Battaglione AzovBattaglione Azov

ANCHE IL VICE COMANDANTE DEL BATTAGLIONE AZOV TRA GLI ARRESI DELL’AZOVSTAL 

 

Continua la resa dei militari presenti nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, tra le persone che si sono arrese c’è anche Svyatoslav Palamar vicecomandante del battaglione Azov.

Secondo quanto riferito dalle autorità russe sono 1730 i militari che hanno deposto le armi e si sono arresi all’esercito russo negli ultimi giorni. Tra i militari arresi c’é anche  Svyatoslav Palamar vicecomandante del battaglione Azov, diventato famoso per i suoi video registrati nel complesso siderurgico e pubblicati sui social network.

All’interno della struttura industriale dovrebbero trovarsi ancora da 700 a 1000 militari. Una volta consegnate le armi, i militari ucraini vengono scortati dai russi nelle carceri (e ospedali) di Donetsk. Secondo Kiev si tratta di “evacuazione” e di “operazione speciale coordinata dai militari e dall’intelligence, coinvolgendo i più influenti mediatori internazionali”. 

A tale riguardo Rangeloni News, presente a Mariupol,  scrive su Telegram che “Personalmente, assistendo a queste operazioni, oltre agli elicotteri ed ai blindati russi non ho visto nemmeno la presenza di rappresentanti dell’ONU e della Croce Rossa nella scorta degli autobus con i prigionieri, come avvenuto invece con i civili”. 

E’ chiaro che in occidente nessuno vuole sentire parlare di resa e quindi per mascherare quanto sta avvenendo si preferisce definire l’operazione come un’evacuazione. Però girando e girando con le parole la sostanza non cambia infatti di una resa incondizionata dei membri del battaglione Azov e dei soldati dell’esercito ucraino si  tratta, qualcuno cadrà sicuramente nella tela tesa ma chi conosce un poco la realtà che ci circonda saprà distinguere la verità dalle menzogne lessicali. 

Per indorare la pillola poi vengono invocate mediazioni di organismi internazionali e umanitari inesistenti. La verità non accettata da chi sostiene l’Ucraina è che la resa dei militari è stata possibile grazie alla mediazione delle autorità russe e della Repubblica Popolare di Donetsk. Ma per la propaganda quanto avvenuto non è ovviamente accettabile anche perché ciò comporta una sconfitta cocente per l’esercito ucraino.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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