercito ucraino. I diritti umani di queste popolazioni sono volontariamente ignorati per chiari scopi di geopolitica e per il costante loro uso a senso unico. Valgono solo quando sono anche solo presuntamente violati dalle nazioni che non si sono allineate alle politiche imposte dall’occidente. Inoltre nonostante tutti gli attori internazionali che hanno preso parte a questa storia, mi riferisco ai paesi dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e della Nato, non hanno mai. solo per un minuto, tentato di disinnescare l’escalation in Ucraina, imponendo al Presidente Zelensky di rispettare gli accordi di Minsk. Non hanno mai condannato gli ultimi bombardamenti dell’esercito ucraino nel Dombass intensificati dal 17 febbraio. La volontà non era quella di disinniscare la crisi ma di farla sfociare in un intervento armato della Russia.

Quindi per concludere Putin si troverà con altre sanzioni economiche che secondo l’Unione Europea e gli Stati Uniti saranno senza precedenti e l’L’Unione Europea, come subordinata alle politiche statunitensi, pagherà un conto salato. L’Ucraina che si è prestata a questo gioco continuerà a sopportare le conseguenze di una guerra e  continuerà a spendere miliardi di dollari per armarsi rendendo felici le industrie belliche che si strusciano le mani. Boris Johnson ha annunciato che continuerà ad armare l’Ucraina, ovviamente non gratuitamente.

Il prossimo obiettivo sarà Taiwan.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

2 pensiero su “CRISI UCRAINA: RUSSIA ED UNIONE EUROPEA CADONO NELLA TELA DEL RAGNO STATUNITENSE”
  1. “Boris Johnson ha annunciato che continuerà ad armare l’Ucraina”. Quale ucraina? Esisterà ancora un’ucraina? Ai posteri l’adua sentenza

  2. Oltretutto è incredibile come un primitivo barbaro criminale come boris johnson possa permettersi di affermare impunemente che continuerà ad armare l’ucraina. Per lui niente sanzioni. Come i criminali. Peggio dei criminali

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