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ZELENSKY CHIUDE IL RUBINETTO DEL GAS ALL’EUROPA  

 

Ci hanno martellato i santissimi per mesi e mesi dicendoci che la Russia poteva chiudere il rubinetto del gas e poi magicamente proprio l’Ucraina ha diffuso una nota in cui avvisa che sospenderà il passaggio del gas russo dalla stazione di Sokhranovka.

Ebbene sì, l’Ucraina sospenderà il passaggio del gas dalla stazione di pompaggio di Sokhranovka che fornisce un terzo del gas all’Europa. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe proprio da ridere. Dopo che per mesi ci hanno riempito la testa con la minaccia russa di una possibile chiusura del rubinetto del gas per ritorsione per le sanzioni ecco che arrivano i nostri amici ucraini e chiudono senza alcun motivo valido un’importante stazione di pompaggio del gas che lascerà il vecchio continente all’asciutto.

Gazprom ha ricevuto la notifica dalla parte ucraina che smetterà di pompare gas russo per il transito in Europa attraverso la stazione di misura Sokhranovka da questo mercoledì.  Tuttavia, non è a conoscenza dell’esistenza di circostanze di “forza maggiore” che, secondo il gestore del sistema di trasporto del gas ucraino, impediscono il funzionamento di questo punto, riporta RT.

Magari adesso il gas lo usano proprio gli ucraini per ricattare l’Europa dopo che ci sono stati alcuni segnali di una possibile volontà europea di far cessare il conflitto. Anche Letta sembra aver cambiato idea ed è diventato un pacifista con la colomba della pace in mano dopo aver ascoltato il discorso di Macron.

L’operatore ucraino ha annunciato martedì l’interruzione del transito del gas attraverso le stazioni di Sojránovka e Novopskov -due stazioni di compressione-, situate vicino al confine con la Russia, a causa di presunti impedimenti di “forza maggiore”. Ha avvertito che gli obblighi nei confronti dei partner europei non potranno essere adempiuti “nella loro interezza” poiché Sokhranovka smetterà di ricevere nuove consegne dalle 7:00 (ora locale) dell’11 maggio.

Da parte russa  il rappresentante di Gazprom Sergei Kupriyanov ha affermato in una dichiarazione che la sua società “non vede alcun ostacolo a continuare a lavorare come di consueto”.  “Gli specialisti ucraini hanno lavorato tranquillamente per tutto questo tempo alla stazione di misurazione del gas di Sokhranovka e alla stazione di compressione del gas di Novopskov e continuano a farlo. Il transito attraverso Sokhranovka era completamente garantito, non c’erano e non ci sono lamentele delle controparti”, ha sottolineato.

Ha inoltre ribadito che “Gazprom adempie pienamente a tutti i suoi obblighi nei confronti dei consumatori europei, fornisce gas per il transito in conformità al contratto e all’accordo con l’operatore”, aggiungendo che “i servizi di transito sono interamente pagati”.

Gazprom ha respinto la proposta della parte ucraina di trasferire il gas che Sokhranovka non potrà trasportare alla stazione di misura di Sudzha, che resta sotto il controllo di Kiev.  Hanno affermato che è “tecnologicamente impossibile” effettuare un tale trasferimento, insistendo sul fatto che “la distribuzione dei volumi è chiaramente disciplinata dall’accordo di cooperazione del 30 dicembre 2019”, cosa che “la parte ucraina conosce perfettamente”.

Le stazioni di Sojránovka e Novopskov si trovano nella regione di Lugansk, attraverso la quale l’Europa riceve quasi un terzo del gas russo, fino a 32,6 milioni di metri cubi al giorno, ha spiegato l’operatore ucraino.

Insomma a sostenere la resistenza ucraina ci stiamo davvero guadagnando molto. Quando i cittadini europei si renderanno conto che li stanno prendendo in giro per bene sarà davvero tardi.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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