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GAZPROM SOSPENDE IL GAS A POLONIA E BULGARIA MA IN EUROPA SONO ALMENO 10 LE IMPRESE CHE PAGANO IN RUBLI 

 

La compagnia russa Gazprom che fornisce gas ai paesi europei ha comunicato che ha sospeso la somministrazione a Polonia e Bulgaria perché non hanno provveduto al pagamento in rubli.

Gazprom ha sospeso la somministrazione di gas a Polonia e Bulgaria da oggi 27 aprile perché i due paesi europei non hanno provveduto al pagamento del gas in rubli come richiesto dalla Russia dopo che l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno congelato i conti in divisa estera.

Nel comunicato della compagnia russa si legge che  “Gazprom ha completamente sospeso la fornitura di gas a Bulgargaz (Bulgaria) e PGNiG (Polonia) a causa del mancato pagamento in rubli”,. La società assicura che “i pagamenti per il gas fornito dopo il 1 aprile devono essere effettuati in rubli utilizzando le nuove informazioni bancarie e le controparti sono state informate a tempo debito”.

Gazprom ha anche sottolineato che Polonia e Bulgaria sono paesi di transito e ha avvertito che, “in caso di estrazione non autorizzata di gas russo dai volumi di transito verso paesi terzi, le forniture per il transito saranno ridotte di tale volume”.

Secondo quanto pubblicato da Blumberg, che ha avuto conferma da una fonte interna alla società Gazprom, quattro paesi europei hanno già iniziato i pagamenti in rubli per il gas fornito. In totale sono dieci le imprese europee che si sono adeguate alle richieste di Gazprom.

Sempre secondo questa fonte non ci dovrebbero essere ulteriori interruzioni nelle forniture fino alla metà di maggio quando scadranno i prossimi pagamenti.

Il 23 marzo, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che il suo paese accetterà pagamenti solo in rubli russi per la fornitura di gas a paesi “non amici”. “Abbiamo fornito le nostre risorse, in questo caso gas, ai consumatori europei. L’hanno ricevuto, ci hanno pagato in euro che poi sono stati congelati da soli. In questo caso, ci sono tutte le ragioni per considerare che forniamo parte del gas inviato in Europa praticamente gratis”, ha riassunto il presidente.

Nonostante le richieste russe il distributore di gas bulgaro Bulgargaz e la società polacca PGNiG si sono rifiutati di effettuare pagamenti in rubli. In particolare, il ministero dell’Energia bulgaro ha dettagliato che il nuovo regime di pagamento proposto dalla Russia “non rispetta il contratto in vigore fino alla fine di quest’anno e pone rischi significativi” per il paese.

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha spiegato che l’obbligo di pagare il gas russo in rubli è dovuto all’adozione di “misure ostili senza precedenti nel settore economico e finanziario” dirette contro la Russia. Ha continuato poi dichiarando che le forniture saranno riprese se Polonia e Bulgaria pagheranno il gas come richiesto ovvero in rubli.

In Polonia la decisione di Gazprom non è stata presa bene anche se non intendono, per adesso, adeguarsi alle richieste della Russia. Infatti Piotr Najimski, rappresentante del governo polacco per le infrastrutture energetiche strategiche, ha dichiarato che la Polonia smetterà di acquistare gas dalla Russia. Ha anche spiegato che il suo paese prevede di costruire un porto galleggiante per il gas entro il 2025 che potrebbe dare alla Polonia ulteriori 6 miliardi di metri cubi di gas.

Occorrerà capire come il governo polacco intenderà far fronte alla mancanza di gas fino al 2025, data indicata da Piotr Najimski, come termine in cui il nuovo porto entrerà in funzione.

I dati del Financial Times indicano che la quota russa di gas importato dalla Polonia era del 55 per cento nel 2020, mentre la Bulgaria riceveva  circa il 75 per cento di gas russo.

Secondo le stime di Reuters, la Russia ha fornito alla Polonia oltre 2,4 miliardi di metri cubi di gas nel primo trimestre del 2021. Le consegne in Bulgaria ammontavano a 725 milioni di metri cubi in quel periodo. Nel frattempo, ad esempio, Germania e Turchia hanno ricevuto rispettivamente più di 15.540 e 7,76 miliardi di metri cubi.

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha dichiarato che il gas russo continua ad arrivare in Ungheria come previsto, nonostante l’interruzione della fornitura alla Bulgaria. “Il ritiro della fornitura di gas alla Bulgaria non significa la cessazione del transito attraverso questo paese. La fornitura di gas naturale all’Ungheria viene effettuata senza intoppi in conformità con il contratto e il programma”, ha affermato.

L’Ungheria ha accettato le richieste della Russia di pagare il gas in rubli, la Slovacchia invece si è rifiutata. In Austria il gas arriva regolarmente, ha affermato ministro austriaco dell’Energia, Leonore Gewessler.

Dopo aver appreso della sospensione delle forniture di gas russo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha descritto la misura come “ingiustificata” e “inaccettabile”. “L’annuncio di Gazprom di interrompere unilateralmente la fornitura di gas ai consumatori in Europa è un altro tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto”, ha affermato.

Dichiarazione piuttosto strana dato che alcuni giorni fa era stato autorizzato dall’Unione Europea il pagamento del gas in rubli, se poi aggiungiamo che almeno dieci società europee hanno già iniziato ad acquistare il gas in moneta russa chi non lo ha fatto è perché non lo voleva fare e quindi penso che Gazprom ha tutto il diritto di sospendere le somministrazioni. Se la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen poi per evidenti motivi politici rilascia dichiarazioni come questa allora si capisce davvero la vera natura del problema.

Ora per effettuare il pagamento del gas russo, le società occidentali devono aprire due conti speciali presso la banca Gazprombank: uno in rubli e uno in valuta estera. I pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico di euro o dollari sul conto in valuta estera. La banca vende quindi questa valuta alla Borsa di Mosca e accredita l’importo ricevuto sul conto in rublo dell’acquirente straniero, trasferendo il denaro a Gazprom. Secondo il decreto del presidente russo, è la ricezione di rubli da parte del produttore di gas che deve essere considerata come pagamento per la fornitura di carburante.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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